Napoli, sulla Virtus Piscinola manca il numero legale: sciolta la seduta
del Consiglio Comunale, è la prima volta con Manfredi sindaco

Napoli, sulla Virtus Piscinola manca il numero legale: sciolta la seduta del Consiglio Comunale, è la prima volta con Manfredi sindaco
di Emiliano Caliendo
Lunedì 16 Maggio 2022, 22:21 - Ultimo agg. 17 Maggio, 07:27
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Bagarre in Consiglio comunale tra maggioranza e opposizione, con il numero legale che viene a mancare per la prima volta in Aula da quando Gaetano Manfredi è diventato sindaco. Stranamente, il casus belli è stato un ordine del giorno bipartisan firmato da quasi tutti i capigruppo e i consiglieri comunali presenti. A presentarlo Rosario Palumbo di Cambiamo, Salvatore Guangi di Forza Italia, Claudio Cecere del Movimento 5 Stelle e Rosario Andreozzi di Napoli Solidale (gli ultimi due assenti per motivi personali). In sostanza il documento avrebbe impegnato la giunta a revisionare il bando per la concessione decennale della tendostruttura che ospita le gare e gli allenamenti della storica società di pallacanestro della Virtus Piscinola, concessionaria dell’impianto da vent’anni. Un bando di gara europeo, destinato a operatori economici iscritti alla Camera di commercio, con requisiti economici stringenti quali la costituzione di un’associazione temporanea d’imprese per l'esecuzione dei lavori, oltre che la garanzia di messa a reddito dell’impianto, attraverso un bar e un negozio d'attrezzature sportive. Richieste impossibili da sostenere per un’associazione polisportiva dilettantistica come la Virtus Piscinola. Secondo l’ordine del giorno presentato in Sala dei Baroni dal consigliere Palumbo, la revisione del bando di gara sarebbe necessaria se si verificasse con esito positivo la possibilità che «la tendostruttura di via Nuova Dietro la Vigna sia formalmente riconosciuta come Attrezzatura sportiva di quartiere non compatibile con gli impianti di rilevanza economica al pari dei cosiddetti Grandi Impianti Sportivi».

Sul punto l’assessore allo sport Emanuela Ferrante (Movimento 5 Stelle) ha replicato che - pur riconoscendo «il valore dell’attività sociale della Virtus» e «la natura degli impianti sportivi come luogo d'incontro ed elemento di crescita» - «è aperta una procedura concorsuale internazionale». «Vediamo - ha aggiunto - come si concluderà la procedura (in scadenza il 30 maggio ndr). Successivamente, verificherò la possibilità di trasferire la gestione della struttura alla Municipalità: invierò al direttore generale e al dirigente competente richiesta di fattibilità per tale scelta. Ma sempre nel caso in cui il bando si concludesse senza nessun tipo di aggiudicazione». A quel punto i dirigenti della Virtus Piscinola, presenti in platea di fianco al presidente della Municipalità 8 Nicola Nardella, sbiancano. L’assessore però li tranquillizza specificando che, dopo essersi consultata con gli uffici del Servizio Grandi Impianti Sportivi e con la Centrale Unica di Gestione contratti, «le associazioni sportive possono partecipare al bando anche in mancanza dei requisiti soggettivi previsti dal disciplinare di gara».

Il bando in questione richiede lavori di riqualificazione per un ammontare di 40mila euro, ma la Virtus, o una qualunque altra associazione sportiva, per adempiervi, deve necessariamente «riunirsi in un’Associazione Temporanea d’Impresa».

Ferrante rintraccia la colpa di quello che sembra un pasticcio burocratico, seppur a norma di legge, nella delibera 275/2016 approvata dall’allora amministrazione de Magistris in seguito alla relazione previsionale e di pianificazione del Consiglio Comunale dell’epoca. «Su 124 impianti sportivi, indicati in quella delibera, 31 sono stati qualificati espressamente come a rilevanza economica – sottolinea Ferrante - purtroppo, la Virtus è tra questi. Necessitiamo di un nuovo regolamento sugli impianti sportivi. Il nostro è vetusto, risale al 1997». «In quella delibera – prosegue l’assessore - il criterio viene individuato nella capienza di spettatori dell’impianto. Se superiore a 100, questo è a rilevanza economica. La differenza è fondamentale. Rientrando l’impianto di Piscinola in questa categoria, l’amministrazione non può che avvalersi del Codice gli appalti e dell’articolo 164. Pena la violazione della legge con tutte le conseguenze civili, penali e amministrative del caso». In pratica, l’assessore offre parere favorevole all’ordine del giorno sottoscritto da tutti gli schieramenti politici, lasciando intendere però di avere le mani legate da norme comunitarie e nazionali, nonché regolamenti locali, sulla possibilità di revisionare il bando. Rinviando così la modifica della qualificazione dell’impianto da economicamente rilevante ad attrezzatura sportiva di quartiere (classificazione che permetterebbe alla Virtus di restare nella tendostruttura) all’eventualità che la gara vada deserta.

Video La risposta dell’assessore Ferrante fa sobbalzare dai propri scranni i consiglieri d’opposizione. Su tutti Salvatore Guangi, che uscendo dall’aula in segno di protesta, rivolgendosi ai banchi della giunta tuona: «Questo è l’ennesimo scippo alla città di Napoli. State sottraendo ai giovani del quartiere una struttura aggiustata con fondi di beneficenza. State commettendo un errore gravissimo nei confronti di quel territorio. Anche il sindaco aveva preso posizione su questa cosa. Usciamo dall’aula e vi prendete voi responsabilità su questa cosa. State creando un danno nei confronti dei ragazzi che praticano sport in quella struttura».

Prova a placare gli animi il consigliere di maggioranza Nino Simeone, chiedendo una sospensione di venti minuti della seduta per ricucire uno strappo avvenuto dopo una discussione, precedente al parere dell’assessore, in cui tutti sembravano d’accordo. Così sul tema dell’impiantistica il consigliere Gennaro Esposito del gruppo Manfredi Sindaco: «Tutti gli impianti sportivi del Comune di Napoli in realtà non sono di fatto gestiti dall’ente. Non ci sono atti amministrativi a riguardo. È una cosa che ho già denunciato nel mio primo mandato da consigliere comunale. Spero che con questo nuovo corso si provvederà a dare una soluzione, dato che il decreto 38 del 2021, attualmente non efficace, traccia un percorso per l’affidamento degli impianti. Valorizzando, e questa è una considerazione che può essere valida anche per la tendostruttura di Piscinola, il valore sportivo e sociale sul territorio». Palumbo di Cambiamo ha ricordato che la Virtus Piscinola «ha sottratto migliaia di ragazzi dalla strada in un territorio a rischio». «Oggi – aggiungeva ottimista - grazie allo sport si è unita la politica. Abbiamo un dibattito che supera il bando in discussione: c'è bisogno di maggior dialogo tra uffici, amministrazione e consiglio comunale. Serve poi un metodo con la suddivisione tra impianti sportivi, grandi, piccoli e medi. Il terzo punto è che bisogna ascoltare i territori. Spero non rimanga solo un dialogo all'interno del consiglio». Sulla stessa scia l’intervento del capogruppo Pd, Gennaro Acampora: «Con quest'ordine del giorno non interveniamo nel merito del bando. Dobbiamo decidere però se le associazioni sportive sono utili alle nostre periferie oppure se è più utile commercializzare le attività sociali che ci sono nei nostri quartieri. Dobbiamo fornire una risposta. Vale per anche la tendostruttura di Piscinola. Se si fa un bando lo può vincere la Virtus, il Real o l'Atletico. Non fa differenza. Ciò che fa la differenza è se nel bando viene vietato alle associazioni sportive dilettantistiche di partecipare se non sono in possesso dell'iscrizione alla CCIAA o di un bilancio certificato».

Lo stesso Sergio D’Angelo di Napoli Solidale, pur non firmando l’ordine del giorno in quanto ritiene il bando impassibile di modifica, asseriva: «Non esiste solo il Codice degli appalti, ma anche quello del Terzo Settore. Credo che il bando sia sbagliato per due motivi: perché non enfatizza e non valorizza le esperienze sociali. E poi in quanto non prevede la categoria delle associazioni dilettantistiche sportive. Ciò è sbagliato perché le obbliga a essere iscritte alla Camera di Commercio e a costituire un'ATI. Queste associazioni non hanno questa dimestichezza né sanno cosa sia un'ATI, ma conoscono benissimo come portare avanti attività sociali sul territorio».

Alla fine, il conciliabolo tra membri di maggioranza e opposizione durante la sospensiva richiesta da Simeone, non porta a nulla. Le opposizioni, in segno di protesta, restano fuori dall’aula. I consiglieri presenti in aula sono solo venti. La seduta viene sciolta in mancanza del numero legale, senza risposte concrete sul destino dei circa 200 tesserati della Virtus Piscinola. Un’impasse che dovrebbe essere sbloccata da una riunione dei capigruppo con l’assessore allo Sport nei prossimi giorni. Sempre che il bando di gara vada deserto.

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