Napoli, la sferzata di De Luca: «Democrazia in crisi, la borghesia reagisca»

Napoli, la sferzata di De Luca: «Democrazia in crisi, la borghesia reagisca»
di Maria Pirro
Martedì 22 Ottobre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 10:54
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De Luca riunisce rettori, sovrintendenti, registi, giornalisti, direttori di musei , intellettuali, architetti, artisti, rappresentanti delle istituzioni. Fa arrivare in città il ministro Franceschini, stringe la mano al sindaco De Magistris. Se la prende con quella borghesia che si mette in maschera, ma invita tutti a collaborare: «Dinanzi a una fase di stanchezza della democrazia, il mondo della cultura deve reagire con spirito critico». Questo il suo messaggio lanciato in apertura degli «Stati generali» convocati per una due giorni che ha preso il via ieri a Palazzo reale.
 
«Sono tempi - osserva il governatore - in cui il pensiero sembra sparito. Oramai si ragiona a colpi di tweet. Il senso di questa iniziativa non è solo fare il punto su quello che è stato fatto e quello che faremo. Ma anche aprire una riflessione su questa fase di stanchezza della democrazia che stiamo vivendo». Sinergie e programmi che possono tornare utili anche in vista delle Regionali. E non manca, appunto, un monito rivolto a quella borghesia che ha «la tendenza a vivere di maschere all'insegna della doppiezza, dell'opportunismo, dell'ipocrisia», aggiunge citando Francesco de Sanctis.

Oggi la sintesi dei lavori, suddivisi in sei focus e guidati da pool di esperti, un centinaio di partecipanti a ogni tavolo tematico, ma diversi progetti vengono annunciati direttamente dal governatore. Tra i principali, gli Studios, pronti a marzo, nell'ex Nato di Bagnoli e un investimento per «difendere con i denti» il Centro di produzione Rai. Considerato che a Milano il restyling è in corso, anche Napoli deve attrezzarsi per «evitare tentazioni sempre presenti», ovvero ipotesi di delocalizzazione. Poi, c'è l'archivio digitale, dai testi teatrali ai video, finanziato con 28 milioni. Il festival della letteratura di Salerno è l'occasione per ricordare con un applauso il suo ideatore, Francesco Durante, scomparso ad agosto. Un altro impegno è in favore del Salone del libro (dal 2 al 5 aprile nella più accogliente Stazione marittima), con l'editore Diego Guida che, conquistato l'ingresso nella rete europea, mette a segno un altro colpo. L'invito ottenuto per la Campania, come «Regione ospite», alla 33esima edizione del Salone di Torino. «Diventerebbe l'occasione per far scoprire e riscoprire autori e artisti campani e per rendere patrimonio comune la storia e le tradizioni», scrivono Silvio Viale, presidente dell'associazione che organizza l'evento, e Maurizia Rebola, direttore della Fondazione circolo dei lettori. Un altro appuntamento è il 15 novembre a Capodimonte. Con la mostra di Santiago Calatrava, architetto, ingegnere e scultore spagnolo. E il direttore del museo Sylvain Bellenger è chiamato a incontrare Dario Franceschini, il ministro che l'ha conformato, probabilmente prima dell'inaugurazione. Occorre far partire il masterplan: «La grande trasformazione che coinvolge anche il bosco, il progetto è pronto, ambizioso e unico», spiega Bellenger; mentre a Palazzo reale si aprono sale chiuse da 20 anni (tra cui la sacrestia della Cappella palatina), si moltiplicano i cantieri e i restauri mostrati con orgoglio dal direttore Paolo Mascilli Migliorini. Restano da affrontare i problemi nel centro storico. «Ci troviamo spesso in un contesto di degrado», avvisa il rettore dell'Orientale, Elda Morlicchio. Il Madre, con l'esortazione di Franceschini a puntare sul «contemporaneo», il Mann e il sistema dei musei, da piazza Cavour al Duomo, possono essere una risposta efficace. Per il rilancio, per la città e la Campania. Senza trascurare il sociale. «È importante coinvolgere di più i ragazzi detenuti a Nisida», dice Anna Imponente, direttrice del Polo museale in Campania. Un esempio di come coniugare educazione e bellezza anche contro clan e criminalità c'è, in realtà, nello stesso edificio degli «Stati generali»: lo spazio per Nati per leggere che coinvolge madri e figli dei quartieri disagiati. Il futuro adesso.
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