Napoli, le opposizioni lasciano il Consiglio comunale: sprint arancione, approvate 25 delibere

Napoli, le opposizioni lasciano il Consiglio comunale: sprint arancione, approvate 25 delibere
di Luigi Roano
Mercoledì 6 Dicembre 2017, 09:47
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Era nell'aria l'Aventino delle opposizioni, del resto lo stesso presidente del Consiglio comunale Alessandro Fucito aveva scritto a sindaco e giunta chiedendo di non svuotare le prerogative del Consiglio. Ma l'ordine del giorno di ieri - con una ventina di delibere di mera ratifica vale a dire da approvare «con i poteri del Consiglio» ovvero immodificabili - senza possibilità di fare emendamenti è rimasto identico malgrado l'appello di Fucito. Così la scelta di tutte le opposizioni, dal Pd a Forza Italia passando per il M5S e Fratelli d'Italia, è stata quella di lasciare i banchi del Consiglio comunale e salire sull'Aventino. Tuttavia la sensazione che questa volta gli assenti abbiano torto, nonostante le giuste critiche, è netta. Si poteva non lasciare l'assemblea cittadina e votare no agli atti, sarebbe stata una rappresentazione plastica degli equilibri in Consiglio anche quando nessuno si sfila, il no avrebbe avuto un sapore politico forte soprattutto se accompagnato da mozioni e ordini del giorno. Senza dimenticare la bacchettata data da Fucito alla sua maggioranza. Questo il quadro della giornata dove gli arancioni non si sono persi d'animo e hanno comunque dato prova di compattezza. Perché prima di abbandonare via Verdi quelli dell'opposizione hanno chiesto la verifica del numero legale e gli arancioni erano 23 nonostante l'assenza di Gaetano Troncone. Certo hanno risposto presente sindaco e presidente ma anche senza questo sostegno sarebbero stati 21 e in grado di mantenere il numero legale. La maggioranza così è andata a carro armato e ha approvato 25 delibere in meno di un'ora. Quasi tutte con «i poteri del Consiglio»: si tratta di variazioni di bilancio, che incidono e modificano la manovra già approvata ben prima dell'assestamento. Una necessità dettata dall'esigenza di far quadrare i conti in funzione delle risposte da dare alla Corte dei Conti, che ha bocciato il Piano di riequilibrio del debito, che devono arrivare entro la fine dell'anno.
 
Prima di approfondire è utile tornare ancora sullo scontro in atto. In una nota congiunta tutte le opposizioni Pd, M5S, Forza Italia, Fdi, Prima Napoli, La Città e Napoli Popolare hanno sottolineato con fermezza la loro scelta: «Abbiamo abbandonato i lavori del Consiglio comunale - si legge nella nota - perché il sindaco e la giunta hanno di fatto commissariato il Consiglio comunale, esautorando gli eletti del popolo delle prerogative attribuite loro. Propinare all'Aula una sfilza di delibere già adottate in giunta con i poteri del Consiglio, di fatto un vero e proprio bilancio di assestamento mascherato, senza possibilità di poterle discutere o emendare, toglie il ruolo di indirizzo e controllo ai consiglieri e annulla la partecipazione democratica all'interno delle istituzioni comunali».

Il sindaco de Magistris non ci sta. Fa un garbato richiamo anche alla sua maggioranza e promette che la musica cambierà: «Alcuni toni usati non li ho condivisi così come l'uscita dall'aula - spiega l'ex pm - trovo invece utile lavorare tutti insieme, a iniziare da me perché si possa creare un miglior clima tra maggioranza e opposizioni. L'anno nuovo deve cominciare con un metodo migliore e più proficuo». E qui arriva l'appello alle opposizioni e il richiamo alla maggioranza: «Le commissioni devono lavorare meglio, la maggioranza deve dialogare di più - il riferimento è all'abbandono della presidenza di una commissione dell'arancione Cecere perché non era presente la sua maggioranza e i lavori si sono bloccati - e le opposizioni devono dare un contributo alla città senza pensare di essere sempre in campagna elettorale». Quindi il sindaco conclude: «Io mi impegnerò perché ciò avvenga, per il resto abbiamo approvato delibere importanti nell'interesse della città. Il Consiglio comunale è il luogo del confronto e della rappresentanza di tutta la città ma è importante anche che il Consiglio produca atti e delibere utili alla città». Quanto agli atti approvati, da sottolineare - fra gli altri - il recupero di sei milioni dalla rinegoziazione di un prestito con la Cassa depositi e prestiti, subito investiti su spese già effettuate per sanare debiti fuori bilancio; l'accesso a un bando del governo per quasi un milione per il piano antisismico. Si misureranno gli impatti delle onde del terremoto e in questo modo si verificheranno quali sono gli edifici più a rischio. Rinviata, invece, in attesa del ritorno delle opposizioni - nella sostanza una mano tesa concreta - la delibera sul Reddito di inclusione attiva, fondi dello Stato per 17 milioni, con i quali si potranno fare assunzioni e assistere circa 3mila persone in difficoltà.
 
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