Napoli, de Magistris non fa sconti: «Il governo più a destra della Repubblica»

Napoli, de Magistris non fa sconti: «Il governo più a destra della Repubblica»
Lunedì 4 Giugno 2018, 10:02 - Ultimo agg. 14:10
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«Non ci siamo mai fermati e ora che il Parlamento c'è, è chiaro che ci muoveremo. A giugno l'agenda è fittissima, faremo tanti incontri con parlamentari e ne chiederemo alla compagine di Governo. Napoli sarà in prima linea per la cooperazione istituzionale ai massimi livelli». Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. «La correttezza che ci contraddistingue e il senso istituzionale che abbiamo ci impongono, ed è nostra volontà, di cooperare con il governo e in particolare con gli interlocutori dell'esecutivo che maggiormente devono mettersi in connessione con la città», ha aggiunto.
 

Questa mattina, invece, il sindaco aveva espresso le sue considerazioni sul nuovo governo in un lungo post su Facebook: «I governi, come sempre, si valutano dalle cose fatte e da quelle non fatte, dalle parole dette e dai silenzi, dalla coerenza e dai tradimenti. Anche noi valuteremo le azioni e le omissioni di questo governo da quello che farà e da quello che non farà, senza pregiudizi e senza sconti. Politicamente questo governo è lontanissimo dal laboratorio Napoli. Il governo più a destra della Repubblica. Il mai con la Lega del M5S è divenuto alleanza e contratto. La Lega del Sistema, di Berlusconi, delle inchieste, della xenofobia, dell'odio per i terroni, del fiscal compact, delle guerre (da cui derivano le tragedie delle migrazioni). Nel contratto si legge la continuità con le politiche liberiste, manca la lotta alle disuguaglianze, le diversità sono percepite come un pericolo (del resto è stato firmato nel luogo dove siede il governatore della Regione Lombardia in quota lega che cominciò la sua campagna elettorale dicendo che in Italia era in pericolo la razza bianca), manca il Sud, manca la lotta alla mafia ed alla corruzione, è assente, in sintesi, l'attuazione della Costituzione e il filo conduttore sono i sentimenti di paura e di respingimento». 

«Noi, invece, dal basso, abbiamo fondato la nostra esperienza sull'umanità, sulla partecipazione popolare, sulla rottura delle politiche liberiste, sui beni comuni (a cominciare dall'acqua pubblica, che Di Maio propaganda ma che non fanno a Torino e Roma), dalla gestione pubblica dei servizi di rilevanza costituzionale, dalla rottura del patto di stabilità per salvare la scuola pubblica e le politiche sociali, dalla guerra al debito ingiusto ed illegale, dai beni comuni, dalle libertà civili, dalla lotta alla camorra ed alla corruzione. Portiamo in dote cose fatte, in una città difficilissima, non abbiamo certo tradito sull'etica, non ci siamo alleati con il sistema (come si fa a ritenere la Lega un forza nuova se non nel fatto che va a braccetto politico con forza nuova e casapound), è in atto da noi una rivoluzione popolare e culturale. Certo - aggiunge - tante cose si devono ancora fare, gli errori si commettono, ma il sentimento a Napoli è quello positivo: umanità, solidarietà, fratellanza, partecipazione, orgoglio, il contrario della violenza verbale ed istituzionale, del rancore, del filo spinato, della repressione del dissenso. Senza soldi, finanche con le casse pignorate, abbiamo coniugato rivoluzione, rottura del sistema, resistenza ed affidabilità di governo. Vogliamo, allora, da subito, cooperare lealmente, da un punto di vista istituzionale, con governo e Parlamento e daremo atto con onestà e lealtà delle eventuali cose concrete buone che si faranno. Ma siamo già in campo per giocare la partita del contrattacco e del contropiede, da Napoli, dalla città delle quattro giornate, primo popolo in Europa che cacciò con una rivolta i nazifascisti. Noi - conclude de Magistris - ci saremo sempre, per la Costituzione, nata dalla resistenza, con umiltà, determinazione, coraggio, passione e amore, senza mai mollare, come insegna la Storia della nostra città. La Storia la fanno i popoli, non i governanti senza storia, soprattutto quando tradiscono il popolo dicendo una cosa e facendone un'altra».
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