Tari Napoli, de Magistris accusa Manfredi: «Pinocchio, aumenta le tasse e si gonfia il portafoglio»

L'ex sindaco si dice pronto a confrontarsi pubblicamente con Manfredi su conti, tasse e soldi

Luigi de Magistris
Luigi de Magistris
Mercoledì 31 Maggio 2023, 11:05 - Ultimo agg. 12:53
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«Il sindaco Manfredi e la sua maggioranza aumentano anche la Tari ai napoletani. Però, salendo sulla cattedra dell’inganno, Manfredi scarica le colpe sull’amministrazione comunale che non ha saputo fare i calcoli nel passato. Ma il sindaco furbo i calcoli quando gli conviene li sa fare: appena si è insediato ha avuto i soldi che spettavano alla città grazie alle nostre lotte e che a noi dolosamente non hanno dato perché eravamo persone libere e autonome e fuori dal sistema e che gli sono serviti invece a lui per triplicarsi lo stipendio. Ai napoletani aumenta le tasse mentre lui si gonfia il portafoglio», scrive oggi sui social Luigi de Magistris

«Tutti zitti, anche quelli che urlavano contro i privilegi della casta. Guai poi a toccare i fili del potere: tutti in fila per tre, ricordando una bellissima canzone di Bennato. Per avere i soldi Manfredi, che di Napoli “se ne fotte”, mette in vendita tanto patrimonio pubblico della città, i gioielli di Napoli e si impegna a svendere ai privati altri beni comuni, addirittura lo stadio Maradona, il Maschio Angioino e il Castel dell’Ovo», prosegue de Magistris.

«Per giustificare l’aumento delle tasse se la prende poi con chi evade le tasse. Giusto ha dimenticato di dire, e qui il naso gli diventa ancora più lungo, che il primo evasore pubblico debitore del Comune di Napoli era per circa 40 milioni di euro l’università ai tempi di Manfredi Rettore.

Ma Manfredi si è premiato ed assolto da solo, tanto che per diversi professori della “sua università” palazzo San Giacomo è divenuta la succursale dell’università. È lo stesso che da ministro dell’università ha operato non per aiutare Napoli, ma per contribuire a cercare di farla fallire, ma abbiamo resistito, per poi prendersi i soldi quando è divenuto sindaco», attacca l’ex sindaco di Napoli.

«Io so e dunque parlo e racconto quello che altri che dovrebbero raccontare non lo fanno. Questi soldi, tanti soldi, avuti da quasi due anni dove stanno? Li tiene “astipati” il sindaco o a chi li sta dando, visto che servizi e qualità della vita peggiorano e la città è fuori il controllo dell’amministrazione?. Non ci vuole Sherlock Holmes per capirlo. Ma tutti zitti e buoni, che nessuno disturbi il manovratore che ha come braccio destro un questore e come braccio sinistro un magistrato. A noi invece ci contestavano pure l’aria che respiravamo. Non avevamo scudi per difenderci e non usiamo grembiuli perché siamo puliti e non ci sporchiamo se non con la fatica dell’onestà», incalza de Magistris. 

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«Per ora il prof. Manfredi, un corpo estraneo alla città, campa di rendita per il lavoro fatto negli ultimi dieci anni da tante donne ed uomini che hanno agito solo per amore della città e dei napoletani. Ma il campare di rendita non lo autorizza a ingannare Napoli. Se poi Manfredi volesse confrontarsi pubblicamente su conti, patrimonio, tasse e soldi lo farei, per amore della mia città, con piacere. Ma lui scappa dal popolo, da chi non è omologato, da chi dissente, frequenta solo il sistema», conclude de Magistris. 

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