Napoli, Comune indebitato e con le casse vuote: al palo anche servizi

Napoli, Comune indebitato e con le casse vuote: al palo anche servizi
di Pierluigi Frattasi
Sabato 2 Giugno 2018, 08:30
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Casse a secco al Comune di Napoli. Stretto tra un mare di debiti, un disavanzo certificato di 1,7 miliardi e i vincoli del piano di risanamento per uscire dal pre-dissesto che impongono una corsa a tappe forzate su riscossioni e dismissioni, Palazzo San Giacomo si ritrova in una morsa micidiale, dalla quale sembra difficile uscire. Senza soldi, anche i servizi sono al palo. I trasporti sono al collasso e non passa settimana che non si fermino per guasto il metrò, le funicolari o i bus. Sospese le manutenzioni delle case popolari, le rimozioni con carro gru delle auto in sosta vietata e da ieri pure la manutenzione delle fontane pubbliche. Bloccate le potature, per mancanza di uomini e mezzi, con gli alberi che in alcune strade svettano fino ai piani alti dei palazzi. Una situazione che sembra precipitare di giorno in giorno.
 
Il budget di 11 milioni per le manutenzioni degli immobili comunali si è esaurito a marzo. Raschiando il fondo del barile si è riusciti a tirare la cinghia fino al 30 giugno. Dopo non si sa. Gli interventi della NapoliServizi sulle case popolari al momento sono quasi del tutto sospesi: ferme le riparazioni ordinarie e straordinarie, si sta dando seguito solo alle diffide di Protezione Civile e Vigili del Fuoco. Ma non basta, e anche per queste ultime stanno fioccando le denunce al Comune per inottemperanza. Si lavora con interventi minimi per eliminare il pericolo. In caso di rischio folgorazione, invece di riparare l'impianto, si stacca la spina. Sul bilancio 2019, secondo gli uffici comunali, non c'è la copertura finanziaria per coprire tutta l'annualità. Il Comune, intanto, prova a fare cassa. In questi giorni si terrà l'asta di vendita dei primi 6 immobili, sui 13, tra cui una villa a Marechiaro e una palazzina a via Marina. Mentre si lavora alle dismissioni di alloggi popolari e fondi rustici.

Il destino dell'Anm, l'azienda comunale della mobilità, resta un'incognita. Da dicembre è in concordato fallimentare, sotto tutela del Tribunale di Napoli, che ha concesso una proroga per la presentazione del piano di risanamento da sottoporre ai creditori al 4 luglio. Poco più di 30 giorni per salvarsi. A fine mese chiuderà il deposito del Garittone, che serve i bus per la Zona Ospedaliera e l'area nord. Il contratto per la sosta col Comune è scaduto a dicembre e non è stato rinnovato. Intanto, il nuovo manager Nicola Pascale sta premendo l'acceleratore sulla lotta all'evasione e sull'aumento dei ricavi dalle vendite. Ieri altri 13 lavoratori in esubero sono andati in esodo incentivato, portando il totale dei fuoriusciti finora a 72. Altri 25 sono i pensionamenti naturali. Mentre 50 dipendenti sono stati riqualificati come controllori.

Per il 2019, sul Comune pende la scure della multa da oltre 80 milioni di euro, a causa dello sforamento del patto di stabilità nel 2016, accertato dalla Corte dei Conti. Il taglio avverrà direttamente sui trasferimenti dallo Stato del fondo di solidarietà comunale, attualmente pari a circa 330milioni di euro. I tagli potrebbero ricadere su attività sportive, asili nido, case per anziani, e manutenzioni. I restyling di strade programmati con i fondi europei della Regione non sono a rischio, diverso il caso delle manutenzioni ordinarie e straordinarie e su pronto intervento, coperti oggi dalla NapoliServizi, con un budget di 4,8 milioni. Stop anche a nuovi mutui, mentre quello per rifare il San Paolo è già saltato. Anche i contratti con le società partecipate, di cui molti (Anm, NapoliServizi, Abc) in scadenza, potrebbero essere rivisti. Il Municipio spera in una legge speciale che possa rivedere i termini della multa, visto che per Napoli la sanzione prevista è pari al 100% dello sforamento della spesa nel 2016, mentre con le nuove norme il tetto è sceso al 30% spalmabili su 30 anni. Intervento che si spera possa arrivare magari col decreto Enti Locali tra agosto e settembre. Senza certezza, però, difficile fare previsioni. E anche per le partecipate che hanno i contratti in scadenza a giugno, come NapoliServizi, si ipotizzano soluzioni ponte, con proroghe di qualche mese.
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