La battaglia del sindaco di Napoli per cancellare il debito ingiusto si conclude, per adesso, con un aggravio di spesa da 75mila euro. Serviranno per difendere Napoli dalla causa intentata in Inghilterra da una banca che non ritiene affatto ingiusto il credito che vanta dalla città e, anzi, pretende che la stessa Giunta metta nero su bianco che non c'è nulla da cancellare e che i debiti saranno pagati.
Partiamo dalla parte più amara del racconto, l'imbarazzato dietrofront della Giunta comunale che ha cercato di rabbonire la banca con una delibera che smentisce quella storica del 2020 contro il debito ingiusto. Nel nuovo documento l'Amministrazione comunale, com'è scritto nei documenti ufficiali «ha, tra l'altro, precisato che la delibera di Giunta Comunale n. 117 del 24/04/2020 (quella sul debito ingiusto n.d.r.) non incide sui contratti di mutuo e di swap/derivati in essere del Comune di Napoli la cui validità ed efficacia permangono». Situazione piuttosto imbarazzante.
La questione più singolare della vicenda, che chiariremo nel dettaglio più avanti, però riguarda una nuova, poderosa, spesa che nasce proprio dalla battaglia sulla cancellazione del debito ingiusto: si tratta di 75mila euro che il Comune ha messo sul tavolo per trovare un avvocato pronto a difendere la città davanti all'alta corte di giustizia inglese alla quale s'è rivolta la banca.
Il fatto è che, per i legali di Palazzo San Giacomo, la questione sollevata dalla banca è estremamente complessa e poi nessuno di loro ha le caratteristiche per andare a Londra a difendere il Comune. Per la precisione c'è un documento di Palazzo San Giacomo in cui si spiega che, sulla base delle «note del Dipartimento Avvocatura del 7 e 13 gennaio 2021 (PG 2021/687 e 2021/30496), con le quali l'Avvocatura comunale ha rappresentato che, stante la complessità e l'elevato tecnicismo della materia, e tenuto conto della mancanza di abilitazione della Avvocatura comunale a patrocinare innanzi al giudice inglese, è necessario selezionare un legale esterno per la difesa del Comune».
E per trovare un avvocato capace di affrontare la complessità e il tecnicismo della questione, peraltro abilitato al patrocinio in Inghilterra, è stata stanziata la somma di 75mila euro ed è stata anche aperta una procedura comparativa di massima urgenza per individuare il legale adatto alla bisogna.
A rivolgersi all'alta corte inglese è stata la Deutsche Bank, dopo aver letto la delibera del 2020 sulla cancellazione del debito ingiusto, per tutelare la sua posizione nel contratto di swap con il Comune.
L'istituto pretende che si chiarisca che non c'è nessuna ingiustizia nell'operazione conclusa con il Comune di Napoli e chiede chiarezza sull'annuncio ufficiale di ricorrere alle vie legali per cancellare il debito. Una mediazione si sarebbe potuta trovare, se la Giunta avesse accettato di mettere nero su bianco che il debito non è ingiusto e che non ci sarà ricorso alle vie legali, ma Palazzo San Giacomo non ha voluto scrivere nulla.
La giunta se l'è cavata con una lettera in cui ha smentito la solennità dell'atto sul debito ingiusto, ha scritto alla banca che la delibera è «un mero atto di indirizzo al quale non è mai stato dato alcun tipo di esecuzione», ma la Banca non è convinta. Non ha ritirato la sua richiesta alla corte inglese e ha dato tre mesi al Comune per trovare una via d'uscita onorevole.
Nel frattempo, però, la giustizia britannica andrà avanti e bisogna difendere il Comune, i 24 avvocati di Palazzo San Giacomo non possono farlo, bisogna trovarne uno con le caratteristiche adatte, e spendere altro denaro.