Fico e de Magistris: pace a Marechiaro dopo i veleni

Fico e de Magistris: pace a Marechiaro dopo i veleni
di Luigi Roano
Lunedì 28 Maggio 2018, 08:19 - Ultimo agg. 17:01
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Nel pieno di una crisi istituzionale senza precedenti per l'Italia, Roberto Fico, il presidente della Camera, poco dopo le 22 è arrivato a Marechiaro - nella sua Posillipo - insieme alla compagna dove ha partecipato al battesimo di una pizzeria dalla griffe famosa, «Cicciotto» dei fratelli Capuano. E lì ad accoglierlo c'era - come anticipato da Il Mattino - il sindaco Luigi de Magistris. Stanco, vestito in maniera molto casual, il presidente della Camera non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla crisi in atto: «Sono qui per rilassarmi dieci minuti, non rispondo a domande né su quanto sta accadendo a Roma né su Napoli» le sue parole. In realtà Fico ha avuto un faccia a faccia con il sindaco durato una trentina di minuti: cosa si sono detti? Stando a quello che trapela, è stato superato lo scontro di questi giorni. Vale a dire la centralità del Sud che secondo de Magistris non c'è nel programma del M5S al punto che l'ex pm ha accusato di tradimento elettorale i grillini. Con Fico che ha replicato a stretto giro con parole secche: «Impossibile tradire il Sud e Napoli, siamo una forza nazionale e noi interessa tutto il Paese ma è chiaro che il Sud è l'occasione di sviluppo più grande che c'è in Europa».
 
Oltre questo tra i due c'è stato un fitto dialogo proprio sulla crisi istituzionale. De Magistris, prima che arrivasse Fico, ha esternato le sue preoccupazione perché «l'Italia è da sei mesi senza un Governo ed è un Paese bloccato» sottolineando che in questo momento «sono solo i sindaci ad arginare la fragilità attuale e il riferimento dei cittadini». E poi si è parlato della possibilità di andare al voto. Su questo poco trapela, tuttavia i dubbi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si ha le sensazione che in buona parte siano condivisi anche da de Magistris. Sul pensiero di Fico al riguardo poco trapela ma sono molto chiare le invettive dei pentastellati verso il Quirinale.

Torniamo ad argomenti più locali strettamente collegati al governo di Napoli. Chiuso il congresso di demA, il sindaco ha le mani libere per mettere a punto il rimpasto di giunta. Un'idea alla quale ha sempre lavorato negli ultimi mesi, e questo significa che qualcosa da cambiare nella squadra di Governo per il sindaco è un fatto concreto e da affrontare. Quanto sarà largo e profondo il rimpasto che l'ex pm vuole per lo sprint che vuole fare sul fronte amministrativo e dei servizi resi alla città in questi ultimi tre anni di mandato dipenderà dai colloqui con i singoli assessori e con la maggioranza. Certo è che de Magistris tutto può permettersi in questo periodo tranne che l'immobilismo. Deve scuotere l'ambiente, consapevole che se non intervengono leggi speciali il prossimo bilancio sarà un tormento nella migliore delle ipotesi o da preludio addirittura al default. Il quadro nazionale in questo contesto è una variabile importantissima. E potrebbe motivare molto le sue truppe e sdoganare poltrone e posizioni. Cosa significa? De Magistris in apertura del congresso ha chiarito subito che a livello elettorale «da oggi in avanti ci saremo sempre, anche se si dovesse votare per le politiche tra tre mesi non staremo a guardare». Quella che sembrava 48 ore fa una ipotesi remota oggi invece sembra essere molto più concreta. L'ideale per dare slancio e vigore al Movimento e cercare di dare un senso alla consiliatura. Il ragionamento è questo: se si votasse per le Politiche subito in campo, per le Europee dell'anno prossimo la lista con Diem25 è già pronta e alle Regionali del 2020 lo stesso sindaco ha ormai lanciato il guanto di sfida al governatore Vincenzo De Luca. Chi forti pruriti di confrontarsi a livello nazionale potrebbe lasciare perdere la questione della poltrona in giunta per tentare l'avventura e correre per andare in Parlamento. Si ricorderà che proprio la decisione del sindaco di non far partecipare alle politiche del 4 marzo demA scatenò le prime vere tensioni tra arancioni, soprattutto tra l'ala più moderata e quella rappresentante dai Movimenti. Il rimpasto di giunta - dunque - risentirebbe e non poco se nel prossimo autunno ci saranno nuove elezioni. Fino a ieri - riguardo agli assessori sui quali il sindaco aveva intenzione di fare una riflessione - in bilico erano Roberta Gaeta (Welfare), sicuramente Maria d'Ambrosio (Ambiente) in quota Verdi e Alessandra Sardu (Avvocatura) in quota Riformisti democratici. Ma soprattutto quest'ultima è in forte risalita e molto presente in Comune e si è vista anche al congresso di DemA. Non sono gli unici. Per assessori più di peso che pure potrebbero essere coinvolti - Mario Calabrese (Trasporti), Annamaria Palmieri (Scuola) e Nino Daniele (Cultura) - il discorso è molto complesso, sono dei big. Conoscitori della macchina amministrativa, saranno loro fondamentalmente a decidere cosa fare per i prossimi tre anni. Purché dimostrino di avere ancora entusiasmo.
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