Napoli, la flotta fantasma di de Magistris: dopo la sfilata in mare sono spariti tutti

Napoli, la flotta fantasma di de Magistris: dopo la sfilata in mare sono spariti tutti
di Valerio Esca
Mercoledì 10 Luglio 2019, 07:30
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«Stiamo costruendo una piccola flotta: velieri, gommoni, barche perché siamo disposti ad andare a soccorrere. Il porto di Napoli è aperto, l'ho detto alla Sea Watch a suo tempo, lo ripeto ora». Il sindaco de Magistris ha ribadito la sua idea di costituire una flotta napoletana per soccorrere in mare i migranti in difficoltà, durante il convengo Lampedusa e il Mediterraneo, la vie della bellezza e dell'accoglienza, che si è tenuto lunedì nella città siciliana.
 
Il tema è delicato, anche se in realtà una flotta al momento non c'è. All'annuncio del primo cittadino non segue un movimento, una comunità, o volontari già pronti a salpare. Dal Comune però ci tengono a far sapere: «Il riferimento della flotta si rifà all'evento organizzato lo scorso 29 giugno. Il Comune ha incassato la disponibilità di alcuni privati a mettere a disposizione la propria imbarcazione». 

Il sindaco pare voglia spingere per creare una sinergia con chi ha deciso di seguirlo nella manifestazione di fine giugno Napoli, un mare di Pace, organizzata come gesto di solidarietà nei confronti dei migranti, che continuano a morire nelle acque del Mediterraneo. De Magistris sul tema è stato molto chiaro, schierandosi anche al fianco di Carola Rackete, la capitana della Sea Watch arrestata proprio all'alba dello scorso 29 giugno. Si tratta di una trentina di imbarcazioni, tra piccoli velieri e qualche gommone, messi a disposizione da amici e simpatizzanti del mondo arancione. Da Palazzo San Giacomo spiegano come si sia ancora in una programmazione di massima, per cercare di capire chi realmente voglia battere bandiera napoletana. Chiaramente bisogna considerare come alcune delle imbarcazioni, che hanno partecipato il 29 giugno alla sfilata partita dal Molosiglio, siano state affittate da privati e dunque non potranno rientrare nel novero della flotta. Il primo cittadino pare fermamente convinto di voler proseguire su questa strada: «Voglio vedere se si fa un maxiprocesso - ha incalzato da Lampedusa - a Napoli abbiamo anche l'aula bunker. Faranno un De Magistris+700, oppure +400. Da magistrato a sindaco sono 120 i procedimenti a mio carico, ma perché sono un mariuolo? No, ma perché anzi gli facevo la caccia, tutto al contrario». 

Oltre a Roberto Calderoli della Lega, che al sindaco ha risposto in maniera tranchant («se davvero vuol trasformarsi in un emulo di Carola Rackete mettendo in mare una sua flotta per andare a recuperare immigrati in Libia si accomodi pure: uno come lui dovrebbe conoscere bene le leggi e i codici e sapere a cosa andrà incontro»), c'è anche chi da Napoli, attraverso il web, ha attaccato l'iniziativa del sindaco accusandolo di «pensare a tutt'altro». 

Da Palazzo San Giacomo sono ben consapevoli che non sarà semplice raccogliere il favore di volontari, che possano mettere a disposizione le proprie imbarcazioni private per nobili cause, quali soccorrere i migranti in difficoltà. Un conto è sfilare due ore nel Porto di Napoli, un'altra è trasformarsi in una pseudo Ong andando incontro a sanzioni, arresti e processi sfidando le leggi dello Stato, quelle del mare e quelle sull'immigrazione. Molto più probabile che i simpatizzanti di turno alla fine si tirino indietro facendo naufragare sul nascere il progetto della flotta napoletana.
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