Napoli nel caos, il monito di Brunini: «Chi ha responsabilità deve dare il meglio»

Napoli nel caos, il monito di Brunini: «Chi ha responsabilità deve dare il meglio»
di Gianni Molinari
Lunedì 27 Agosto 2018, 12:00
3 Minuti di Lettura
Capodichino «privatizzata» esempio di risultati che si raggiungono (più venti per cento il traffico passeggeri nei primi otto mesi del 2018), di servizi che migliorano nettamente e di aziende che funzionano in una città che tira il fiato sulla progettualità, che spesso non trattiene i migliori e vive di tanta anarchia. Armando Brunini è un napoletano di ritorno: dopo avere lavorato all'estero dal 2013 è l'amministratore delegato della Gesac la società controllata da 2i Aeroporti spa, una holding di proprietà di fondi d'investimento italiani (F2i il 51%) e stranieri (Ardian e Crédit Agricole Assurances il rimanente 49%), dunque un osservatore provilegiato.

Napoli senza progetto e senza autorità?
«È evidente che l'analisi di Scotto Di Luzio coglie il tema, mette il dito nella piaga in maniera lucida con un comprensibile pessimismo».

Ma...
«Ma io preferisco partire dal bicchiere mezzo pieno perché li si possono trovare le soluzioni e le strade da seguire».

Partiamo.
«Quattro - cinque anni fa a Napoli non c'erano turisti, oggi la città è invasa: i ristoranti sono pieni e cominciano a servire i clienti alle 19. Quelli sono clienti stranieri! Il turismo a Napoli ha consentito di ammortizzare gli effetti della crisi del 2007 che sono stati devastanti. Il turismo è un'opportunità per la città».

Che tuttavia rischia di essere sprecata se si restituisce un'immagine di anarchia generale.
«Qualche anno fa abbiamo partecipato anche noi alla definizione del piano strategico del turismo che doveva gestire il fenomeno. Alcune cose sono state fatte, altre no».

Per esempio.
«Cose che sembrerebbero banali: la pulizia, il decoro urbano, la lotta alle illegalità cominciando dai parcheggiatori abusivi».
 
Lei dice banali, ma proprio questo denota l'assenza di una leadership che le individua come assi strategici della bonifica dalle illegalità.
«Si, ma senza soldi è complicato. L'amministrazione non è facile: servirebbero vigili, ma non si possono assumere, per esempio, perchè il Comune è in predissesto».

E regna l'anarchia creativa.
«Ripeto, non è semplice. Ma ci sono delle priorità: bisogna ripartire dall'Abc della città, da quanto serve a farla realmente funzionare».

Come?
«Ognuno deve fare la sua parte dai cittadini a chi ha responsabilità nei vari livelli della società e dell'amministrazione».

Facile a dirsi.
«Quando sono venuto a Napoli i miei amici mi davano del pazzo. Invece, no: bisogna dare il meglio e prendere il meglio. Gesac prima della privatizzazione era in perdita e dava scadenti servizi, oggi ha risultati eccellenti: il traffico dall'inizio dell'anno è cresciuto del 20%, solo ad agosto tra l'8 e il 9 per cento. E Gesac è fatta da gente di Napoli».

Quindi
«Quindi si può cambiare passo. Ognuno deve fare bene la propria parte. Abbiamo spazi per migliorare. Non bisogna però cercare alibi. Serve responsabilità dei singoli, competenza civile e professionale».

Anche esempi di chi ha responsabilità servirebbero. Qui, invece, tutti litigano con tutti.
«Infatti chi ha responsabilità deve dare il meglio, ma molto spesso abbiamo una classe politica che non è stata alimentata dalla parte migliore della mia generazione che è quella più formata».

Cosa vuole dire?
«Vuol dire che c'è una generazione che non ha guardato a una politica diventata sinonimo di negatività. Oggi ci chiediamo il perché il livello è basso. Ma quale manager potrebbe essere attratto ad assumere la responsabilità di una società pubblica da milioni di euro e migliaia di dipendenti per uno stipendio da impiegato? I migliori hanno scelto altro e il sistema complessivamente si è indebolito».

La città ha la forza per cambiare passo?
«Ci sono eccellenze, centri di sapere e competenze come le università, industrie all'avanguardia nell'aerospazio, nella moda, nel food. Serve la responsabilità di ciascuno, ma non c'è più tempo da perdere e bisogna agire subito».
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