L'annuncio choc di Ortolani: «Una vita tra bidoni tossici, ho due tumori ma non mollo»

L'annuncio choc di Ortolani: «Una vita tra bidoni tossici, ho due tumori ma non mollo»
di Carlo Porcaro
Sabato 24 Agosto 2019, 08:30 - Ultimo agg. 11:42
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Con il tumore si può decidere di convivere in silenzio, per trovare la forza interiore utile a combattere se non sconfiggere il male. Ma sono tanti i casi in cui la malattia viene resa pubblica, per condividere la propria battaglia personale. Lo hanno fatto la giornalista de Le Iene, Nadia Toffa, morta di recente, oppure l'allenatore del Bologna calcio Sinisa Mihajilovic colpito da una leucemia che lo ha costretto ad abbandonare temporaneamente il rettangolo di gioco. Nel campo politico, ha voluto socializzare le sue cure l'ex senatrice e presidente Pd Graziella Pagano. Ieri, sul suo profilo Facebook, ha fatto altrettanto il senatore del Movimento Cinquestelle Franco Ortolani. Geologo, una vita passata tra l'insegnamento alla Federico II e la lotta con i comitati contro discariche e roghi tossici.
 
Uno choc il suo grido d'allarme. «Un tumore alla prostata e ora uno al rene destro che devo eliminare entro settembre. Vuol dire che pago la mia militanza pluridecennale contro l'inquinamento in difesa della salute, dell'ambiente e delle risorse naturali?», ha scritto sul social network scatenando subito una messe di commenti solidali come «Franco ti auguro una pronta guarigione», «professore lei è una roccia», «sappiamo che significa lottare con un cancro nella Terra dei fuochi».

Senatore Ortolani, come mai ha voluto rendere pubblica la sua malattia con un post sul suo profilo facebook?
«Da settimane rifletto su quello che mi è capitato. Non ho scritto quelle parole su Facebook per essere compatito, ma per continuare a sensibilizzare sul diritto alla salute dei cittadini campani».

Pensa che vi sia correlazione tra i contesti ambientali che ha frequentato e il tumore?
«Dopo l'ennesima diagnosi, avendo già avuto un tumore alla prostata, ho pensato che questa terra mi ha fatto male. Forse ho mangiato qualcosa di cui all'epoca non si conosceva la tossicità oppure ho respirato aria cattiva, non lo so. Il mio impegno a difesa dei cittadini e delle risorse naturali non si ferma, sarò sempre più attivo nell'evitare che ci sia nuovo inquinamento, di volumi enormi di materiale che poi diventa impossibile risanare e riqualificare. Come il caso della Resit, bene il campo dei bambini ma il percolato defluisce verso Lago Patria e i problemi restano. L'unico modo è intervenire duramente perché teniamo presente che non è affatto finito il traffico criminale: produciamo sei milioni di tonnellate di rifiuti non urbani e spesso non censiti».

Ci sono stati passi in avanti grazie al lavoro del ministro dell'Ambiente Sergio Costa?
«Si, poi Sergio mi ha mandato un messaggio di vicinanza. Serve però una vera attività d'intelligence».

Chi sta in prima linea ne subisce le conseguenze: chi abita nella zona dei roghi ne sa qualcosa.
«Stare sempre in prima linea nelle zone di frontiera della terra dei Fuochi può aver contribuito, ma spero che ne uscirò bene nel giro di poche settimane».

Non ha alcuna intenzione di abbattersi.
«I problemi che ho dovuto affrontare e che dovrò continuare ad affrontare, per fortuna, non hanno ridotto la mia presenza sul territorio aggredito da criminali inquinatori. Su questo certamente non intendo arretrare di un millimetro, nell'aula del Senato e vicino alla gente comune».

Le sue parole sono un grido d'allarme sulla questione ambientale in Campania?
«Certo, non mi pare che viviamo in una situazione tranquilla».

In questi giorni si cercano siti di stoccaggio in provincia di Napoli, si teme per l'apertura di nuove discariche mentre a breve chiuderà per manutenzione il termovalorizzatore di Acerra: rischiamo nuova emergenza rifiuti?
«Non mi pare che abbiano trovato il modo per smaltire i rifiuti, quale sia il piano regionale non si ancora. Temo una ripetizione dell'emergenza del 2008, con i siti individuati che poi faranno sollevare la cittadinanza locale. Conseguenza? Gli spacciatori di rifiuti tossici aumentano e il diritto alla salute viene calpestato ancora».
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