Pace e politica sembrano non andare d’accordo. La manifestazione promossa per domani dal governatore campano sembra essersi trasformata in un referendum pro o contro Vincenzo De Luca. La città, le forze politiche, quelle dell’apparato produttivo, persino le scuole si sono divise. Mentre si tenta di spegnere un conflitto, quello tra Russia e Ucraina, all’ombra del Vesuvio se ne aprono altri, meno importanti e fondamentalmente dialettici. Basti pensare ai posizionamenti delle forze politiche: il Pd sarà in piazza al fianco dell’ex sindaco di Salerno. Il centrodestra governativo si terrà alla larga da piazza del Plebiscito. Il M5S ci sarà, ma con una posizione critica, a differenza dei dimaiani, convintamente presenti. Il Terzo polo andrà diviso: sì dei renziani, no dei calendiani. Poco importa di dinamiche che nulla hanno a che vedere con la pace - e con lo sport - al Calcio Napoli. In piazza verranno trasmessi i videomessaggi dei campioni azzurri: «No war» il coro dei ragazzi di mister Spalletti. Ieri è arrivato anche un appello speciale, quello di Jack Raspadori: «Le armi devono fermarsi e deve riprendere il dialogo. Facciamo sentire forte la voce di Napoli contro la guerra». Resta l’appuntamento delle 11 al Plebiscito per l’inizio della manifestazione. Migliaia le persone attese, si parla di 25mila partecipanti, piazza e dintorni off limits, 433 posti bus disponibili e sosta vietata in quasi tutto il centro, con le strisce blu che saranno destinate per qualche ora all’uso esclusivo dei pullman.
Dal partito di De Luca tutti compatti: «Il gruppo Pd Regione Campania parteciperà alla manifestazione. La necessità di mettere fine alle ostilità armate, a questa inutile strage, diventa sempre più urgente ed improcrastinabile». Il segretario provinciale Marco Sarracino conferma la presenza dei dem. Semaforo verde anche dei dimaiani di “Insieme per il futuro”. La capogruppo regionale Valeria Ciarambino fa sapere: «Condivido senza se e senza ma l’iniziativa del presidente De Luca, e insieme ai miei colleghi saremo convintamente in piazza.
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Il centrodestra rimanda al mittente l’invito. Dura la Lega: «La pace va sempre sostenuta, ma l’evento organizzato da De Luca è un’altra storia. Una scalata politica alla segreteria del Pd. Peccato che lo faccia con i soldi dei campani, 300mila euro, con i quali potevamo contribuire al sostegno concreto dei profughi ucraini» tuona il senatore Gianluca Cantalamessa. Il capogruppo regionale Severino Nappi non è da meno: «Chiediamo conto dei soldi sprecati per assecondare mire espansionistiche di De Luca». Sergio Rastrelli, senatore e coordinatore cittadino di FdI sottolinea: «L’iniziativa legittima il sospetto che lo slancio del governatore coincida con sue personali esigenze di centralità nel dibattito politico». Anche gli azzurri di Fi non saranno della partita. Il Terzo polo andrà spaccato. «La linea nazionale di Azione e del leader Calenda è stata sempre chiara, quando si chiede di far tacere le armi ci vorrebbe la chiarezza di chiedere che tacciano le armi di chi ha iniziato questo conflitto» evidenziano dal quartier generale di Azione. Il capogruppo regionale di Iv Tommaso Pellegrino ci sarà: «Per ribadire il nostro dissenso nei confronti del conflitto armato parteciperemo alla marcia per esprimere una ferma e decisa condanna nei confronti dell’invasore Putin».