Mr Papeete sindaco di Napoli, la rivolta della sinistra: «Mai un leghista»

Mr Papeete sindaco di Napoli, la rivolta della sinistra: «Mai un leghista»
di Valentino Di Giacomo
Lunedì 19 Agosto 2019, 08:00 - Ultimo agg. 17:38
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Se fosse una mozione quella del Papeete Beach non riuscirebbe ad essere approvata in consiglio comunale. Ieri, in un'intervista a Il Mattino, il proprietario dello stabilimento preferito da Matteo Salvini aveva detto di sentirsi pronto ad un'eventuale chiamata per candidarsi a sindaco di Napoli. «Farei meglio di de Magistris - aveva detto Massimo Casanova, eurodeputato romagnolo della Lega eletto nella circoscrizione meridionale - e se Salvini me lo chiedesse sarei disponibile».
 
Il primo a ribellarsi a questa eventualità è Matteo Brambilla, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, lui che di candidature forestiere se ne intende. Brambilla è stato infatti candidato a Palazzo San Giacomo con i grillini: brianzolo e con il difetto di essere pure juventino anche se vive a Napoli da oltre dieci anni. «Non è una questione da dove proviene il candidato e la mia corsa al comune ha comunque avuto un risultato buono nonostante non sia nato qui - spiega Brambilla - il discorso è sulla validità delle persone». E forse, ci sarà pure la congiuntura a livello nazionale che vede ormai Lega e 5 Stelle ai ferri corti, che fa dire a Brambilla di non vedere di buon occhio un esponente del Carroccio correre a Napoli. «In realtà io già quando stavo a Monza mi sono sempre opposto alla Lega e spero che dopo tutti i disastri combinati da de Magistris ora non arrivi proprio un leghista e tanto meno un candidato del genere che culturalmente non mi sembra proprio un modello da seguire».

Quasi a sbeffeggiare l'avanzata di Casanova è Alessandro Fucito, esponente della Sinistra e alleato in consiglio comunale con de Magistris. «Mi sembra un'ottima candidatura - dice Fucito - se la Lega presenta un personaggio simile si confermerà che la destra a Napoli non può mai vincere. Una città capitale come la nostra non potrebbe mai votarlo». Sulla stessa scia anche Federico Arienzo, consigliere comunale del Pd. «Napoli non è il Papeete Beach - spiega l'esponente Dem - e mi fido poco di questi messia che pensano di venire qui inventandosi soluzioni miracolose». Poi Arienzo rincara la dose. «Ormai - spiega - è una politica che si riduce a casting, si confrontano personaggi come a Temptation Island invece di discutere su come risolvere i problemi. Vorrei capire con i conti disastrosi del comune quali ricette metterebbe in campo questo imprenditore».

Se sui fronti opposti al Carroccio un'eventuale discesa in campo di Mister Papeete raccoglie solo critiche, più sfumata è la posizione dei potenziali alleati della Lega all'interno del centrodestra. «Il dato politico di questi ultimi anni - spiega Stanislao Lanzotti, capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia - è che mi sembra ormai terminata l'epoca dell'uomo solo al comando. Non ho nessun preconcetto né verso la persona né per il fatto che non sia napoletano, ma eventuali candidature vanno discusse nelle sedi opportune». Per Lanzotti è anche questione di programmi. «Bisognerebbe sedersi al tavolo e vedere in che modo affrontare i problemi dei napoletani - dice il capogruppo forzista - la nostra città è già stata anticipatrice di diversi scenari a livello nazionale, magari sarà pure laboratorio finalmente di un'aperta discussione nel centrodestra». Dello stesso avviso anche Andrea Santoro, esponente di Fratelli d'Italia nell'assemblea comunale. «Noi non siamo razzisti - rileva Santoro - perché Casanova non è meridionale, il candidato può essere anche non partenopeo. Siamo pronti a confrontarci, ma credo che di imprenditori validi che possono ambire a Palazzo San Giacomo ce ne sono diversi anche a Napoli. Il ragionamento andrà fatto in un'ottica di coalizione, ma sempre attraverso un confronto sui programmi». Per ora, anche se si tratta soltanto di un dibattito estivo, la mozione su Mister Papeete non raccoglie grandi adesioni. Chissà se tra qualche tempo non possa essere proprio Salvini a lanciare l'amico Casanova alla guida del comune di Napoli.
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