La moneta virtuale nella Napoli che scricchiola

di Vittorio Del Tufo
Mercoledì 26 Settembre 2018, 08:00
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Che spettacolo, quello della realtà virtuale. Basta mettersi comodi e indossare un paio di occhiali tridimensionali. Certo, si perde un po' di vista il mondo reale: ma cosa volete che sia un albero che si abbatte su un'auto in sosta (a pochi metri da una scuola) di fronte al fantasmagorico mondo dei bitcoin e delle criptovalute? L'albero caduto a causa delle raffiche di vento appartiene al mondo reale. Nel mondo reale c'è una città che scricchiola, una città incerottata e fragile che presenta periodicamente il conto a chi avrebbe il dovere di metterla in sicurezza. Nel mondo virtuale, invece, c'è un gruppo di esperti del Comune che sta lavorando per la diffusione di nuovi sistemi di pagamento, per arrivare a una criptovaluta tutta napoletana e liberare la città dal giogo della discriminazione antimeridionale e dal debito ingiusto.

Purtroppo, mentre la rivoluzione avanza, la città cade a pezzi. Solo per un miracolo l'albero caduto ieri al Vomero, nei pressi del Sannazaro, non ha provocato vittime. Il pensiero vola a Cristina, morta schiacciata da un pino mentre era nella sua auto. O a Salvatore, il 14enne travolto da una slavina di pietre cadute dalla facciata della Galleria. Tutto già visto, ingoiato, digerito. Come un grottesco gioco dell'ora dove si ritorna ogni volta al punto di partenza. E il punto di partenza, nella città reale, si chiama prevenzione zero. Manutenzione meno di zero.

Il problema degli alberi pericolanti, al Vomero, era stato segnalato da tempo. Prima dell'estate il Mattino aveva raccolto le denunce (e i timori) dei cittadini, pubblicando proprio la foto del fusto che si è schiantato ieri. Il Comune, per evitare altri guai, ha disposto la chiusura dei parchi pubblici. I rimedi del giorno dopo non assolvono nessuno. Specie se la macchina delle verifiche, dei controlli e della prevenzione puntualmente si inabissa nella palude della burocrazia, delle competenze incrociate e della mancanza di quattrini.

Nelle casse del Comune, si sa, non c'è un euro. La penosissima situazione economica dell'amministrazione si riverbera sulla vita di tutti i giorni: dai trasporti senza pace ai prati fioriti che tracimano dalle buche stradali, da anni senza rappezzi.

È di ieri la notizia che Palazzo San Giacomo non ha i soldi nemmeno per pagare i buoni pasto ai suoi dipendenti. Ai problemi reali, per adesso, il Comune risponde con la moneta virtuale. Nelle stesse ore in cui l'albero caduto al Vomero schiacciava come una scatoletta di tonno un'auto fortunatamente vuota, il coordinatore del progetto-criptovaluta di Palazzo San Giacomo illustrava alla stampa lo stato di avanzamento dei test sul sistema blockchain, che prevede, appunto, la possibilità di usare le criptovalute come sistema di pagamento alternativo.

È giusto guardare con interesse a ogni forma di economia creativa che intercetti le nuove tendenze e i nuovi mercati. Ed è giusto seguire con attenzione i processi di innovazione tecnologica in grado di agevolare, anche attraverso l'introduzione di monete complementari, gli scambi di beni e servizi all'interno di una comunità. È tuttavia stridente il contrasto tra gli sfinimenti della città reale, con i servizi in ginocchio e la manutenzione del verde pubblico, delle strade e dei palazzi storici pressoché inesistente, e i proclami rivoluzionari che sembrano proiettarci quotidianamente in un altro pianeta, in un'altra dimensione.

La rivoluzione, al tempo dei bitcoin, avanza con la velocità con cui avanzano i sogni. Ma con la stessa velocità i problemi reali presentano il conto. L'albero caduto al Vomero è un campanello d'allarme: l'ennesimo. Aprire gli occhi per tempo sulla città che scricchiola, anziché spargere le lacrime del giorno dopo, è un dovere al quale chi governa la città non può più sottrarsi.
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