Napoli next generation: «Ecco il nostro manifesto»

Napoli next generation: «Ecco il nostro manifesto»
di Valerio Esca
Lunedì 25 Gennaio 2021, 10:00
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Cervelli in fuga, precari, ricercatori, giovani professionisti, lavoratori e lavoratrici autonome, provenienti da vari percorsi di impegno civile, sociale e politico. Un gruppo di 150 giovani, perlopiù under 40, che guarda a sinistra, qualcuno proviene da storie di lotte studentesche e centri sociali, lancia oggi un appello per «un percorso collettivo di scrittura di un manifesto di idee per la città delle future generazioni».

«Napoli next generation» vuole guardare oltre le elezioni, ma non disdegnerebbe se qualcuno dei firmati decidesse di volersi impegnare in un percorso amministrativo. Certo, questo movimento di giovani intelligenze nasce alla vigilia delle elezioni comunali e la domanda sorge spontanea: «Non vogliamo costruire un percorso che nasca per le elezioni chiariscono -. Abbiamo visto negli anni tanti cantieri di idee aprirsi in fase elettorale e finire un momento dopo. In molti vengono da esperienze di movimenti, ma l'operazione politicistica la scongiureremo in ogni caso».

Insomma, se la loro strada si incrociasse con quella di persone «credibili» e che abbracciassero le loro idee se ne potrebbe anche discutere. Ma fino a maggio di tempo ce n'è.

«Siamo stanchi di un dibattito politico cittadino schiacciato sulle geometrie delle alleanze tra partiti, gli accordi di governo, gli individui ed i nomi, insomma un dibattito senza Napoli e senza temi» spiegano i promotori, che rappresentano un gruppo eterogeneo di napoletani per lo più tra i 30 e i 40 anni, sia abitanti che emigranti, che ha iniziato ad incontrarsi per discutere di «un futuro alternativo per la città», in cui siano «bandite esclusione e privilegi, malapolitica e clientelismo, speculazione ed impresa criminale, dove il lavoro non sia uno slogan e l'istruzione non sia un lusso».

«Da troppo tempo le energie sociali, culturali e politiche che hanno fatto di Napoli un laboratorio di cambiamento per alcuni versi unico in Europa negli ultimi dieci anni, sono rimaste orfane di spazi di partecipazione ed elaborazione, prive di soggettività politiche in grado di rappresentarne le aspirazioni», ribadiscono. «Lo scopo principale di questo processo aggiungono - è riprogettare ed articolare collettivamente una visione di città, con al centro la mobilità, la salute, i diritti e modelli innovativi ed alternativi di sviluppo. Vogliamo immaginare nuove forme di aggregazione e nuove filiere di produzione e consumo per costruire alternative ad emigrazione e disoccupazione». Per farlo sostengono i «Napoli next generation» è necessario ripensare il modello di sviluppo della città attorno a dei principi fondamentali troppo spesso «invocati retoricamente, ma senza serie progettualità: ecologia, circolarità, cura, rigenerazione». I cervelli in fuga vorrebbero non essere più apolidi e trovare casa, in senso lato, nella loro città. «Vogliamo convocare le tante energie ed intelligenze che si sono formate in questa città, ma che non hanno potuto esprimere nella propria terra o nel dibattito cittadino le rispettive competenze». Dare voce ai senza voce.

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Ma chi c'è dietro questo appello? Vincenzo Benessere, Giuseppe Carullo, Adriano Cozzolino, Luigi Daniele, Silvio De Luca, Antonio Del Castello, Serena Kaiser, Giuseppe Orlandini, Mauro Pinto, Alessandra Pirera, Luca Recano, Anna Starita, Alessandra Pirera. Ci sono consulenti di comunicazione per lo sviluppo internazionale, dottorandi in studi internazionali, attivisti, tributaristi, dottoranda in ambiente, risorse e sviluppo sostenibile, ricercatori in chimica sostenibile e consulenti tecnici industriali nel settore alimentare. Insomma un agglomerato di intelligenze napoletane, alcune delle quali sono rientrate in patria, a causa della pandemia. Alla domanda «chi siete?», rispondono: «Siamo persone che vogliono mettere a disposizione le proprie energie e competenze, organizzarsi e contare, assumersi responsabilità, conquistare spazio, prendersi cura di questa terra, ricambiare quello che questa città ci ha dato e contribuire a scriverne il futuro». «L'appello lanciato oggi spiegano ancora - apre uno spazio di discussione nuovo nello scenario politico napoletano, con un duplice obiettivo: articolare delle proposte in grado di affrontare le questioni centrali per il futuro di Napoli (sia quelle antiche, sia quelle senza precedenti su cui l'attuale crisi ci interroga); individuare chi, aspirando a responsabilità amministrative, voglia impegnarsi seriamente nella realizzazione delle stesse. La «Next generation» napoletana si dice «pronta a costruire un manifesto programmatico che indichi spunti per l'agenda dai prossimi anni e vuole farlo attraverso un lavoro collettivo con i primi 150 firmatari dell'appello e con chiunque sarà interessato a questa call to action, sfidando le solitudini cui ci costringe la pandemia con un impeto di intelligenza collettiva e laborioso dialogo. Sentiamo che questo è il momento di rompere gli argini. Che una marea di ingegno, tenacia e passione inondi finalmente Napoli».

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