Nella manovra non ci sono fondi per Bagnoli, ma Lezzi: «Li troveremo»

Nella manovra non ci sono fondi per Bagnoli, ma Lezzi: «Li troveremo»
di Carlo Porcaro
Sabato 27 Ottobre 2018, 11:30
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«Io mi chiamo Barbara, mi segno il vostro nome». Per sciogliere il ghiaccio si è presentata così il ministro del Sud Lezzi all'assemblea su Bagnoli ieri pomeriggio nella sede della Municipalità. L'approccio dialogante è stato apprezzato dai rappresentanti delle associazioni intervenute, ma la sensazione finale è di freddezza attendista. Il motivo principale? Mancano i fondi per completare la tanto attesa bonifica. Lo ha ammesso la stessa Lezzi lasciando alquanto interdetti i presenti, alcuni dei quali erano stato ricevuti a Roma lo scorso 31 luglio per avviare questo percorso di partecipazione. «Porterò all'attenzione dei colleghi parlamentari la necessità di presentare un emendamento alla legge di bilancio durante la discussione parlamentare per stanziare i fondi necessari», ha detto alla platea di cui faceva parte pure la senatrice grillina Paola Nugnes. Insomma, al momento i soldi non ci sono: serve un'intesa politica innanzitutto con quella Lega che dovrebbe digerire un provvedimento ad hoc per l'area ex Italsider al fine di apporre un bel finanziamento da 150 milioni di euro. «Ci dovremo muovere con delicatezza essendo tre quarti di area sotto sequestro», ha specificato sottolineando il pieno rispetto per il lavoro della magistratura. Entro fine anno ci sarà comunque la riunione della cabina di regia.
 
Tra la Lezzi e i comitati di quartiere ci sarà al massimo una tregua. A suggellarla la presenza dell'assessore ai Beni comuni Carmine Piscopo all'assemblea, lui che è l'interlocutore principale col mondo dei centri sociali e dell'associazionismo vicino alla maggioranza arancione. Non è un caso che il ministro abbia incontrato per 45 minuti, prima di andare a Bagnoli, proprio il sindaco Luigi de Magistris. «Si è parlato delle tematiche inerenti i fondi nazionali ed europei, quelli della coesione sociale ma si sono approfonditi anche i delicati e strategici temi di Napoli Est e di Bagnoli», la nota condivisa al termine del faccia a faccia a Palazzo S.Giacomo che viene dopo il confronto col governatore Vincenzo De Luca. I comitati hanno contestato come fatto dal primo momento, cioè tre anni fa quando fu nominato Salvo Nastasi in quota Renzi la figura del commissario come strumento giuridico ed anche per il nome di Francesco Floro Flores. «Per la sua presenza in Cassa Depositi e Prestiti è in conflitto di interessi», ha sbottato uno dei più applauditi Massimo Di Dato di Bagnoli Libera per poi avvisare: «Da lui sono arrivate dichiarazioni in libertà. Il problema resta come si supera il commissariamento: vi riserveremo lo stesso trattamento che abbiamo riservato ai precedenti governi». Nessuna apertura di credito, almeno pubblicamente, in vista degli atti concreti. A rincarare la dose di amarezza Eddy Sorge anch'egli di Bagnoli Libera che è arrivata in via Acata sede della X Municipalità in corteo: «Avevamo chiesto al ministro Lezzi un cambio di paradigma a Bagnoli in estate ma intanto il ministro ha deciso di nominare il nuovo commissario che ci sembra una contraddizione rispetto a quanto ci era stato garantito, perché il commissariamento esclude la partecipazione dei cittadini». Sorge ha quindi evidenziato che «sulle coperture finanziarie per la bonifica serve un cronoprogramma dell'investimento pubblico del governo», e lanciato l'allarme su Nisida «che viene immaginato come un grande porto turistico, con una grande installazione che impedirà la balneabilità». Lezzi ha ascoltato una ventina di interventi mantenendo nella replica un tono conciliante. «Credo nella partecipazione, siete voi a vivere qui. La piena responsabilità è mia perché presiedo io la cabina di regia ma vorrei tenere delle pre-cabine di regia per apportare eventuali modifiche» Quanto alle critiche al neocommissario ha fatto sapere di ritenere utile lo strumento ai fini della bonifica «ma va sganciato dal piano di rigenerazione. Le bonifiche sono una questione di interesse nazionale: occorreva un coordinamento è un aiuto per il ministro, abbiamo individuato la persona di Francesco Floro Flores. Continuare ad attorcigliarsi su questa disputa secondo me non porta a niente», ha concluso mettendo la parola fine. «So che a Bagnoli dopo 25 anni c'è sfiducia. Ma siamo in una situazione in cui si può fare e siamo anche a buon punto. Questa diffidenza che è stata evidentemente creata dai governi precedenti e da tutto quello che è accaduto in questi 25 anni qui a Bagnoli è più che motivata. Ci siamo dati un'apertura di credito reciproca e speriamo di fare bene», il resoconto dello stesso ministro. In generale a gran forza è stato ribadito di applicare il principio chi ha inquinato paga e poi spiaggia libera, parco urbano, lavoro per i giovani e niente alberghi. Il numero uno del parlamentino ha confermato: «Fintecna paghi quanto dovuto. Bagnoli non deve diventare una cartolina col degrado intorno». L'associazione Mai più amianto ha chiesto di battersi per garantire giustizia nei processi ai cittadini ammalatisi di tumore e che nell'ex Ilva non venga dismesso l'archivio con le relative cartelle cliniche. Da Vincenzo Russo attivista 5 stelle di Pianura sono volati infine, senza che nessuno prendesse una difesa d'ufficio, pesanti insulti al segretario Pd Maurizio Martina e l'ex governatore Antonio Bassolino.

Alla Lega Navale i responsabili di 25 associazioni hanno preferito prendere le distanze dall'assemblea, a cui hanno comunque partecipato. «A Roma abbiamo avuto la possibilità di dialogare col ministro e poi invece qui non ci stava neanche un manifesto che avvisasse la cittadinanza hanno detto -. La sfida è manutenere quello che c'è senza stravolgere il piano. Abbiamo condiviso il percorso iniziato in cabina di regia nel 2015 ovvero la bonifica e la questione della salute e l'occupazione giovanile. Da giugno 2019 servono 150 milioni per la bonifica». Nel dettaglio Silvio Luise presidente della Lega Navale ha invocato chiarezza sulle abitazioni di Coroglio e sul circolo Ilva. «Il nostro compito sarà di vigilanza. A Lido Pola si sono portati via la sabbia e la spiaggia non c'è più. Nel parco dello sport ci sono tonnellate di amianto. Il centro velico di Invitalia nascondeva l'idea di un porticciolo privato? Siamo senza pregiudizi ma vogliamo trasparenza». Guglielmo Santoro del circolo Ilva ha ricordato l'impresa di «aver tenuto aerta una sede con 800 soci, dove pratichiamo sport anche per ragazzi paraplegici». L'ex presidente della Municipalità Osvaldo Cammarota ha annunciato che queste 25 associazioni si daranno «una forma organizzata per verificare l'utilizzo della spesa. Avvieremo un programma di incontri con forze politiche sindacali per ribadire l'autonomia non condizionabile da influenze politiche».

Ieri mattina, inoltre, c'è stato un confronto con i vertici di Cis-Interporto Campano, «dai quali sono provenute delle istanze, a mio avviso, sacrosante che vanno nella direzione dello sviluppo e dell'incremento dell'occupazione. Dobbiamo partire da queste eccellenze per rendere il Sud come protagonista. L'interporto può avere un ruolo determinante nello sviluppo della ZES», ha commentato il ministro. Tra gli altri erano presenti: Giuseppe Maiello, Presidente Interporto Campano; Ferdinando Grimaldi, Presidente Cis; Claudio Ricci, Amministratore delegato CIS e Interporto Campano; Gian Marco Nicelli, Amministratore delegato Vulcano Spa; Luca Lo Giudice, Presidente Cisfi; Francesco Mele, Amministratore delegato Cisfi ed il sen. Francesco Urraro.
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