Pochi atti e troppi veti: la paralisi del consiglio comunale di Napoli

Pochi atti e troppi veti: la paralisi del consiglio comunale di Napoli
di Luigi Roano
Venerdì 4 Ottobre 2019, 07:00
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Il Consiglio comunale della terza città d'Italia che qualche problema ce l'ha, non si riunisce dal 7 agosto eppure da regolamento e statuto dovrebbe riunirsi una volta al mese. I motivi? Un po' perché la giunta non porta all'attenzione dell'Assemblea cittadina delibere sulle quali discutere. E tanto non per motivi di alto profilo: è in atto una guerra politica nella maggioranza che per arrivare a fine mandato nel 2021 ha chiesto al sindaco Luigi de Magistris una nuova giunta, più politica, con dentro i consiglieri comunali. Insomma, chi governa Napoli, o dovrebbe governarla, è impegnato su altri fronti, sul rimpasto in vista delle elezioni regionali dell'anno prossimo.
 
Diciamo la verità, è anche il prezzo che de Magistris deve pagare per arrivare all'appuntamento elettorale con una compagine compatta. Il sindaco scenderà in campo alle Regionali - forse non personalmente - ma schiererà una lista demA guidata da assessori della sua squadra che libererebbero parecchie poltrone. E qualcuno dovrà pur sostenerli questi candidati e non c'è migliore collante per qualsiasi maggioranza politica se non quello delle poltrone che andrebbero ai consiglieri comunali. Procediamo con ordine, con i numeri che raccontano come sempre molto.

Non è dunque vero che è tutta colpa della giunta se non si ragiona sul futuro di Napoli sui problemi dei napoletani, la verità sta nel mezzo e non potrebbe essere altrimenti. Basta dare uno sguardo ai numeri per capire come sia difficile arrivare alla discussione in Aula per dare un futuro più certo alla capitale del Sud. La consiliatura è iniziata a giugno del 2016 e quell'anno le sedute dell'Assemblea cittadina sono state 22 in meno di sei mesi e resta la migliore performance della seconda era arancione. Perché nel 2017 le sedute sono state 26 ma nell'arco di 12 mesi, quindi a seguire 27 nel 2018 per arrivare al 2019 dove si è fermi a quota 17 quando mancano poco meno di tre mesi alla fine dell'anno. Cosa raccontano questi numeri? Che il Consiglio comunale sostanzialmente si è riunito solo per approvare le manovre di bilancio, il documento fondamentale, senza l'approvazione delle manovre arriva il commissario e subito dopo si scioglie il Consiglio comunale vale a dire che tutti perderebbero tutto perché si andrebbe al voto. Questo il collante che tiene in piedi la maggioranza. A leggere i numeri delle proposte di delibera della giunta questa tendenza di andare in Aula solo per l'indispensabile è evidente. Da gennaio a fine agosto la squadra di de Magistris ha varato 394 delibere, tra queste ci sono anche quelle della costituzione in giudizio e sono decine e si risolvano all'interno della stessa giunta. Di queste 394 delibere in Consiglio comunale ne sono arrivate solo 76 e tra queste ci sono le tre manovre di bilancio - la quarta si farà entro dicembre - che rappresentano il 70% e la convenzione per la gestione del San Paolo da parte della Ssc Napoli. Atto che fotografa la paralisi politica della maggioranza rosso-arancione: documento approvato con solo 17 voti favorevoli a fronte di 21. Il trend delle delibere proposte dalla giunta fa capire come da parte dell'esecutivo cittadino ci sia una paralisi nel programmare atti. La media delle delibere varate in un anno a partire dal 2016 supera quota 800. A ottobre dell'anno in corso sono 394, significa che per raggiungere una cifra vicina alle 800 delibere gli assessori in poco meno di 90 giorni dovrebbero fare un superlavoro.

Il rimpasto è l'unica cosa all'ordine del giorno, il sindaco ha passato il mese di settembre a incontrare i gruppi consiliari e tra qualche giorno inizierà la seconda serie di consultazioni. Il sindaco ha fatto sapere che vuole una giunta giovane e la sorpresa sarà Marco Gaudini dei Verdi, consigliere in carica e portavoce nazionale dei Verdi. Vicinissimo a Francesco Borrelli, consigliere regionale che a sua volta è alleato all'ente di Santa Lucia con il governatore Vincenzo De Luca. Come fotografare l'eventuale ingresso in giunta di Gaudini? La risposta di de Magistris a De Luca che dalla maggioranza arancione si è preso David Lebro. Ambiscono a un posto in giunta quelli di Agorà e uno tra Carmine Sgambati e Nino Simeone ce la potrebbe fare, le deleghe in ballo sono quelle alla Mobilità ora in carico ad Alessandra Clemente e Mario Calabrese. Gli assessori che potrebbero scendere in campo alle Regionali sono Ciro Borriello, la stessa Clemente, Roberta Gaeta ed è tutta da valutare la posizione di Raffaele Del Giudice. Il quale potrebbe lasciare la giunta e dedicarsi a tempo pieno, magari con un ruolo diverso, all'Ato Napoli 1.
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