Un cruccio i servizi al cittadino e il flop delle partecipate, un bubbone grosso quanto il Vesuvio, che li dovrebbero fornire, ne è lo specchio fedele. Il sindaco Gaetano Manfredi, che a 6 mesi dall’insediamento a Palazzo San Giacomo ha lavorato molto sul piano politico nazionale per fare arrivare a Napoli finanziamenti importanti, ne è consapevole. Però i napoletani che da lui si aspettavano a stretto giro di prendere la metropolitana con più regolarità, una città più pulita, strade non super dissestate, iniziano a essere delusi. Tanto che a Palazzo San Giacomo si sta lavorando a una terapia d’urto immediata. Vale a dire mettere dei commissari pescati nei ranghi della pubblica amministrazione. Il modello è quello di Asìa, dove è stato piazzato Domenico Ruggiero - manager di Sapna la società che gestisce i rifiuti per la Città metropolitana - che nella sostanza è un commissario. Ruggiero è infatti amministratore unico. In Asìa Ruggiero ci ha messo piede solo quando il Cda presieduto da Maria De Marco si è dimesso con un accordo preso con lo stesso sindaco. Era diventata insostenibile la situazione rifiuti a gennaio quando ci fu il passaggio. Non è che oggi ci siano stati chissà quali miglioramenti, però piccoli segnali di un nuovo corso si intravedono.
Sullo sfondo c’è una data segnata in rosso ed è quella dell’ultimo giorno di settembre, entro quel tempo il premier Mario Draghi dovrà avere sulla scrivania “Il piano di riorganizzazione ed efficientamento delle partecipate”. Una proroga di sei mesi concessa al Comune rispetto alla data della firma del “Patto per Napoli” (il 29 marzo) per venire incontro alle esigenza di Palazzo San Giacomo. I commissari - direttamente controllati da Manfredi - servono per rompere anche l’assedio della politica. Le poltrone delle aziende sono molto appetite per la variegata e spezzettata maggioranza di Manfredi dove trovare accordi è molto difficile. Basta dare uno sguardo alle Municipalità dove a sei mesi dalle elezioni non ci sono ancora gli assessori e gli esecutivi per farle funzionare. Il rischio stallo è dunque enorme, mentre il tema, per non sciupare il grande credito dato dai napoletani al sindaco è uno solo: il miglioramento dei servizi. Delicato il passaggio sulle partecipate. Il caos trasporti, con Anm nella bufera e la metropolitana che si pianta nella due giorni di Pasqua e Pasquetta né è la prova. E l’assessore al ramo Edoardo Cosenza che scarica il manager di Anm Nicola Pascale, facile capro espiatorio, fa capire che è arrivato il momento del commissario per l’Azienda napoletana mobilità: «Il Comune non deve entrare in certi meccanismi. Da proprietario dell’azienda ha deciso di affidarla a manager che hanno il compito di guidarla» le parole di Cosenza in una intervista a Il Mattino. A seguire poi NapoliServizi dove in sella c’è l’ex assessore al bilancio Salvatore Palma chiamato in giunta dall’ex sindaco Luigi de Magistris.
Quando si concretizzerà questa strategia di breve termine - perché come diceva il grande economista Jeohn Keynes “nel lungo periodo saremo tutti morti”? Il mese prossimo Manfredi e l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta licenzieranno due sessioni di bilancio: il consuntivo, eredità della passata amministrazione e soprattutto il primo bilancio previsionale dell’era dell’ex rettore.