Recovery plan a Napoli, record di progetti finanziati ma la manutenzione resta al palo

Recovery plan a Napoli, record di progetti finanziati ma la manutenzione resta al palo
di Valerio Esca
Martedì 19 Aprile 2022, 00:00 - Ultimo agg. 20 Aprile, 13:13
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Napoli si aggiudica il primato delle risorse Pnrr stanziate per la rigenerazione urbana a livello nazionale. Con oltre 271 milioni l’area metropolitana ha intercettato il 6% delle risorse. I 47 comuni della provincia inseriti nell’elenco dei beneficiari hanno presentato 130 progetti, grazie ai quali si propongono di riqualificare un’area pari a 1.077.634 metri quadrati. A livello regionale, è la Campania, con i suoi 489.039.248 euro e 228 progetti a fare il record di fondi intercettati. Napoli, da sola, ha ottenuto il via libera all’erogazione di 20 milioni di euro.

Un bicchiere mezzo pieno ma al contempo mezzo vuoto, dipende da che punto lo si guardi. Perché i fondi stanziati riguardano scuole, parchi e mobilità innovativa. Sul versante delle manutenzioni ordinarie il Comune resta al palo. Nei bilanci le risorse sono quasi pari a zero e il degrado regna. Se a questo ci si aggiunge il groviglio di responsabilità sugli edifici che cadono a pezzi, in parte di proprietà del Municipio, in parte del Demanio, altri della Curia e altri del ministero della Cultura si può comprendere come si arrivi allo stallo che ha portato strutture come Castel dell’Ovo a diventare un colabrodo. Mentre su quest’ultimo c’è già un progetto da 8 milioni finanziato nel 2020 con i fondi del Piano di sviluppo e coesione, stanziati per la riqualificazione del castello, altri luoghi sono meno fortunati. Lo ha ribadito in una intervista al Mattino il sovrintendente Luigi La Rocca, che ha sottolineato: «Chi cammina per le strade di Napoli è maggiormente impressionato dal degrado che dalla bellezza».

Per poi passare in rassegna i luoghi considerati simbolo di abbandono: «Il complesso della Scorziata, ma anche la chiesa di San Giovanni Battista delle Monache a via Santa Maria di Costantinopoli oppure la chiesa di Santa Maria della Grazie a Caponapoli o anche l’Ospedale degli Incurabili». Tutti luoghi condannati dall’abbandono e dalle manutenzioni zero. Gli unici fondi che arrivano sono quelli per gli interventi straordinari. Si cerca di curare piuttosto che prevenire. 

 

Gli unici milioni di euro che di volta in volta vengono stanziati per le manutenzioni o per i restyling dei monumenti arrivano dall’Unione europea e dal Governo. Basti pensare ai 23 milioni da investire su palazzo Reale e i 5 sulla Certosa di San Giacomo a Capri: gli unici due monumenti in Campania che rientrano nella strategia dei grandi progetti dei Beni culturali varato dal ministro della Cultura. Poi c’è tutto il progetto Unesco al Centro storico, sul quale si sono accumulati ritardi impressionanti. Ventisette interventi previsti, meno di dieci già conclusi, una decina in corso, suddivisi tra opere di prossima cantierizzazione, quelle in fase di affidamento di gara e quelle in fase di progettazione. Nel suo complesso, il progetto Centro storico Unesco vale 100 milioni di euro. Finanziato con fondi europei (Fesr-Fondo europeo Sviluppo Regionale), si pone l’obiettivo di avviare un processo di riqualificazione del centro storico con interventi che possano mirare alla conservazione del patrimonio dell’antico impianto, del tessuto urbanistico, edilizio, ambientale e sociale. Tra quelle già concluse, l’Insula del Duomo, Santa Maria della Colonna, Santa Maria Maggiore, Cappella Pontaniana, Cappella Pignatelli. Ci sono poi opere previste anche per 3 lotti di strade. Un progetto enorme, per il quale si rischiano di perdere risorse importanti. 

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Negli ultimi otto anni, gli unici interventi rilevanti di restauri sui monumenti cittadini sono quelli effettuati dai privati. Basti pensare al progetto tanto discusso, finito poi in Tribunale, «Monumentando». Dieci lotti per ventisette monumenti, alcuni dei quali terminati e consegnati dalla UnoOutdoor all’Ente nel corso degli anni: si tratta della fontana del Carciofo, la fontana della Maruzza, la fontana Spina Corona, il monumento ai caduti del mare (Colonna Spezzata), il monumento ad Armando Diaz, l’Obelisco di Porto Salvo, la fontana del Seguro, la statua di San Gaetano e il Ponte di Chiaia, in parte compresi nei primi tre lotti. Oltre a quasi 20 progetti consegnati al Comune. Lo stesso Giuliano Annigliato, presidente della società propose alla giunta de Magistris il restauro di Castel dell’Ovo. Ma la vecchia amministrazione gli disse a chiare lettere «no» sbattendogli la porta in faccia. Una strada quella delle sponsorizzazioni private, già testata, che potrebbe riprendere quota con l’attuale amministrazione. Il sindaco Gaetano Manfredi non ha mai nascosto la sua volontà di avviare virtuose collaborazioni tra ente pubblico e privati.

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