Napoli, lo schiaffo del Policlinico ai razzisti: visite gratis anche ai clandestini

Napoli, lo schiaffo del Policlinico ai razzisti: visite gratis anche ai clandestini
di Ettore Mautone
Giovedì 24 Gennaio 2019, 12:00
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È un avamposto di dermatologia sociale quello che funziona nel cuore del policlinico Federico II. Nell'edificio 10 di via Pansini, al piano terra - e c'è uno spazio clinico dedicato anche al secondo piano - da alcuni anni viene svolta una costante attività di cura e assistenza dermatologica per immigrati regolari e non. Un lavoro confluito in un ambulatorio di Dermatologia e Venereologia etnico, altamente specialistico, che ha acceso i motori 10 mesi fa. Un centro di cura che ha superato ogni barriera: culturale, linguistica e clinica, mettendo al primo posto solo i bisogni di cura delle persone ammalate. Un faro per donne, bambini, anziani e adulti, acceso in collegamento con la Croce rossa, le opere religiose e le associazioni di volontariato, facendo rete anche tra i centri periferici attivi da anni sui territori delle Asl, in particolare a Caserta. L'ambulatorio del Policlinico collinare sorge presso l'unità operativa complessa di Dermatologia dell'Università Federico II di cui è direttore Mario Delfino, nell'ambito del programma di dermatologia interventistica e dermopatie immunomediate di cui è direttore Gabriella Fabbrocini.
 
«Abbiamo iniziato in maniera pionieristica circa 10 anni fa - spiega Fabbrocini - occupandoci di casi segnalati dai territori di frontiera, in particolare del Casertano, dove più massiccia è la presenza di immigrati. Ci siamo resi conto che anche dal punto di vista dello studio e dell'approfondimento scientifico la dermatologia risente molto della morfologia e del colore della pelle per cui spesso ci imbattevamo in casi di errate diagnosi da parte di medici non specialisti che hanno in carico queste comunità. La Dermatologia è una branca che in occidente è poco studiata su una cute di tipo diverso rispetto alla razza caucasica. Quindi da questo interesse scientifico abbiamo arricchito la nostra casistica occupandoci di situazioni complicate come la lebbra che in pochi avevano visto. Molti gli episodi anche di errate diagnosi come le psoriasi confuse e trattate per micosi, oppure gli eczemi atopici confusi per scabbia. Persone per questo ingiustamente isolate anche nelle loro comunità. Di interesse anche l'osservazione di nei sospetti melanomi, più difficili da individuare in chi ha la pelle più ricca di melanina». «Siamo partiti dal nodo della formazione - aggiunge Delfino - collaborando per anni con medici e dermatologi del territorio per poi sviluppare una rete clinica e assistenziale in un percorso diagnostico terapeutico che oggi è tra le poche realtà in Italia, con poche eccezioni in Toscana e in Emilia.

Nello staff del gruppo di Fabbrocini e Delfino ci sono Francesca D'Anna, Patrizia Forgione dell'ambulatorio del Loreto Mare e Nicola Di Caprio, uno specialista che ha molta esperienza curando decine di casi nel Casertano e che oggi svolge alcune ore della sua attività professionale all'ambulatorio del policlinico. Il coordinamento della struttura è invece affidato a Vincenzo Lo Presti. L'ambulatorio, dunque, si pone come presidio di prima accoglienza, con funzione di filtro e riconoscimento precoce del bisogno di cure dermatologiche ed è operativo il lunedì e mercoledì dalle ore 8.30 alle ore 13.30. È possibile prenotare la prestazione attraverso il Servizio Cup, recandosi presso l'Edificio 14/E dal lunedì al venerdì dalle 8.15 alle 17 oppure, se in possesso dell'impegnativa del medico curante o del codice per stranieri temporaneamente presenti (Stp), telefonando al numero 0817464418. Intanto sabato prossimo è in programma un open day dalle 9.30 alle 12.30, che prevede visite specialistiche gratuite per chi, per qualsiasi motivo, proviene da un Paese non europeo e teme di aver contratto una malattia della pelle o della sfera sessuale. «Un percorso facilitato che abbiamo messo a punto negli anni, studiato per superare le barriere cliniche, linguistiche e culturali che spesso impediscono a chi viene dai Paesi extracomunitari di accedere alle terapie necessarie - dice Delfino - ovviamente, per la fruizione delle visite, sarà fondamentale la collaborazione degli enti coinvolti nella gestione delle politiche migratorie e dei mediatori culturali che accompagnano tali persone all'ambulatorio». «In questo modo - conclude Fabbrocini - intendiamo dare una risposta concreta all'esigenza di assicurare il diritto alla salute e all'assistenza dignitosa anche ai pazienti stranieri, con o senza permesso di soggiorno».
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