Napoli, la protesta della Giostra: «Dema ci ha autorizzato, il Comune vuole cacciarci»

Napoli, la protesta della Giostra: «Dema ci ha autorizzato, il Comune vuole cacciarci»
di Valerio Esca
Venerdì 16 Novembre 2018, 12:00
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«Il Comune prima ci ha autorizzati, poi ci ha cacciati via». Il grido di allarme «disperato» arriva da Valeria Tavassi dell'associazione «La giostra», che da due anni utilizza un immobile di proprietà comunale in via Speranzella 81, per corsi di teatro e spettacoli dal vivo. La storia è kafkiana e ha inizio due anni fa, quando il 15 maggio 2016 l'associazione viene autorizzata dal Municipio all'utilizzo temporaneo del bene, per i giorni 16, 22, 23, 29 e 31 maggio 2016, al fine di svolgere prove relative ad uno spettacolo con gli studenti del liceo classico Pansini. Da allora l'associazione ha continuato ad utilizzare la struttura fino ad oggi, tanto da presentare un tabellone per la stagione teatrale 2018-2019. «Non ci sentiamo abusivi e non abbiamo occupato la struttura» si difende Tavassi. «E non dobbiamo al Comune dei soldi, perché non abbiamo avuto alcun contratto. L'amministrazione in questi due anni ci ha sempre sostenuti e invogliato ad andare avanti con i nostri progetti di teatro sociale».
 
In realtà fu proprio il sindaco, con una nota della sua segreteria del 23 marzo 2016, a chiedere all'allora assessore al Patrimonio Sandro Fucito di«proporre l'assegnazione dei locali alle associazioni Alta definizione e La giostra». Alla fine sarà quest'ultima a rimanere nel locale di via Speranzella 81. Ma non è finita qui. In questi due anni, più volte, l'amministrazione ha partecipato a spettacoli ed eventi culturali promossi all'interno della struttura. Un paradosso se si considera che sull'immobile vige una disposizione di sgombero, datata 10 ottobre 2017 (predisposta dal dirigente della direzione centrale Patrimonio). Come se non bastasse, il 16 ottobre di quest'anno, esattamente un mese fa oggi, de Magistris ha preso anche parte ad un evento organizzato a Speranzella 81, nell'ambito del Festival di teatro sociale. Un'iniziativa che ha incassato finanche il patrocinio morale della Città metropolitana. Lo scorso anno, invece, fu l'assessore Gaeta, delegata dal primo cittadino, a partecipare alla presentazione della stagione teatrale. Insomma uno spazio legittimato a più riprese dall'amministrazione arancione, seppur su binari paralleli si muovessero gli uffici per mandare via «La giostra».

«Ogni volta che abbiamo incontrato de Magistris - racconta Valeria Tavassi - ci ha sempre detto che si sarebbe impegnato per trovare una strada e regolarizzare questa situazione. Se ci cacceranno via chiameremo tutte le associazioni per dire loro che il sindaco ci ha sgomberato. Oltretutto vorremmo sapere perché le altre associazioni, enti di formazione teatrale (ce ne sono solo 13 riconosciuti tra cui La giostra), debbano mantenere strutture comunali gratuite». Tavassi, inoltre, rimanda al mittente le accuse sulla morosità relativa al fitto dell'immobile: «Non abbiamo mai avuto un contratto». Anzi siamo andati a chiedere più volte una proroga». Sugli spettacoli a pagamento (10 euro a persona) l'associazione chiarisce: «Il 70 per cento delle cifre incassate andavano agli artisti. Parliamo di una struttura di 36 posti. Tutto è stato fatto a nostre spese».

«Ci troviamo di fronte ad alcuni paradossi - tuona il presidente del Consiglio Sandro Fucito, allora assessore al Patrimonio - All'epoca abbiamo creato un'iniziativa che poteva funzionare. Bisogna prendere atto che sono cambiate le prerogative di questa amministrazione».
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