Napoli, la maggioranza risicata di de Magistris alla prova del bilancio tra malumori e veleni

Napoli, la maggioranza risicata di de Magistris alla prova del bilancio tra malumori e veleni
di Luigi Roano
Sabato 27 Ottobre 2018, 08:00 - Ultimo agg. 11:35
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«Questo è solo il primo tempo» racconta il sindaco Luigi de Magistris. Cosa significa? Cambiati i due assessori ora c'è da mettere mano ai collaboratori e soprattutto al ricompattamento della maggioranza. Una necessità quella di fare un altro giro di cambiamenti più che una volontà. Non ingannino i selfie e gli abbracci, il fuoco cova sotto la cenere perché gli scontenti sono tanti, tantissimi. E tra meno di un mese ci sarà da approvare il bilancio con gli aggiustamenti che pretende la Corte dei Conti. Avrà i numeri il sindaco per tirarsi fuori? Saranno tutti leali? L'ex pm ci crede e ci spera ma non può giurarci. Certo è che de Magistris ha in mano una sola arma per cercare di fare breccia, vale a dire le deleghe ai consiglieri, senza potere di firma, ma che danno grande appeal politico. Non a caso de Magistris ha fatto un appello alla giunta: «Bisogna tenere maggiore considerazione per il Consiglio comunale, loro sono eletti del popolo come il sindaco, gli assessori nominati da me».
 
Quello degli scontenti è club al quale sono iscritti davvero in tanti. Per esempio ci sono i tre di Agorà vale a dire Ciro Langella, Carmine Sgambati e Nino Simeone. D'accordo in principio tutti hanno rifiutato le deleghe, ma visto che il sindaco ha declinato verso una giunta civica senza pescare apparentemente dai partiti, nella sostanza non ha nominato assessore nessun eletto dal popolo, la questione deleghe per i consiglieri torna a essere un fattore. Si diceva di Agorà. Vorrebbero la delega alla mobilità e ai trasporti e magari anche alla polizia municipale. L'intento è quello di toglierle o arrivare ad una collaborazione più stretta con l'assessore che le detiene adesso, Mario Calabrese. Un docente universitario che per la natura delle sue deleghe è sempre al centro di furiose dispute, non solo politiche. Calabrese è molto - diciamo così - considerato da Attilio Auricchio, capo di gabinetto e direttore generale del Comune. Il gruppo Agorà nel consiglio comunale andato deserto sui trasporti lo ha messo nel mirino e ora vorrebbe passare all'incasso con il sindaco per avere voce in capitolo su di una materia vitale. Vale anche qui il concetto che tra tre settimane si vota il bilancio e se non si trova l'accordo qualcuno potrebbe sfilarsi. Da non sottovalutare, anzi, lo stretto legame che Agorà ha con Alessandro Nardi, capo di gabinetto alla Città metropolitana, a sua volta eletto avversario politico da Auricchio.

Se Agorà piange gli Sfasteriati non ridono. Si aspettavano di avere un assessorato e invece sono rimasti a mani vuote. Anche loro avevano detto no alle deleghe ma adesso tutto è cambiato anche per la giovane Maria Caniglia, per Luigi Zimbaldi e Vincenzo Solombrino. Quanto a Nardi vale lo stesso discorso di Agorà: sono legati al capo di gabinetto della Città metropolitana in maniera seria e concreta. Perché gli Sfasteriati hanno una buona presenza in provincia e magari potrebbero trovare - diciamo così - uno sfogo dalle parti della Città metropolitana. Fatto sta che sono molto arrabbiati e soprattutto delusi.

Fuori dalla giunta «per decisione unilaterale del sindaco», i Verdi annunciano che saranno leali al patto elettorale con Napoli contratto nel 2016. Belle parole ma il bilancio è una cosa seria. Visto che la Corte dei Conti incombe lo voteranno? Quello che trapela è che nella migliore delle ipotesi ci sarà una astensione, buona per mantenere il numero legale.

Molte le problematiche che de Magistris deve affrontare, sarà per questo motivo che l'ex pm cerca di guardare al futuro, un modo tipico dei politici di distogliere l'attenzione dal difficile presente. Tuttavia de Magistris getta ami succulenti nel piccolo mare arancione: vale a dire candidature alle Europee di primavera, alle Regionali e anche alle Comunali dove non potrà ricandidarsi. «Noi siamo pronti, ci sono tutte le condizioni per vincere le Amministrative del 2021 e le Regionali del 2020. Il nostro obiettivo è continuare a guidare Palazzo San Giacomo e guidare Palazzo Santa Lucia». Con quali candidati tentare la riconquista del Comune? «Di sicuro l'attuale vicesindaco Enrico Panini non può essere un candidato al Comune perché non riesco a immaginare un candidato che non parli la lingua napoletana». Panini è un emiliano nato in Francia. Il sindaco conclude così: «Ci sono molte aspirazioni in giunta sia di donne che uomini, ma deciderò io».
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