Consiglio flop, il Comune dice addio a Napoli Riscossione

Consiglio flop, il Comune dice addio a Napoli Riscossione
di Luigi Roano
Martedì 6 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 10:58
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Finisce in un cassetto almeno per un altro anno il progetto di «Napoli riscossione», il Comune cambia obiettivo, rinuncia al progetto di svolgere in proprio questo compito e punta sull'Agenzia delle entrate per il «miglioramento delle perfomance di riscossione». La delibera - non ci fosse stato il flop - si doveva approvare ieri in Consiglio comunale. Una resa, Palazzo San Giacomo è un ente in predissesto ed entro fine mese deve dare risposte alla Corte dei Conti che ha bloccato già la spesa dell'Ente di piazza Municipio. L'assessore al Bilancio e vicesindaco Enrico Panini entro il 30 deve presentare una manovra correttiva dei conti per 150 milioni. La magistratura contabile ha bocciato il bilancio rilevando lo squilibrio appunto di 150 milioni e, oltre al patrimonio che non si riesce a vendere, la criticità più grande è quella della riscossione. Nella sostanza - questo il ragionamento - per la Corte dei Conti è molto più affidabile l'Agenzia delle entrate che il Comune, di qui la decisione di rinviare di almeno un anno il progetto della riscossione in house partorito. Il sindaco Luigi de Magistris e la sua giunta vogliono andare sul sicuro atteso che il Comune deve redigere l'ennesimo piano di rientro dal debito di 2,4 miliardi. Detto questo Palazzo San Giacomo ha fatto ricorso contro la delibera della Corte dei Conti alle Sezioni riunite. Una mossa che non ferma - fino a quando le Sezioni non si esprimono - l'azione della Corte dei Conti della Campania che vuole i conti in ordine subito.
 
La nuova partecipata doveva essere una costola della Napoli Holding guidata da Amedeo Manzo, ma per ora i napoletani dovranno aspettare ancora un bel po' prima di vedere mantenuta la promessa fatta dal Comune di avere un fisco «più umano e vicino ai cittadini». Magari si potranno consolare un po' se dal governo dovesse arrivare lo sconto nel decreto fiscale o in un prossimo provvedimento. Sarà - in definitiva - ancora Equitalia - ad occuparsi di multe e affini. Al prossimo Consiglio comunale utile l'affidamento «dell'attività di riscossione coattiva delle entrate tributarie e patrimoniali proprie del Comune, ivi incluse di quelle gestite dalle partecipate», andrà all'Agenzia delle entrate per la durata di un anno.

La Corte dei conti ha calcolato che nel 2016 e nel 2017 il Comune è riuscito a recuperare solo l'1,35% di 2,4 miliardi delle entrate scritte nei bilanci degli anni precedenti ma non incassate. Con questa «strutturale incapacità», dicono i magistrati, non si va lontano: senza un cambio di rotta immediato, da dettagliare entro fine mese, il passaggio dal predissesto al dissesto non è poi così lungo. Malgrado in campo ci sia l'ennesima opzione spalma-debiti o salva-Napoli varata nel Milleproroghe. Dove i conti ballano c'è una malattia: Palazzo San Giacomo ha quella della riscossione che non riesce a portare nelle casse i soldi su cui si basa la capacità di spesa. Un circolo vizioso perché quello che non entra in cassa si trasforma in un arretrato - i residui attivi - nella speranza di essere recuperato negli anni successivi. Ma qui si nasconde il virus dei conti. Le nuove regole - legittimamente criticate dal Comune e dall'Anci - hanno imposto ai sindaci di cancellare le vecchie entrate ormai impossibili da incassare facendo crescere a dismisura il deficit, anzi aprendo un extra-deficit che la norma ponte del Milleproroghe permette di ripianare in 30 anni. Così tuttavia si salvano i sindaci ma non i conti e soprattutto i Comuni. I più penalizzati sono i cittadini che hanno i servizi ridotti all'osso. Di qui l'attenzione del sottosegretario Laura Castelli alle finanze dei Comuni - Napoli è solo la punta dell'iceberg - con l'idea che il governo sta maturando di una legge che riordini per intero il sistema dei Comuni.

Palazzo San Giacomo ha indici di riscossione bassi. Per esempio, per le contravvenzioni al Codice della strada si attesta intorno al 15 per cento. Se si considera che la media delle multe annue vale un centinaio di milioni, quando va bene se ne incassano poco più di una ventina. Inutile girarci intorno, se non migliora, anche il nuovo Piano di rientro del debito potrebbe non bastare per la salvezza dei conti. La percentuale di evasione, a seconda della gabella, va dal 70% al 40% ed è un trend consolidato negli ultimi 20 anni. Facendo la media significa che su 10 euro ne entrano al massimo 5.
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