Napoli, la rivolta delle associazioni: «Bagnoli, governo assente: mantenga le promesse»

Napoli, la rivolta delle associazioni: «Bagnoli, governo assente: mantenga le promesse»
di Luigi Roano
Mercoledì 5 Dicembre 2018, 12:00
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Un duro j'accuse che colpisce diritto al cuore il governo gialloverde - in particolare il ministro Barbara Lezzi e il commissario Francesco Floro Flores - colpevoli di «azioni inconcludenti su Bagnoli». Con il secondo definito «un fantasma». Un grido di dolore delle associazioni del territorio che viene da lontano, dalla delusione di questi mesi trascorsi - a loro dire - invano da quando si è insediato il nuovo governo. Ventisei storiche associazioni lo scrivono al ministro e spediscono la missiva anche al governatore Vincenzo De Luca e al sindaco Luigi de Magistris. Oggettivamente va ricordato che essendo la materia commissariata non è che possano fare molto. Comune e Regione il loro contributo lo hanno dato quando si è trattato di chiudere l'accordo con il governo Gentiloni.
 
Vale la pena segnalare chi sono i firmatari dell'iniziativa nella terra dove il M5S ha preso quasi il 50%, si tratta delle associazioni «Arcimare Bagnoli, Napoli Ovest, Arcobaleno Flegreo, Svegliano gli Onesti, Pro Coroglio, ASD Railway Sports, Museo del Mare, Teresa Buonocore, MTR, Madamadà, Fondazione Wide, Coordinamento operativo nazionale interforze, Reset ricerca, Jane' s Walk Napoli, InArch Campania, Banca risorse immateriali, Museo del Mare, CriticLab, Riscatto Urbano, Comitato giovani Coroglio, MillepassiperBangoli Mtra, Associazione Mercatari, Arci pesca Fisa, Lega navale NisidaPozzuoli, Democrazia Partecipativa InFormAzione e Comitato NO chiusura Ospedale San Paolo». Sono loro che hanno preso carta e penna e hanno scritto parole molto preoccupate. In campo sono scese quelle associazioni che hanno sempre avuto un dialogo con il governo a prescindere dal colore politico. «Sul processo di rigenerazione di Bagnoli - scrivono - esprimiamo ampie preoccupazioni riguardo la gestione di questi primi mesi del nuovo esecutivo». Raccontano che la ministra Lezzi si impegnò ad avere con loro un dialogo costante, «invece abbiamo avuto un solo incontro ad ottobre. A 5 mesi di distanza» nulla si è mosso. «L'assordante e pericoloso silenzio su Bagnoli nasconde una precisa volontà di non porre l'area ex Italsider come punto centrale del programma di questo governo». Quindi l'affondo: «Le associazioni che vivono costantemente le sofferenze, i bisogni e le aspettative dei cittadini non sono più disposte ad attendere e tollerare ulteriori ritardi. Proponiamo la convocazione urgente della cabina di regia ed una prima convocazione da parte del commissario fantasma Floro Flores per iniziare a definire le priorità di intervento».

La preoccupazione è legittima, si ricorderà che un paio di mesi sono volati via solo per nominare Floro Flores commissario. Un ritardo figlio di lotte interne al M5S ma anche perché un commissario per funzionare deve avere delle risorse. E queste sono state sdoganate solo un paio di settimane fa. Si tratta di soli 50 milioni - almeno in questa legge di Bilancio - questo il dato che è venuto fuori dal vertice tra la ministra e il sindaco Luigi de Magistris del 18 novembre. Si potranno comunque aprire dei nuovi cantieri grazie a un residuo di circa 70 milioni della passata gestione, quella non a trazione gialloverde ma quando il premier era appunto Paolo Gentiloni. Con quei soldi si avvieranno altre bonifiche, con i 50 milioni lo stesso Floro Flores, insieme con il soggetto attuatore Invitalia, dovrà decidere come spenderli e su cosa puntare, atteso che il risanamento dei suoli è la priorità, la strada sembra segnata in quella direzione.

O si fa una Cabina di regia al più presto - di qui la preoccupazione delle associazioni - oppure rischia di saltare il cronoprogramma per la bonifica (e la rigenerazione urbana di Bagnoli). Sul quale già gravano ombre sinistre perché i fondi sono quello che sono. Ci sono da approvare 27 gare per il risanamento dei suoli entro la metà di questo mese e ormai ci siamo quasi, per far partire i primi cantieri nella primavera del 2019. E per approvare il Praru, acronimo che sta per «Programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana», ovvero il disegno della nuova Bagnoli. Nella sostanza bisogna dare concretezza alla nuova Variante occidentale della quale sono state approvate le linee guida.
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