Napoli, De Luca non firma la tregua: «I ritardi del Comune ci costano milioni»

Napoli, De Luca non firma la tregua: «I ritardi del Comune ci costano milioni»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 6 Aprile 2019, 08:30 - Ultimo agg. 11:50
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Sì certo, c'è stata la stretta di mano ma i rapporti tra il sindaco di Napoli e il governatore rimangono glaciali. Con il secondo che, a ventiquattr'ore di distanza dal saluto (di de Magistris che si è fatto avanti al Salone del libro) continua a sparare a palle incatenate contro il primo. Sui cantieri aperti, sul rischio di perdere i fondi Ue e, in generale, sui finanziamenti di Santa Lucia per Napoli. Sino alla questione San Carlo: «Lo dobbiamo salvare», dice l'ex primo cittadino di Salerno dalla sua consueta tribuna settimanale sui una tv salernitana.
 
«Siamo gli unici che abbiamo fatto investimenti, per il resto encefalogramma piatto e in qualche caso paghiamo l'inefficienza dei cantieri chiusi, è il caso della città di Napoli», è la prima stilettata. E poi elenca: «Il cantiere di via Marina è stato finanziato dalla Regione per 23 milioni avremmo dovuto fare la rendicontazione della spesa entro marzo 2019, non possiamo rendicontare nulla perché il cantiere è ancora aperto. E quindi la Regione perderà una ventina di milioni per l'inefficienza del Comune di Napoli, queste sono le regole europee. Ci auguriamo di non perdere - continua - altri 90 milioni per i lavori sulla linea 6 della Metropolitana, stiamo in forte ritardo stiamo cercando di contrattare con l'Unione europea per una proroga dei termini perché perdere 20 milioni vabbé ma perderne altri 90 c'è da stare male». Naturale poi tornare sull'evento sportivo di luglio che fa imbestialire il governatore quando pensa ai finanziamenti della sua giunta. «Le Universiadi sono finanziate esclusivamente dalla Regione, ma c'è chi butta il sangue per farlo e chi vuole metterci il cappello. Prendiamo il San Paolo dove abbiamo investito 20 milioni di euro. Due anni fa il Comune aveva detto che si sarebbe occupato della ristrutturazione ma a maggio scorso ci comunicano che non hanno un euro. A Napoli c'è gente smemorata e qualcuno - s'inalbera prima di stopparsi per evitare giusto in tempo il turpiloquio - fa finta di lavorare con il coso degli altri».

«Si può davvero immaginare che si possa reggere solo sulle spalle della Regione che caccia da 10 ai 12 milioni di euro ogni anno a fronte della totale inesistenza di altre istituzioni? Noi - snocciola le cifre - diamo il triplo di quanto la Lombardia stanzia per la Scala. Possiamo andare avanti così? O c'è uno sforzo serio o il San Carlo è rischio, così muore». Infine l'attacco più duro: «Lo dico a qualche buontempone che a Napoli fa dibattito sul conflitto istituzionale che non c'è. C'è invece chi paga e chi non paga. Napoli - attacca - non viene danneggiata dai conflitti ma dalla sua cattiva amministrazione, dai bilanci falsi e dai cantieri non chiusi». E non poteva mancare un ultimo passaggio sul matrimonio di Tony Colombo: «Noi inauguravamo la mostra su Canova mentre a Napoli passeggiavano i cavalli dei neomelodici. Ora io sono un tifoso di tanti neomelodici, ma un conto sono le melodie un altro conto è la camorra».
 
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