Napoli Servizi, bocciato il bilancio: avanza lo spettro del crac

Napoli Servizi, bocciato il bilancio: avanza lo spettro del crac
di Valerio Esca
Mercoledì 10 Luglio 2019, 07:30
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«In assenza di certezze sulla possibilità di recupero della posta creditoria della Napoli servizi il Collegio sindacale esprime parere negativo all'approvazione del bilancio». Una bocciatura su tutta la linea, che si abbatte come una scure sulla partecipata multiservizi del Comune. Lo stop del Collegio sindacale è arrivato lunedì pomeriggio, a pochi minuti dall'assemblea convocata a Palazzo San Giacomo tra il socio unico, cioè il Comune, e l'amministratore di Napoli servizi, Andrea de Giacomo.
 
Una doccia gelata, che ha causato il rinvio dell'incontro, fissato nuovamente per le 13 di domani. Il Collegio pare abbia anche denunciato al Tribunale delle imprese l'amministratore unico della partecipata come azione di responsabilità. Anche se al momento non è stato ancora comunicato nulla di ufficiale al Comune. 

Nella lunga relazione di 13 pagine, stilata da Alessandro Sacrestano (presidente del collegio sindacale) e da Liliana Speranza e Francesco Vallefuoco (sindaci effettivi) sono messe in evidenza tutte le falle presenti nel bilancio 2017 (in fase di approvazione in questi giorni). A finire sul banco degli imputati c'è innanzitutto la convenzione firmata il 2 agosto 2018, valida fino al 30 giugno 2019, con la quale il Comune ha rinnovato l'accordo con la Napoli servizi. «Questo collegio - si legge nella relazione - ritiene necessario evidenziare di aver constatato all'amministratore unico la scelta di convenzionarsi con l'ente appaltante in forza di una delibera di giunta comunale in luogo di una del Consiglio». De Giacomo avrebbe dunque «sottovalutando - ribadiscono i revisori - il rischio mosso dal Collegio sulla base della recente giurisprudenza che ha sostenuto come quando non vi sia novazione oggettiva del contenuta della convenzione, la giunta comunale può deliberare la proroga o il rinnovo della convenzione-concessione di servizio pubblico». Viceversa, in caso di novazione oggettiva, come nel caso della convenzione appena scaduta, la competenza resta in capo al Consiglio comunale. 

Nel capitolo dei conti in rosso a ballare ci sono diversi milioni di euro: 4 milioni 250 mila euro relativi all'esercizio 2011, risorse che la Napoli servizi non ha mai ricevuto dall'Ente, e i 3 milioni 370mila euro per la stabilizzazione degli Lsu. Somme che il Comune non ha mai previsto e confermato come impegno di spesa, non risultando essere di fatto un debitore della multiservizi. La partecipata non avrebbe dovuto iscrivere a bilancio questi crediti. 

Il Collegio sindacale ritiene che «le decisioni assunte dall'organo di amministrazione siano state adottate in violazione dello statuto sociale; così come sembrerebbero non corrette le modalità di iscrizione in bilancio delle poste creditorie ed omissive nella tutela giuridica dell'integrità del patrimonio sociale». Infine vengono posti diversi rilievi rispetto ai premi di produttività, che possono essere elargiti dalla società soltanto al cospetto di parametri ben specifici: come gli obiettivi aziendali raggiunti o i risparmi di spesa conseguiti dagli accordi tra la partecipata e le organizzazioni sindacali. Nonostante questo, stando a quanto raccontano i dipendenti della partecipata, il Comune si sarebbe impegnato a pagare i premi entro il 15 luglio. 

La partita adesso è tutta politica. I sindacati e i lavoratori si aspettano che domani il Comune vada ad una prova muscolare con il Collegio sindacale, approvando con un atto di giunta il bilancio della Napoli servizi al netto della bocciatura. Da Palazzo San Giacomo sembra invece che l'aria tiri esattamente in direzione opposta. De Giacomo sottolinea: «Il parere del Collegio è arrivato meno di un'ora prima dell'assemblea fissata lunedì. Il parere della società di revisione Ernst & Young è positivo e ci è arrivato venerdì scorso. In pratica il Collegio è andato contro quello della società di revisione. Sembra molto una partita politica». Mentre il capogruppo di demA, Rosario Andreozzi, che è anche dipendente della multiservizi, tuona: «Sono mesi ormai che il destino di Napoli Servizi oscilli tra l'esplicita volontà dell'amministrazione e del sindaco di mettere in sicurezza l'azienda definitivamente e la pressione del collegio dei revisori sul bilancio 2017 che se non approvato comporterebbe l'apertura di una procedura fallimentare. È di queste ore la notizia che proprio i revisori, travalicando a mio avviso quello che dovrebbe essere il perimetro delle loro strette competenze e responsabilità, una posizione inspiegabile».
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