«Una nuova stagione del lavoro e dei diritti». La mobilitazione nazionale, promossa dai sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil è arrivata oggi a Napoli dopo le tappe di Bologna e Milano. Sono almeno 50mila i delegati giunti all’alba nel capoluogo campano da tutte le Regioni del Mezzogiorno per chiedere al governo Meloni un cambiamento radicale delle politiche economiche, sociali e occupazionali, specialmente al Sud.
A prendere parte alla manifestazione ci sono anche i tre leader dei sindacati, Landini, Bombardieri e Sbarra.
«Se abbiamo salari bassi - ha detto il segretario della Cgil, Landini, prendendo parte al corteo partito da piazza Vittoria intorno alle 9 e mezza con direzione rotonda Diaz dove è allestito il palco della manifestazione - è perché abbiamo un livello di precarietà che non ha nessun altro Paese.
«Manifestiamo - motiva Landini - perché pensiamo che le scelte di questo governo siano sbagliate: non c’è bisogno dell’autonomia differenziata abbiamo già abbastanza divisione nel Paese».
Intorno alle 10.30 il corteo è arrivato alla rotonda Diaz, sfilando sul lungomare napoletano tra fumogeni, cori e bandiere, qualcuna anche del Napoli.
«Qui a Napoli ricominciamo da tre - chiarisce sorridendo il leader della Uil, Bombardieri - continuando a porre dei temi che riguardano il recupero del potere d’acquisto, il lavoro, la sicurezza sul lavoro, non abbiamo ancora risposte e le persone continuano a morire».
Ad aprire gli interventi dal palco, tutt’ora in corso, è stata invece un’infermiera dell’Asl Napoli 1, delegata della Uil Sanità Campania. «Dopo il covid - ha detto - siamo stati abbandonati. In Italia ci sono 38mila precari in questo settore e mancano all’appello almeno 70mila infermieri».
«Oggi - osserva il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi - è un momento in cui dobbiamo rimettere il lavoro al centro del futuro del Paese anche per dare prospettive ai giovani. Dobbiamo ripartire dal lavoro perché il Sud è in una fase in cui può veramente svoltare. Con gli investimenti che sono in campo ed un nuovo protagonismo delle imprese e dei giovani si può costruire un futuro diverso per il Mezzogiorno e per l’Italia. Credo che dobbiamo tenere i nostri giovani qui utilizzando il Sud come un grande hub di rapporto con il Mediterraneo perché il futuro dell’Europa passa per la crescita del mediterraneo allargato».
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