Il sindaco Manfredi al Mattino: «Metrò e più servizi, così in 12 mesi farò ripartire Napoli»

Il sindaco Manfredi al Mattino: «Metrò e più servizi, così in 12 mesi farò ripartire Napoli»
di Luigi Roano
Domenica 19 Dicembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 20 Dicembre, 16:22
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Sindaco Gaetano Manfredi 1,3 miliardi saranno nelle casse del Comune a metà febbraio mentre altri 85 sono stati già stanziati. Il contributo romano è sostanzioso e a fondo perduto. In arrivo ci sono anche i fondi del Pnrr. Ora tocca al Comune. 
«Bisogna realizzare un piano di rientro del debito che parte dalle aziende comunali e poi lanciare tutti i progetti lasciati in sospeso per mancanza di fondi. Quanto al Pnrr, stiamo lavorando su scuole, asili, trasporti, anche quello su gomma». 

In questi casi si dice che è necessario un programma: come è messo il Comune?
«Il cronoprogramma c’è e per il Pnrr rimbalziamo con la cabina di regia di Palazzo Chigi nella consapevolezza dell’importanza che Comune e Città metropolitana hanno nella gestione di questi fondi». 

I napoletani vorrebbero segnali subito per una città molto in sofferenza: cosa si può fare? 
«L’aiuto del Governo ci consentirà di fare un bilancio diverso e avere risorse per le manutenzioni perché nel bilancio attuale le risorse sono zero. Possiamo avviare tutta la politica sul patrimonio che non è dismesso né valorizzato perché congelato nella dismissione, non si è venduto e non si è fatto niente». 

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Il salva Napoli è un patto con il Governo, lo vogliamo spiegare bene? Cosa dà in cambio Napoli?
«Napoli deve garantire efficienza amministrativa che significa riscossione, management di qualità delle partecipate, valorizzazione del patrimonio e non dismissione, riorganizzazione della macchina comunale e capacità di gestione dei fondi del Pnrr e naturalmente qualità nei servizi forniti ai cittadini. La grande novità di questo Patto è che non è sul controllo finanziario ma sugli obiettivi da raggiungere». 

La riscossione sembra una strada molto in salita.
«Oggi paga un napoletano su 4, la media nazionale è l’obiettivo cioè uno su due e per fare questo dobbiamo partire dalle banche dati. E ci avvarremo dell’aiuto anche dell’Agenzia delle entrate. Sono due mesi che ci siamo insediati e stiamo lavorando molto». 

Può chiarire il futuro delle partecipate? Verranno dismesse parzialmente, riorganizzate o cosa?
«Nessuna dismissione o privatizzazione obbligatoria come sarebbe avvenuto in caso di dissesto. Ma l’individuazione di potenziali partner tecnici come le Ferrovie dello Stato. La nostra idea è mantenere sempre la maggioranza pubblica». 

Quindi i trasporti saranno messi a gara?
«Sì, ma utilizzeremo i grandi gruppi nazionali del settore». 

A leggere bene il salva Napoli, è concreto il rischio di aumento delle tasse, l’Irpef e una addizionale per l’imbarco dei passeggeri al porto e in aeroporto: stangatina in arrivo?
«Il raggiungimento pieno degli obiettivi determinerà una riduzione del carico fiscale. In questa fase transitoria pensiamo di utilizzare la leva dei diritti di imbarco. Non c’è obbligo di fare una cosa o un’altra, abbiamo un paniere di scelte che può essere modificato nel tempo. Ci muoveremo in funzione dell’arrivo dei fondi».

Tra le leve c’è il patrimonio: può essere più chiaro sulla valorizzazione degli immobili?
«Non siamo obbligati a vendere, possiamo fare permute per mettere a reddito il patrimonio».

L’informazione di cui è in possesso Il Mattino è che il partner sarà pubblico, cioè Invimit, la società immobiliare del Mef con la quale già ci sono stati contatti. 
«Sì come partner c’è Invimit e anche Cassa depositi e prestiti».

Tra le novità del provvedimento c’è che il Comune può liquidare i creditori proponendo meno del dovuto ma in un lasso di tempo di settimane come stanno le cose?
«In questo provvedimento al sindaco vengono dati sul fronte dei creditori gli stessi poteri di un commissario per il debito». 

Sulla quotidianità quando si vedranno i primi risultati?
«Quello del miglioramento dei servizi non è solo un tempo economico e finanziario ma anche organizzativo. Nell’anno che sta arrivando vedremo sui trasporti miglioramenti sostanziali perché aumenteremo la frequenza delle corse come già stiamo facendo con le funicolari.

Stiamo superando situazioni critiche che riguardano i nuovi treni della metro linea 1, i nostri tecnici stanno lavorando assieme a quelli del ministero e sono ripartiti i collaudi. E stiamo affrontando il tema della linea 6. Abbiamo riavviato gli accordi con Fs per il deposito dei treni che non è stato previsto, sblocchiamo un servizio dove negli ultimi 5 anni non si è fatto nulla». 

Cambierà i manager delle partecipate?
«Il requisito è quello della professionalità e il tema lo affronteremo a gennaio così come l’assetto che dovranno avere come governance».

Restiamo sui servizi e sulla riorganizzazione delle partecipate: Asìa è una croce per i napoletani. 
«In Asìa abbiamo un problema di personale, ma l’azienda per potere essere sostenibile ha bisogno di impiantistica e la prima cosa che abbiamo fatto in Consiglio comunale - una scelta politica - è stata approvare l’impianto di compostaggio di San Giovanni a Teduccio che ci consentirà di aumentare la differenziata e migliorare i conti di Asìa. Inoltre possiamo destinare più unità sullo spazzamento. Però devo dire che anche per i napoletani è il momento della responsabilità, non si possono gettare i sacchetti a ogni ora del giorno. Se con i rifiuti facciano funzionare al meglio il sistema possiamo abbassare la tassa». 

NapoliServizi è una delle partecipate sotto osservazione...
«Ogni città ha una società che garantisce una tipologia di servizi, per la nostra va fatta una razionalizzazione e l’efficientamento perché ci sono attività inutili e altre che devono migliorare. È l’assessore Baretta che ha la delega, io dico che NapoliServizi è importante per la manutenzione. Certamente non può gestire il patrimonio. La società ha i dipendenti ma bisogna metterli al posto giusto». 

Le occupazioni abusive delle case del Comune sono un dramma, addirittura la vicenda di Villa Bisignano a Barra è finita in Senato come raccontato da Il Mattino. Quali sono le mosse del Comune al riguardo?
«C’è bisogno di una politica della casa. È uno di quei temi spacchettati in tanti rami dell’amministrazione. Quello che stiamo facendo è una riorganizzazione di questo settore con un coordinamento forte sotto la gestione diretta del sindaco. Riorganizzazione significa manutenzione e nuovi indirizzi sull’assegnazione delle case. Il prefetto ha insediato un tavolo di coordinamento per lavorare sulle occupazioni e sulle assegnazioni». 

Serve personale in tutti i settori dell’amministrazione ma con il “salva Napoli” si possono fare solo quelle a tempo determinato per il settore della riscossione. Come si fa a uscire da questa emergenza?
«A noi servono mille unità come ho sempre detto per far ripartire la macchina amministrativa. Napoli è la città con meno dipendenti comunali. Abbiamo capacità di assunzioni che non abbiamo potuto utilizzare per mancanza di fondi. Ma migliorando le condizioni del bilancio si possono attivare. Poi abbiamo le assunzioni da fare con il Pnrr che sono anche a tempo determinato ma la stabilizzazione può essere fatta se troveremo la copertura». 

Veniamo a Bagnoli: lei è anche il commissario per la bonifica, che obiettivo si sta ponendo?
«L’obiettivo è evitare che Bagnoli resti altri 10 anni così, ci vogliono allora due cose fondamentali. In primo luogo sapere qual è la reale situazione ambientale. In secondo luogo parliamo di bonifiche complesse e io fino a oggi non ho visto un solo progetto di bonifica per il mare. Il mare è balneabile o no?». 

Come intende procedere? L’assessore Lieto ha detto che serve un’operazione verità, quando si saprà qualcosa? 
«Dice bene l’assessore: pochi mesi e sapremo qual è la verità su Bagnoli. Io dico che laddove ci siano pezzi di Bagnoli già fatti e bonificati bisogna procedere con gli step successivi, altrimenti non saremo pronti nemmeno tra 50 anni». 

Il rapporto con la Regione sembra già spinoso come stanno le cose?
«I rapporti tra Comune e Regione a livello istituzionale sono ottimi ed è la cosa fondamentale. Anche quelli tra me e Vincenzo De Luca lo sono ma a volte la pensiamo diversamente su alcune cose come sul mangiare la sfogliatella o la pizza in strada».

De Luca per l’area est a cavallo tra l’autostrada e piazza Garibaldi propone un progetto dove insediare la cittadella della Regione: è d’accordo?
«Dire il palazzo della Regione è una cosa un po’ più complicata. L’intervento sulla porta est è fondamentale, risolve il nodo di piazza Garibaldi così gli autobus dall’autostrada andranno direttamente nel parcheggio senza passare per la piazza. La copertura dei binari è un progetto che esiste a Napoli da tanti anni e ci chiedono di farlo. Poi dopo verrà la realizzazione di volumi. L’idea di fare un palazzo della Regione è buona, ma va valutata se poi lì si concentreranno tutte le attività della Regione e lasceranno il Centro direzionale. Per noi il Centro direzionale è una priorità e rappresenta una risorsa per la città pensando alle funzioni del 2030 e non a quelle del 1980. Cioè un mix con non solo di uffici, ci vuole spazio per l’intrattenimento con attrattori che lo garantiscono, deve poter vivere giorno e notte». 

Lei è portato a unire e a dialogare, ha fatto l’appello alle élite a stare uniti e a dare una mano alla città. E la risposta è stata la guerra tra gli industriali.
«Dico questo, non entro nel merito di polemiche di altre istituzioni. La differenza la faremo solo se siamo uniti, non se alimentiamo il conflitto interno, ne sono convintissimo perché questo è il vero nodo di Napoli». 

Restiamo in argomento: è prevista la partecipazione dei privati al rilancio di Napoli?
«Napoli non svolta se non ci saranno le ripartenze delle economie urbane. C’è grandissimo interesse sulla città, abbiamo avuto tante offerte. A Napoli si è fatto poco negli ultimi anni mentre le altre città sono un po’ sature. Da noi ci sono più opportunità. Gli investitori ci chiedono tempi certi, non conflitti e chiarezza degli interlocutori. E noi possiamo garantirlo, ma ci vuole unità perché non è solo un tema dell’amministrazione. Dobbiamo garantire l’interesse pubblico e non combattere quello privato». 

L’assessore all’Urbanistica Laura Lieto dice che il Prg va rivisto è d’accordo?
«Sì, dobbiamo avere un Prg che guarda la città del 2050, avvieremo presto un percorso di revisione per mettere in moto politiche di trasformazione urbana che sono state congelate». 

Torniamo al territorio: la piaga dei parcheggiatori abusivi come la si sana?
«La sta affrontando l’assessore De Iesu, ci sono norme da rivedere per intervenire. E una nuova politica della mobilità con più trasporto pubblico per chiudere più pezzi di città al traffico. Per ora si stanno rivedendo i carri gru e più vigili in strada». 

Quando vedremo l’anello della metropolitana ultimato?
«Posso dire che entro 18 mesi si chiuderà la linea 6 e la metro arriverà alla stazione del Centro direzionale. L’intero anello lo avremo verso la fine della consiliatura». 

Dal punto di vista sanitario che situazione vede?
«Preoccupante, la Campania sta reggendo e su questo ci vuole molta responsabilità e spingere sulle vaccinazioni. Abbiamo la scuola che è il luogo più critico, dobbiamo salvaguardarla con gli studenti in presenza e bisogna fare riflessioni sulle vaccinazioni a scuola. Poi io sono per l’obbligo vaccinale per tutti gli operatori scolastici». 

Lei potrebbe essere un grande elettore del nuovo presidente della Repubblica ci sta pensando?
«È un mese cruciale per il Paese e auspico che tutto il mondo politico metta davanti l’interesse delle Istituzioni e non quelli di parte. Mattarella è stato un grande Presidente, sempre molto vicino a Napoli, anche in questa circostanza, la città deve molto a Mattarella». 

Napoli avrebbe bisogno di un nuovo grande evento come la Coppa America di vela. 
«Lo dobbiamo trovare, Napoli ha potenzialità enormi, peccato per il tempo che si è perso». 

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