Manfredi sindaco di Napoli, il piano dei primi cento giorni dai rifiuti alla Galleria Vittoria

Manfredi sindaco di Napoli, il piano dei primi cento giorni dai rifiuti alla Galleria Vittoria
di Luigi Roano
Lunedì 25 Ottobre 2021, 23:41 - Ultimo agg. 26 Ottobre, 19:39
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L’elenco delle priorità è lungo come la spesa di Natale e l’agenda del sindaco Gaetano Manfredi è piena zeppa di segnalazioni di disagio dei napoletani e lui vuole fare qualcosa di «operativo e concreto» a strettissimo giro per dare il segnale del cambio di passo dell’amministrazione. Ci sono - tuttavia - tre priorità più delle altre perché toccano la carne viva della gente: i rifiuti, Napoli è sporca come non accadeva da tanto tempo, la mobilità intesa anche come trasporti e chiudere il capitolo della Galleria Vittoria possibilmente in anticipo sui tempi preventivati dall’Anas. È il suo mestiere, fa l’ingegnere, e come è accaduto per la Galleria Quattro Giornate vuole una svolta anche per quella della Vittoria. Questo è il piano dei cento giorni di Manfredi.

Ieri il tema rifiuti è stato al centro degli incontri con la giunta. Il primo faccia a faccia il sindaco lo ha avuto con Paolo Mancuso, l’assessore titolare della delega all’Ambiente e Presidente provinciale del Pd. Manfredi lo ha detto con chiarezza a Mancuso che quella dei rifiuti è una spina che va tolta subito, nel tempo più stretto possibile, dal fianco della città. Nessuno ha la bacchetta magica, figurarsi un assessore che ha appena iniziato il suo percorso. Però alcune cose si possono e si devono fare, al netto «del disastro ereditato».

Di cosa si tratta? Lo spazzamento e le mini-discariche diffuse capillarmente in ogni quartiere della città. Non c’è un angolo libero dai rifiuti.

E qui si tratta della raccolta dei rifiuti, il compito principale di Asìa assieme a quello dello spazzamento. Basta agire al meglio su queste due direttrici per cambiare volto alla città e il sindaco lo pretende e subito. Un messaggio indirizzato a Maria De Marco, la presidente dell’azienda per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. La De Marco insiste molto «sull’inciviltà» di alcuni napoletani che non rispetterebbero le regole sul deposito dei sacchetti e del materiale dai mobili ai materassi. Ed è un fatto vero. Ma questo non è esimente secondo Palazzo San Giacomo, la De Marco si deve assumere le sue responsabilità. E Manfredi su questo tema ha avuto più di un contatto con la presidente già prima che si insediasse in Comune. L’Asìa ha un gruppo dirigente molto ristretto che non arriva a 10 unità, ma con stipendi lordi annui da manager di primo livello che vanno dai 155mila ai 95mila euro annui. Ai quali vanno aggiunti i premi di produzione legati «ad obiettivi raggiunti» tutti intorno ai 40mila euro. Cifre e dettagli sono sul sito di Asìa alla voce «amministrazione trasparente». Francesco Mascolo - per esempio - direttore generale fino a luglio dell’anno scorso, superava i 150mila euro prima che l’allora sindaco Luigi de Magistris lo spostasse nello stesso ruolo e con la stessa qualifica in Anm. Chissà se lo stipendio è sempre lo stesso atteso che Anm è in amministrazione controllata. A fronte di simili cifre in Asìa né lui né i suoi colleghi hanno brillato e quelle cifre sono uno schiaffo ai napoletani devastati dal Covid finanziariamente e che devono vivere anche in una città sporca e senza decoro. La De Marco da semplice presidente del cda di Asìa guadagna molto di meno - ed è bene precisarlo - il suo stipendio è di 42mila euro lordi l’anno. Contesto difficile quello di Asìa dove i dipendenti sono poco più di 1500 con una età media che supera i 59 anni, detto questo però il contratto di servizio con l’azienda per i rifiuti vale 270 milioni. 

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Altro nervo scoperto - e fa parte del piano dei 100 giorni - della città è la mobilità, i napoletani sono in trappola tra bus e metropolitana lumaca e una città sostanzialmente divisa in due con lo stop alla Galleria Vittoria. In queste ore Manfredi dovrebbe effettuare un sopralluogo. Il trasporto pubblico dovrebbe essere la strada maestra. Tuttavia non è così. Manfredi non vuole l’azienda unica dei trasporti, ma l’interconnessione tra la mobilità urbana e dell’area metropolitana. Bisogna trovare un accordo con la Regione che spinge invece sull’azienda unica. In attesa di chiarire la strategia, il sindaco sta cercando di mettere in strada quanti più bus e è possibile. Ma soprattutto deve cercare un’intesa con le maestranze. Basta qualche macchinista o autista in malattia ed è paralisi. La scommessa di Manfredi è l’allungamento degli orari di esercizio in attesa che arrivino nuovi mezzi e soprattutto personale fresco e motivato. 

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