Multa CR8, torna lo spettro del crac al Comune di Napoli

Multa CR8, torna lo spettro del crac al Comune di Napoli
di Luigi Roano
Giovedì 3 Gennaio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 17:05
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Le parole del sindaco Luigi de Magistris hanno scosso Palazzo San Giacomo ancora mezzo vuoto per le ferie di Natale e fanno a pugni con quanto detto dal palco del Plebiscito l'ultima notte del 2018: «Sarà l'anno di Napoli il 2019, sento che faremo cose grandissime, la città è in crescita».

Cosa ha fatto cambiare l'umore del sindaco? La lettura della legge di bilancio 2019 alla voce enti locali. Per de Magistris è «poco chiara, va letta con attenzione», perché non è certo che sia stata tolta la sanzione da 85 milioni a Napoli. Una bomba quella lanciata da de Magistris che già fa trapelare come sia pronta un'altra marcia arancione su Roma e l'apertura di un contenzioso non solo politico con quello che lui definisce ironicamente «il governo del cambiamento». Nella mente del sindaco fa capolino di nuovo l'immagine dello spettro del default che si riavvicina, di una nuova battaglia con la magistratura contabile, l'impossibilità di investire sulla città, anzi ci sarebbe necessità di tagliare i servizi, anche quelli essenziali in caso la sanzione non fose santa cancellata. Tutto questo nell'anno in cui è fermamente intenzionato a candidarsi alle Europee di primavera come alternativa ai Cinquestelle e alla lega. Questi i ragionamenti che turbano l'ex pm a poche ore dalla promulgazione della manovra finanziaria da parte del Presidente Sergio Mattarella. La sanzione da 85 milioni - si ricorderà - è stata comminata dalla Corte dei Conti perché il Comune non ha inserito il debito con il Cr8 - appunto da 85 milioni - nel saldo di bilancio del 2016. Sanzione che aleggia ancora come un fantasma su Palazzo San Giacomo e il suo futuro.
 
L'ex pm critica duramente la Legge di bilancio non solo sulla questione che riguarda Palazzo San Giacomo, ma anche su quelle che sono - secondo il sindaco che è anche vicepresidente dell'Anci - discriminazioni tra enti locali. Al riguardo fa l'esempio di Roma che avuto un bel tesoretto d 75 milioni per riempire le sue buche e rifare le strade, mentre il resto dei Comuni d'Italia o quasi ha avuto dei tagli: «La norma va letta con attenzione - insiste il sindaco - perché è scritta in modo poco chiara ma eliminerebbe un'ingiustizia che avrebbe potuto portare a clamorose proteste. Non è una norma ad hoc per Napoli ma è valevole per tutti i Comuni», dice riguardo alla sanzione avuta da Napoli insinuando che non è certissimo che sia stata cancellata. Si ricorderà che il Comune la pagherebbe sotto forma di mancati introiti dallo Stato che taglierebbe a monte i trasferimenti. Quando il passaggio su Roma: «È inaccettabile - spiega de Magistris - che ha Roma vadano 75 milioni, perché le buche sono in tutta Italia e ci sono sindaci che sono oggetto addirittura di procedimenti penali». Lo stesso de Magistris in un passato recentissimo è stato indagato per le buche ma ne è uscito senza nessuna macchia.

A tenere sulle spine Palazzo San Giacomo è il comma 828 della legge di bilancio a pagina 146. Il passaggio chiave è questo: «Le limitazioni amministrative previste dalla legge relative, rispettivamente, al mancato rispetto del patto di stabilità non trovano applicazione nei confronti degli enti locali per i quali la violazione è stata accertata dalla Corte dei conti e che, alla data del predetto accertamento, si trovano in dissesto finanziario o in piano di riequilibrio pluriennale». Quali sono i dubbi di de Magistris? Perché il sindaco è così irritato e preoccupato quando fino a pochi giorni prima del varo della legge spargeva fiducia e ottimismo dopo le sue visite romane? Tutti i torti non ha il sindaco, perché nel testo si parla di cessazione delle «limitazioni amministrative» nella cui fattispecie rientrano anche le multe. Tuttavia il ventaglio delle opzioni in materia amministrativa è così largo e ampio che non si può essere sicuri al cento per cento che Palazzo San Giacomo sia stato effettivamente salvato dalla sanzione da 85 milioni. Di qui le preoccupazioni del sindaco e non solo. «Speriamo si tratti solo di interpretazione della norma - racconta il vicesindaco e assessore al Bilancio oltre che segretario di demA Enrico Panini - certo è che non c'è scritto con chiarezza che la sanzione è stata cancellata. Mi domando il perché di questo bizantinismo linguistico: qual è il problema? E' forse di natura politica?». Il vicesindaco annuncia battaglia: «Le conseguenze sul bilancio saranno pesantissime in caso di mancata cancellazione della sanzione, ma posso annunciare sin da ora che non sarà da meno la vertenza che Napoli lancerà verso palazzo Chigi».

Al netto della cifra politica di una vicenda che farà discutere e molto nei prossimi giorni, ci potrebbe essere un dato concreto che non fa dormire sonni tranquilli nemmeno ai napoletani. Palazzo San Giacomo è un ente in predissesto, per questo motivo ha già le aliquote fiscali al massimo, quindi se dovesse reperire nuovi fondi per 85 milioni non potrebbe utilizzare la leva fiscale. In attesa che il piano delle dismissioni immobiliari decolli - per la cronaca è dal 2013 che se ne parla - e che porti nei prossimi 3 anni almeno 150 milioni l'unica possibilità per il Comune di reperire risorse finanziarie sarebbe quella di tagliare servizi.

De Magistris poi riserva un'ultima stoccata alla Legge di bilancio e alle misure anticorruzione.

Con la nuova manovra gli enti locali possono affidare lavori senza gara fino a 150mila euro. Per l'ex pm la misura è pericolosa: «Se l'obiettivo è prevenire la corruzione, elemento di forte propaganda di questo Governo, mi sembra che questa norma tutto fa tranne che questo».

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