Il Comune di Napoli dà l'ultimatum a De Laurentiis: «Prima i debiti, poi lo stadio al club»

Il Comune di Napoli dà l'ultimatum a De Laurentiis: «Prima i debiti, poi lo stadio al club»
di Luigi Roano
Giovedì 18 Luglio 2019, 07:30
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Il Consiglio comunale a tarda notte dà semaforo verde alla convenzione per la gestione dello stadio San Paolo tra Comune e Ssc Napoli. Ora la palla passa al patron Aurelio De Laurentiis a cui toccherà firmarla, non prima però di avere saldato il debito con Palazzo San Giacomo che ammonta a circa 2 milioni. Il Comune è dotato di un regolamento in base al quale chiunque non è in regola con i pagamenti verso l'amministrazione non può avere nessun rapporto con la stessa.
 
C'è un risvolto politico che riguarda l'intero Consiglio comunale e in particolare la maggioranza: l'atto è passato con appena 17 voti favorevoli e 4 astensioni. Gli arancioni si sono spaccati, il capo di gabinetto plenipotenziario del sindaco Luigi de Magistris, Attilio Auricchio, ha minacciato le dimissioni se non fosse passata la convenzione. I 17 voti favorevoli rispetto ai 22 seggi della maggioranza sono una sfiducia di fatto verso Auricchio che dalla sua però può vantare di avere portato a casa un risultato importantissimo. Anche le opposizioni, che hanno lasciato l'Aula per non votare la convenzione (e hanno annunciato l'invio degli atti alla Corte dei Conti) che interessa sostanzialmente tutti i napoletani e la squadra che rappresenta la città, non ci hanno fatto una bellissima figura, al netto di tutte le legittime divergenze con gli arancioni. Inutile girarci intorno, la convenzione era ed è un atto politico e non considerare la Società un soggetto politico per quello che rappresenta per i napoletani significa non capire in quale contesto si vive.

Se De Laurentiis firmerà la convenzioni avrà la gestione dello stadio fino al 2028, il patto è lo stesso che da qualche mese è all'attenzione dei suoi avvocati. C'è una sola modifica, non sostanziale, ma importante per l'amministrazione che porta la firma dei Verdi Marco Gaudini e Stefano Buono. Il canone da 850mila euro annuo, al netto della pubblicità, dovrà essere pagato prima dell'inizio della stagione agonistica, un modo per garantire al Comune l'introito certo a fronte di eventuali - che nessuno auspica e nemmeno osa immaginare - problemi che la Società potrebbe avere. Per il resto il Comune si riserva la possibilità di utilizzare l'impianto per concerti nel periodo in cui la stagione agonistica è ferma. De Laurentiis se vorrà potrà fare altri interventi nel rinnovato San Paolo, la convenzione da questo punto di vista è aperta e durante le gare potrà gestire tra le altre cose anche la buvette per allestire punti di ristoro.

Politicamente lo scoglio contro il quale si è spaccata la maggioranza è stato la retrodatazione della convenzione alla stagione 2018-2019, quella in cui il Napoli ha utilizzato l'impianto di Fuorigrotta a tariffa al costo di 2,4 milioni. La retrodatazione consentirà al patron invece di versare il canone da 850mila euro. La Sinistra ha presentato un emendamento al riguardo chiedendo che la convenzione partisse da questa stagione. Sono stati momenti drammatici dove Auricchio ha minacciato le dimissioni. L'emendamento non è passato ma è stato votato da parte della maggioranza così si arriva ai soli 17 sì con i quali è passato poi l'atto definitivo. De Magistris è soddisfatto e non nasconde le difficoltà: «Un grande risultato che conferma che il San Paolo è lo stadio della città, del popolo, che il Comune va rispettato, che i diritti valgono per tutti». Poi il punto politico: «Sappiamo tutti - conclude l'ex pm - quanto è stato complesso, tribolato e difficile arrivare alla chiusura della vicenda visto anche il rapporto difficile con De Laurentiis e gli aspetti burocratici, amministrativi, finanziari ed economici. Ci sta una dialettica politica non solo tra maggioranza e opposizione ma anche all'interno della stessa maggioranza perché il tema è complesso».
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