Strappo sui migranti, ma all'Anagrafe di Napoli il primo giorno nessun nuovo iscritto

Strappo sui migranti, ma all'Anagrafe di Napoli il primo giorno nessun nuovo iscritto
di Luigi Roano
Giovedì 17 Gennaio 2019, 10:30
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La direttiva è entrata in vigore, tuttavia almeno nel primo giorno non si sono presentati migranti. Lo strappo con il vicepremier Matteo Salvini il sindaco Luigi de Magistris lo ha consumato - per ora - solo a livello politico. La direttiva invita gli uffici «dell'Anagrafe comunale di procedere con l'inserimento anagrafico dei cittadini migranti presenti sul territorio cittadino ed in possesso del permesso di soggiorno temporaneo per richiedenti asilo». L'unico modo - sostiene de Magistris - per censire chi sta sul territorio napoletano.

Al momento, l'unico ufficio abilitato ad accettare eventuali richieste è quello centrale di Soccavo. Solo lì per i migranti c'è la possibilità di avere una residenza. Che il Comune ha individuato in via Santa Margherita a Fonseca dove hanno sede gli uffici dei servizi sociali. Due sono le assessore impegnate su questo fronte: Monica Buonanno e Laura Marmorale.
 
Il tema vero è quello dell'accoglienza con in primo piano anche la sicurezza. «Non violiamo la legge - racconta la Buonanno - la applichiamo è un decreto del 1989. Nessuna disubbidienza». L'assessora si riferisce all'articolo 32: «Lo schedario della popolazione temporanea concerne i cittadini italiani o gli stranieri che, essendo dimoranti nel comune da non meno di quattro mesi, non si trovano ancora in condizione di stabilirvi la residenza per qualsiasi motivo». La Marmorale spiega: «I migranti censiti sul territorio napoletano sono 1600, però sappiamo che negli ultimi anni questa tendenza è in ascesa. Il censimento serve a capire bene come stanno le cose e ad avere la possibilità di indirizzare queste persone su determinati percorsi». Nella sostanza, l'interpretazione della legge fatta da Palazzo San Giacomo, che si rifà a questo articolo, è che i migranti avranno un domicilio ma non saranno residenti. A prescindere dalle divergenze politiche tra Salvini e de Magistris gli interrogativi sulla questione restano: quanti migranti invisibili ci sono nelle strade di Napoli? Si tratta solo di persone disagiate e fragili? Un tema delicato assorbito in parte dal decreto sicurezza che ha chiuso le porte ai migranti, ma il pregresso, gli anni precedenti, restano un rebus. Secondo il Comune l'iscrizione all'anagrafe consentirebbe di intercettarli.

Cosa possono ottenere gli iscritti nell'anagrafe comunale temporanea? In caso di malattia possono essere curati e dove c'è possibilità, indirizzarli verso centri di accoglienza che non dovrebbero essere gli Sprar. Anche se questa materia è oggetto di confronto anche in queste ore tra Anci e governo che dovrebbe diramare circolari chiarificatorie. Tra le richieste dell'Anci quella di rendere «uniforme su tutto il territorio nazionale la presa in carico sanitaria dei richiedenti asilo». E di inserire «nel circuito di accoglienza i vulnerabili: famiglie con minori, donne incinte, persone con disagio psichico, alle quali comunque andrebbero garantiti servizi, e maggiori risorse per i minori stranieri non accompagnati». Come sta messa Napoli al riguardo? L'intenzione è quella di applicare il protocollo varato da una settimana dedicato ai non migranti ma invisibili: «Dopo due mesi di sospensione dovuti a difficoltà amministrative derivanti soprattutto dai continui aggiornamenti delle procedure di iscrizione anagrafica abbiamo varato un decalogo. Un atto importante, poiché, attraverso l'acquisizione di una residenza anagrafica si garantisce l'accesso ai diritti di cittadinanza come l'accesso ai servizi sociali, alle strutture di accoglienza comunali, ai servizi sanitari e previdenziali, per uscire dalla clandestinità».
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