Teatro San Carlo, tutti d'accordo: «Lissner il sovrintendente giusto»

Teatro San Carlo, tutti d'accordo: «Lissner il sovrintendente giusto»
di Maria Pirro
Martedì 8 Ottobre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 11:40
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Milano, Parigi. E Napoli. Sarà Stéphane Lissner - per un decennio numero uno alla Scala, oggi direttore artistico dell'Opéra - il prossimo sovrintendente del San Carlo. Ma non bisognerà attendere il primo aprile 2020, ovvero la data dell'incarico, per incontrarlo: una cerimonia con il ministro Dario Franceschini verrà organizzata in città già questo mese, probabilmente il 20 ottobre in coincidenza con gli Stati generali della cultura.

Contattato al telefono dal teatro, Lissner dice in italiano: «Sono contento, non vedo l'ora di iniziare a lavorare». E anche il sindaco Luigi de Magistris, che presiede il consiglio di indirizzo, si dichiara «molto, molto soddisfatto» di averlo proposto ottenendo l'unanimità dei voti.
 
«È la persona giusta al momento giusto», afferma, spiegando che è stata la star francese a contattarlo, individuando la città «come luogo perfetto dove poter continuare una brillante carriera. Per il maestro Napoli è una grande sfida».

La decisione viene ufficializzata al termine di una riunione-lampo del cdi, convocata in un uggioso lunedì, giorno di chiusura del Massimo. Ai tornelli c'è Nino Filaseta, il custode che saluta con garbo e non fa passare nessuno, se non autorizzato. E, nel teatro vuoto, entra per primo l'imprenditore Mariano Bruno, di ritorno da Milano. Passa Sergio de Felice, che rappresenta la Regione. E il professore Giuseppe Tesauro, straordinario «messaggero» di Lissner: «Amo Napoli e amo il San Carlo. Sarebbe un onore dirigere il teatro per il prossimo quinquennio», è l'incipit della lettera ricevuta.

De Magistris è deciso a proporre la nomina e, cinque minuti prima delle 18, il giurista Michele Lignola raggiunge il tavolo. Tra tutti, c'è intesa: la discussione dura appena 15 minuti. Giusto il tempo di redigere il verbale e formalizzare la proposta, da inviare questa mattina via pec al ministro dei Beni culturali Franceschini, che ha già incontrato il primo cittadino a Roma e ha dato il suo assenso all'operazione Lissner.  «Auspichiamo sia accolta la sua richiesta di adempiere non solo al ruolo di soprintendente ma anche di direttore artistico», dice De Magistris all'uscita, tra gli specchi del Massimo. «Siamo molto contenti di questa sua voglia di venire a Napoli e di aver scelto il San Carlo come teatro di assoluto prestigio internazionale», aggiunge, sottolineando che «le motivazioni sono dettate anche dal momento di grande effervescenza culturale».

Poi, il sindaco fa notare l'«armonia» per una volta ritrovata tra Comune e Regione. «È molto bello il segnale della scelta all'unanimità», spiega, per ribadire: «Auspichiamo che il ministro condivida la nostra posizione e le nostre argomentazioni e, ovviamente, ringraziamo tutti gli altri candidati tra cui c'erano proposte molto positive». In pole, il direttore artistico Paolo Pinamonti, aspirante sovrintendente già cinque anni fa, nella precedente tornata. Resta da capire una sua eventuale ricollocazione nel teatro, come direttore generale se Lissner dovesse assumere come chiede il doppio incarico. «Al telefono l'ho sentito anche lo scorso fine settimana, ha voluto lui incontrarmi», rivela de Magistris, «vede il San Carlo come una sfida soprattutto per la sua connotazione internazionale». Ma il teatro, di cui Lissner conosce anche le maestranze, potrebbe essere un trampolino per approdare a Madrid dove chiudere la sua carriera.

Intanto, «è la persona giusta al momento giusto», sintetizza il sindaco, «per consolidare ancora di più la riscossa culturale della nostra città attraverso il teatro più bello del mondo». Una definizione fatta propria da Lissner che paragona il San Carlo solo al Colòn di Buenos Aires.

Sorride Rosanna Purchia, sovrintendente uscente tra le lodi generali dopo più di dieci anni alla guida del San Carlo, di cui conosce ogni angolo (quasi) come casa sua. «Sono orgogliosa del lavoro svolto e dei risultati ottenuti che, di conseguenza, hanno attirato nomi di prestigio, tra cui certamente Lissner è il principale, professionisti che 10 anni fa non si sarebbero accostati. Vuol dire che il teatro è pronto per un futuro importante e radioso e di questo non posso che essere felice come spero lo siano tutti i lavoratori».

Per lei si prospetta un periodo di cogestione dal primo aprile 2020, data di scadenza del suo contratto, visto che il mandato francese di Lissner dura fino all'estate 2021 e non è detto che lasci in anticipo. Escludendo così problemi di budget: il direttore artistico dell'Opéra oggi guadagna 350mila euro all'anno, non potrebbe riceverne più di 240mila a Napoli, per non sforare il tetto nazionale, pur cumulando gli incarichi.
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