Napoli, spunta De Gregorio nella corsa a palazzo San Giacomo

Napoli, spunta De Gregorio nella corsa a palazzo San Giacomo
di Fulvio Scarlata
Venerdì 24 Agosto 2018, 08:00
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«Io propongo un patto civico, non un'autocandidatura. Per parte mia sono superconcentrato sulla gestione di Eav»: Umberto De Gregorio ammette solo che «si può sognare di tutto, anche di fare il presidente del Consiglio», però prova a smarcarsi dopo la lettera con cui ha indicato il profilo che gli assomiglia per una rinascita di Napoli: «La nostra città è stata un laboratorio politico con de Magistris. Da qui può rinascere un progetto riformista che coinvolga anche i riformisti di centrodestra».

Nella sua lettera al Corriere del Mezzogiorno, De Gregorio sembra inserirsi solo in un dibattito a sinistra. Eppure quando scrive «c'è bisogno di un patto tra quanti non guardano alla politica con astio ma con interesse, che abbiano sufficiente distacco dalla politica tradizionale ma anche la consapevolezza della necessità di un impegno diretto, con competenza e esperienza per contrastare il populismo», sembra delineare un profilo che lo riflette. L'impegno, distaccato «dalla politica tradizionale», c'è tutto.
 
La capacità la ha dimostrata con Eav, tornata in pochi anni azienda sana non solo nei conti ma anche in una gestione in cui i dipendenti non giocano a moltiplicare le rivendicazione e bloccare i servizi, come accade in Anm. Le competenze ci sono. Le alleanze anche quando propone di scavalcare i confini tradizionali centrodestra-centrosinistra e nel sottolineare quel patto politico e amministrativo che funziona con De Luca.

«Ma le autocandidature sono stupide - sottolinea - Io guido l'Eav solo perché era disastrata, non perché mi sono proposto. Per me è diventata una missione, con tutto il supporto della Regione». La sua analisi parte da un punto: i riformisti sono quanti propongono un miglioramento con capacità ed esperienza e oggi sono sopraffatti dai populisti «come gli attuali ministri sono tutti alle prime armi senza essere dei grandi tecnici». Napoli è stata un laboratorio che ha precorso i tempi: «De Magistris è stato un anticipatore del populismo: era un magistrato, si è proposto da sindaco anche se oggi il suo appeal è calato bruciato dall'esperienza concreta e dall'arrivo dei 5Stelle». In questo quadro, ecco la proposta di «unire le forze riformiste, anche quelle del centrodestra sane e liberali, provando, da riformisti, ad amministrare e gestire il consenso «come fa De Luca, spendendo il 50% del tempo per il consenso e il 50% per la buona amministrazione, non come i populisti che, arrivati al potere, usano il 90% del tempo per cercare sempre e solo il consenso».

Il tempismo è perfetto: l'annuncio di de Magistris di un'alleanza con i 5Stelle per correre alla Regione nel 2020, significa che tra un anno e mezzo si voterà anche per il Comune. E se De Luca, da governatore, già si muove come in campagna elettorale, anche per Palazzo San Giacomo le forze riformiste se vogliono ottenere qualcosa devono muoversi. «Ma io non penso a candidarmi - rilancia De Gregorio - Vedrei bene per quel ruolo l'ex assessore regionale, Eduardo Cosenza. Dite che è del centrodestra? Io lo vedo più come un tecnico. E poi, in fondo, non importa: i problemi vanno affrontati con pragmatismo».
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