Salvini a Napoli, passeggiata tra applausi e selfie: «I camorristi fanno schifo»

Salvini a Napoli, passeggiata tra applausi e selfie: «I camorristi fanno schifo»
Martedì 2 Ottobre 2018, 10:03 - Ultimo agg. 21:12
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Il guanto di sfida è lanciato: «Vogliamo sradicare, deportare, cancellare e isolare la camorra. E far sentire a ogni singolo camorrista lo schifo che è». Matteo Salvini sceglie parole forti per dichiarare guerra alla malavita partenopea, e alla sua prima uscita da ministro dell'Interno a Napoli non promette miracoli ma pugno di ferro. «Nessun miracolo - spiega - ma tante piccole misure che entro la fine dell'anno dovranno portare ai primi risultati concreti».



«Sono di coccio - dice nel corso della conferenza stampa che segue la riunione del comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza che ha appena presieduto con tutti i vertici delle forze dell'ordine - vedremo chi ha la testa più dura». E promette di tornare fino a quando non sarà stato portato a casa il risultato.

Nell'immediato il responsabile del Viminale assicura più mezzi e più risorse, con l'invio entro la fine dell'anno di 100-150 uomini da impiegare per il controllo delle strade, in particolare del rione Vasto, dove è cominciata la sua visita napoletana. Oltre a una serie di misure contenute nel decreto sicurezza in cantiere.
 

 

​Sul tavolo di Salvini anche il fenomeno delle stese, le scorribande intimidatorie con protagoniste le babygang che sparano all'impazzata. La risposta del governo è repressione ma anche prevenzione, con l'operazione «Scuole sicure» e i 250 mila euro del ministero per videosorveglianza, straordinari della polizia locale e per fare contro informazione sul pericolo dell'uso delle droghe. Dal ministro anche la proposta di togliere la potestà ai genitori dei delinquenti in erba. «Dobbiamo inseguire i camorristi già a 8 anni - dice - perché quando confezioni droga a 8 anni e la spacci a 12, vuol dire che ci sono famiglie a cui va tolta la patria potestà per non allevare futuri criminali». 
 

«Andremo quartiere per quartiere via per via, pianerottolo per pianerottolo» rilancia il ministro che al suo arrivo a Napoli aveva trovato un'accoglienza di segno opposto. Da un lato i manifesti anonimi di una città che non dimentica i cori anti Napoli intonati in occasione dei raduni di Pontida; dall'altro i selfie con i migranti del rione Vasto dove il ministro si presenta per ascoltare l'allarme dei residenti alle prese con una coabitazione sempre più complicata con gli immigrati.

«Le case occupate illegalmente - osserva Salvini dopo aver incontrato il parroco del rione, don Vincenzo Balzamo - verranno sgomberate e verrò personalmente a farlo». 
 
 

Il corteo dei centri sociali prova ad avvicinarsi alla Prefettura, ma il tentativo è vanificato dall'ingente spiegamento di forze che lo tiene a distanza. Parte qualche monetina in direzione di piazza del Plebiscito, dove Salvini si concede un bagno di folla con i suoi simpatizzanti. Ma non ci sono momenti di tensione e il corteo si scioglie pacificamente.

Salvini chiude la sua mattinata a Napoli con una pizza sul lungomare. Prima, un botta e risposta col sindaco: «Dal ministro nessun impegno concreto, solo ascolto e la promessa di tornare» l'affondo di de Magistris. Salvini fa un sospiro e replica: «Sarò zen. Tornerò a Napoli nonostante il sindaco che a me dice delle cose e fuori ne dichiara delle altre. Perché come ministro ho il dovere di collaborare con lui per il bene dei napoletani che non sono i quattro scalcagnati dei centri sociali».

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