Navigator, protesta a Napoli: «Mappate 4.270 posizioni lavorative disponibili in Campania»

Navigator, protesta a Napoli: «Mappate 4.270 posizioni lavorative disponibili in Campania»
Martedì 9 Febbraio 2021, 15:01
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«Abbiamo rilevato in questi mesi 4.270 posizioni lavorative disponibili in Campania su cui abbiamo cominciato a verificare se ci fossero dei percettori adatti, ma anche mettendo a disposizione questi posti per i centri dell'impiego, consigliando alle imprese di non rivolgersi a società private per il reclutamento». Così Luisa Antonietta Tangredi, una dei 440 navigator della Campania, racconta il lavoro svolto in questo anno da coloro selezionati per unire i percettori di reddito di cittadinanza alle possibilità di impiego. Un lavoro iniziato in ritardo in Campania per le frizioni tra governo e regione e che finirà il 30 aprile con la scadenza del loro contratto di cui chiedono il rinnovo con manifestazioni in tutta Italia.

A Napoli si sono ritrovati davanti alla prefettura in 150 circa per chiedere il rinnovo e continuare il lavoro. «Il nostro lavoro - spiega Tangredi - è iniziato a dicembre e poi ha incontrato il covid.

Abbiamo quindi lavorato a distanza chiamando prima i beneficiari e poi le imprese. Abbiamo schedato le loro competenze, i lavori svolti da un platea di percettori complessa, che ha bisogno di lavoro e vuole tornare ad essere attiva. Spesso parliamo di persone di età superiore ai 40 anni, con una bassa scolarizzazione e che soffre ora anche per lo stop a settori come la ristorazione e gli alberghi». 

I navigator soffrono ora l'incertezza per le decisioni del nuovo governo dopo aver avuto delle rassicurazioni dal ministro Catalfo, intanto spiegano anche la voglia di lavoro dei percettori campani che sono quasi 300.000. «Nonostante il covid - spiega Ilenia De Coro, un'altra navigator - siamo riusciti a gestire l'attività di orientamento e bilancio delle competenze, facendo una mappatura dell'offerta. Io stessa prima di cominciare avevo dei dubbi sui percettori e invece ho scoperto che la maggior parte si sente mortificato dal reddito, vuole reinserirsi nel tessuto produttivo. Abbiamo ascoltato storie di vita, realtà personali complicate di persone con figli e senza lavoro da tempo e con una scolarizzazione bassa. Il nostro lavoro fornisce anche sostegno psicologico perché dà loro la speranza di essere ascoltati, di non essere più invisibili. Li spingiamo a diventare più attivi nella ricerca del lavoro, compilando i curricula e cercando essi stessi sui portali con le offerte. In qualcuno ho trovato disinteresse per il lavoro ma sono una netta minoranza». 

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