Né studenti né lavoratori: a Napoli cresce l’esercito dei Neet

Né studenti né lavoratori: a Napoli cresce l’esercito dei Neet
di Gennaro Di Biase
Lunedì 5 Settembre 2022, 23:53 - Ultimo agg. 7 Settembre, 07:25
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Impennata di Neet a Napoli. Prezzi alle stelle, crisi dei salari, crisi di valori e stangate in bolletta, in questi mesi spingono verso l’alto il numero, già pesante e ben sopra la media nazionale, dei 114mila cittadini in età da lavoro che non studiano, non sono occupati, né cercano impiego. A confermare l’aumento del fenomeno, nel presente e in prospettiva, è il report aggiornato di Anpal (Agenzia Nazionale delle Politiche Attive per il Lavoro) e dell’assessorato al Lavoro di Palazzo San Giacomo. I dati illustrano, anche nel breve periodo, una crescita dei Neet sul territorio nei prossimi mesi, visti il carovita e il caro energia, cui vanno ad aggiungersi la crisi dei salari e del mercato del lavoro, con aziende che - come lamentato da ristoratori e albergatori durante quest’estate di boom turistico - faticano a trovare personale qualificato. Ovviamente, la questione dei Neet (acronimo mutuato dall’inglese, che individua persone “not engaged in Education, Employment or Training”, cioè “non attive in istruzione, lavoro o formazione”) è strettamente legata a quella - caldissima in clima di campagna elettorale - del reddito di cittadinanza, le cui pratiche aumentano in funzione, appunto, della quantità di cittadini alieni dal mondo del lavoro. 

I numeri degli “inattivi” partenopei sono imponenti.

Stando ai dati aggiornati dell’anagrafe, i napoletani di età compresa tra i 16 e i 35 anni sono 300mila. Il 38% di loro (ben 114mila persone) appartiene alla categoria dei Neet. Di questi, secondo il report di Anpal e dell’assessorato comunale al Lavoro, il 60% circa non percepisce il reddito di cittadinanza, appartiene cioè a famiglie benestanti (anche dei quartieri dell’alta e media borghesia) o non ha i requisiti necessari per accedere alla misura assistenzialista. 45600 Neet partenopei, insomma, risultano beneficiari di Reddito. In 68.400, al contrario, pur non studiando ed essendo senza impiego, non ne usufruiscono. L’escalation di “inattivi” si chiarisce meglio se si incrociano questi dati attuali con quelli Anpal - aggiornati a fine dicembre 2021 - dell’«Analisi del bacino di beneficiari del reddito di cittadinanza nel Comune di Napoli». A inizio ’22, in sintesi, i percettori in città erano 110.227 (di cui 57219 donne). Secondo quanto riportato sempre da Anpal, 83240 persone, addirittura il 76% dei 110mila beneficiari, rientrano nella fascia d’età 18-50 anni. Per usare le parole degli esperti dell’Agenzia nazionale delle Politiche Attive per il Lavoro, il reddito di cittadinanza all’ombra del Vesuvio è rivolto con «netta prevalenza» alla «cosiddetta “popolazione attiva” o in età da lavoro». 

Ma quali sono le caratteristiche dei Neet napoletani? Concentrando il focus sui giovani tra i 18 e i 25 anni, i percettori napoletani del Reddito diventano 26.037 su 87.078: il 29,90%. Tra gli under 29, secondo Anpal, i disoccupati a inizio anno erano 77.936 (contro 91.985 impiegati). Il 44,3% dei senza lavoro under 29 ha conseguito un diploma di scuola media superiore, il 45,7% ha studiato fino alla licenza media inferiore e il 10,1% è laureato o in fase post-laurea. Le cause dell’inattività sono, naturalmente, molteplici. Al quadro della crisi economica e dell’inflazione portati da guerra e pandemia, va aggiunta la dispersione scolastica. La Campania, stando ai numeri registrati dall’Istat, ha uno dei più alti livelli di abbandono scolastico nel Paese: nella città metropolitana di Napoli, il 22% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha solo la licenza media. Come dimostrato l’anno scorso da indagini di OpenPolis e Con i Bambini - Impresa Sociale, esiste «una relazione inversa tra gli indicatori di benessere economico delle famiglie di appartenenza - constatati attraversi i valori immobiliari medi nei diversi quartieri - e la quota media di Neet presenti nel medesimo quartiere». A Scampia, per intenderci, ci sono più Neet rispetto a Posillipo, situazione su cui pesa, come un macigno, la dispersione scolastica. Su base nazionale, la media nazionale dei Neet si attesta al 23,1% tra i 15 e i 29 anni. Al Sud si sale però al 32,2%, che diventa addirittura il 34,1% in Campania. 

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Le istituzioni cittadine si stanno muovendo su vari fronti per provare a risolvere il rebus degli “inattivi” in età da lavoro, che restano tanti in periferia ma iniziano a crescere anche nei quartieri borghesi. Durante la stagione estiva 2022, come accennato, nonostante i record di vacanzieri all’ombra del Vesuvio, ristoratori e albergatori hanno a più riprese lamentato le difficoltà a reperire personale giovane qualificato e chiesto un allentamento della pressione fiscale sui contributi per poter assumere e sopravvivere ai rincari. Il tema è arrivato in prefettura già ad agosto e nelle prossime settimane, grazie anche all’aiuto di Palazzo San Giacomo, dovrebbero arrivare i primi risultati in termini occupazionali. Il Comune sta mettendo in campo varie contromosse per calmierare il numero di “inattivi” in città. Su tutte il concorsone, che porterà entro fine anno all’assunzione a tempo indeterminato di centinaia di persone. 

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