«No alle politiche del governo», sindacati in piazza venerdì a Napoli

«No alle politiche del governo», sindacati in piazza venerdì a Napoli
Mercoledì 30 Gennaio 2019, 14:11 - Ultimo agg. 19:59
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Tre presìdi, con gazebo e volantinaggio, sono stati organizzati da Cgil, Cisl Uil per venerdì 1 febbraio a Napoli allo scopo di illustrare i motivi della manifestazione promossa dalle tre confederazioni sabato 9 febbraio a Roma contro le scelte contenute della manovra di bilancio del governo. Il sindacato partenopeo sarà dalle ore 10 alle ore 12 con i suoi militanti e dirigenti in tre punti della città: piazza Trieste e Trento, Stazione Metropolitana di Scampia, piazza Garibaldi nei pressi dell'hotel Terminus, dove alle ore 11 i segretari generali di Cgil Cisl Uil di Napoli, Walter Schiavella, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati incontreranno i giornalisti.

«La legge di bilancio - secondo il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella - penalizza in maniera inaccettabile il Mezzogiorno e l'area metropolitana di Napoli. Le politiche per i giovani, per le donne, per il Sud sono totalmente assenti e sul fronte della crescita del Paese non sono stati fatti significativi passi in avanti. Non c'è stata nessuna attenzione sui temi della creazione di lavoro, di nuovi investimenti, mentre, per quanto riguarda le pensioni, i giovani del Mezzogiorno restano penalizzati dalla discontinuità e dalla precarietà del lavoro. Le proposte del sindacato su questi capitoli sono rimaste inascoltate. In particolare, per quanto riguarda Napoli, siamo di fronte ad un vuoto assoluto di provvedimenti che possano favorire lo sviluppo e la crescita del nostro territorio, colpito duramente dalla crisi e penalizzato anche dalla recrudescenza dei fenomeni criminali. Venerdì 1 febbraio nelle piazze di Napoli spiegheremo le nostre ragioni ai lavoratori, ai cittadini, ai pensionati, ai giovani e lanceremo un appello per la mobilitazione del 9 febbraio a Roma affinché il governo corregga la rotta». «

Sulle pensioni i numeri parlano chiaro. In tre anni la manovra sottrarrà 2,5 miliardi di euro dalle tasche dei pensionati, blocca i meccanismi di una seria rivalutazione - afferma Gianpiero Tipaldi, segretario generale della Cisl Napoli - e, per fare cassa, mette le mani nelle tasche dei ceti più deboli, più esposti e bisognosi di cure. Per i pensionati del Mezzogiorno, della Campania, di Napoli, la batosta del governo è ancora più pesante perché sul reddito del pensionato già grava la tassa occulta del mantenimento del figlio disoccupato o precario e l'aiuto alla sua famiglia. È il momento di dare una risposta forte, unitaria e di massa a una manovra che colpisce i più deboli, che non riduce il peso del fisco a chi le tasse le paga, che non crea sviluppo, non crea lavoro, mette a rischio il futuro dei giovani. Per questo chiediamo che si apra un confronto anche su sanità, non autosufficienza, previdenza e fisco per lavoratori e pensionati italiani, i più tartassati in Europa. Proposte contenute nella piattaforma di Cgil, Cisl e Uil ma disattese dalla legge di bilancio».

«Se il governo continua a non voler ascoltare le ragioni del lavoro - sottolinea Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil di Napoli - a noi non resta che farci sentire. E Napoli e il Mezzogiorno hanno l'esigenza di essere ascoltate per non rafforzare quello squilibrio che diventa divario tra le due parti del Paese. Noi non siamo contrari al reddito di cittadinanza, ma da solo non basta, serve un'inversione di tendenza. Serve uno sblocco delle opere e rimettere al centro dell'agenda di governo il Mezzogiorno e le sue esigenze, come priorità. Questo governo non può continuare a pensare di fare tutto da solo, deve ascoltare il mondo del lavoro, perché altrimenti si rischia di sprecare delle opportunità e anche quelle risorse importanti che sono state messe a disposizione con questo provvedimento, rischiando di non creare reali condizioni di lavoro. Rimane fondamentale per noi un turn over nella pubblica amministrazione, il rinnovo dei contratti del pubblico impiego ed accogliere le richieste che CGIL CISL UIL hanno avanzato sulla piattaforma unitaria».

Dal Sud, concludono i tre segretari generali, è necessaria «una grande partecipazione, perché le condizioni dei nostri lavoratori e cittadini siano salvaguardate e non peggiorate». La manifestazione del 9 febbraio a Roma è «solo un tappa del percorso che le confederazioni intendono percorrere e portare avanti con continuità».
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