Continuano i forum del Mattino con gli assessori della giunta comunale napoletana. Ospite della nostra web tv è Paolo Mancuso, assessore al Mare, all'Ambiente e alla Transizione ecologica.
Le difficoltà dell'Asia
«Non credo che esista un'azienda con oltre 2500 unità in organico e solo tre dirigenti. Questa è un'assoluta anomalia, è impensabile che si possa lavorare in queste condizioni. Noi pensiamo ad un'azienda diversa, che non si limiti alla raccolta e allo smistamento dei rifiuti. Abbiamo iniziato con l'approvazione del biodigestore a Ponticelli grazie ai fondi del Recovery. Ce n'è anche un altro in programma, probabilmente sorgerà nella zona di San Pietro a Patierno. Oggi annualmente paghiamo 400 euro in media di tasse sull'immondizia, in Veneto se ne pagano 200: questo perchè loro hanno impianti».
I nuovi impianti
«Il biodigestore di Ponticelli attende l'ultima verifica: a seguito dell'aumento dei costi di produzioni, siamo passati da 23 mila a 30 mila euro di costi.
La disciplina dei cittadini
«Quello che notiamo è una mancanza di fiducia da parte dei cittadini nei confronti dell'amministrazione. Ogni volta che proponiamo una soluzione, questa desta allarme e preoccupazione. Significa non essere partecipi di una comunità, rispettare regole che garantiscano una vita civile a questa comunità. Abbiamo ottenuto due finanziamenti da 1 milione e 400 mila euro più un terzo che si aggiungerà per la formazione territoriale. La Regione ci accompagnerà sull'impianto di Ponticelli: dimostreremo che accanto a un impianto - anaerobico, cioè zero impatto sul territorio - c'è anche un intervento sul territorio stesso su cui sorge l'impianto. Cerchiamo di trasmettere alla popolazione una partecipazione al progetto e un miglioramento della qualità delle nostre vite».
Il poco personale
«Mentre è facile indirizzare i percettori verso la cura dei litoranei - l'assessora Marzani ci sta lavorando tanto - abbiamo avuto una riflessione con l'Asia, perchè dobbiamo dare una formazione al personale: non possiamo mandarli per strada con una scopa in mano e pensare che basti. Dargli un supporto, una struttura mobile. Ci stiamo lavorando, ma non è semplice per molti versanti».
La transizione ecologica
«Il Patto per Napoli prevede che la città si trovi all'interno di un percorso europeo che prevede l'abbattimento del 50% delle emissioni di CO2 entro il 2030. I bandi per la transizione energetica non ci sono ancora stati, c'è un decreto varato la settimana scorsa che inizia invece a definire un percorso per questo tipo di interventi. Quando sono arrivato in questo assessorato ho provato a fare il punto sul fotovoltaico, sapevo che a Fuorigrotta esiste un impianto che però non funziona. In seguito ne ho scoperti 29 in totale a Napoli, ma non c'è nessun tipo di coordinamento e oltre la metà di questi non funzionano. Si dice che Napoli è il paese del Sole, abbiamo vulcani che ci danno geotermia: dobbiamo sfruttare queste ricchezze, come se fossero il nostro petrolio».
La balneabilità a Napoli
«La politica della nostra amministrazione sul mare prevede che esso sia un bene democratico. Napoli ha spiagge non balneabili, ciò è insopportabile. Abbiamo nove piccole spiagge libere, usufruite con preavvisi e tempi limitati. In campo c'è un progetto straordinario, soprattutto sull'area di Bagnoli: il nostro lavoro parte dalle bonifiche - nel 2007 è stato siglato un accordo da 158 milioni, di cui spesi zero - il cui costo sarebbe a carico delle aziende che hanno inquinato».