Draghi a Napoli, al Comune 1,231 miliardi di euro per tre obiettivi: ecco quali sono

Draghi a Napoli, al Comune 1,231 miliardi di euro per tre obiettivi: ecco quali sono
di Luigi Roano
Martedì 29 Marzo 2022, 23:40 - Ultimo agg. 30 Marzo, 17:11
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«Dobbiamo ammettere l’esistenza di una “questione meridionale”, ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni. Dobbiamo affrontarla con urgenza, determinazione, unità e umiltà. Perché l’Italia tutta ha bisogno che Napoli e il Mezzogiorno siano un motore del Paese». Insomma, nessun piagnisteo: il sud e la sua capitale vanno recuperati. Un monito quello del premier Mario Draghi che scuote la Sala dei Baroni al Maschio Angioino, dove ha firmato il “Patto per Napoli” che porta nelle casse del Comune guidato dal sindaco Gaetano Manfredi un miliardo e 231 milioni.

Draghi punta in alto: «La nostra sfida è permettere a Napoli - e con Napoli, a tutto il Mezzogiorno - di mantenere la centralità che merita. Ed è una sfida che deve unirci tutti: Governo centrale, enti territoriali, società civile». Va oltre gli steccati delle Istituzioni Draghi fino al richiamo all’impegno della società civile di cui si parla molto in questi giorni per la sua assenza. Ognuno deve fare la sua parte. E il Municipio deve dare l’esempio. I finanziamenti sono condizionati al raggiungimento di obiettivi finalizzati all’abbattimento del debito (che è di 5 miliardi) attraverso le leve del miglioramento della riscossione, la razionalizzazione delle aziende partecipate e la dismissione del patrimonio.

E anche, nota dolente, all’innalzamento dell’Irpef nel 2023 e probabilmente anche nel 2024 per migliorare la qualità della vita dei napoletani. 

Il salva Napoli è esattamente la replica a livello locale del Pnrr: investimenti dello Stato in cambio di risultati concreti. E Draghi al Pnrr si aggancia subito: «Il Patto per Napoli - dice - coincide con il programma di investimenti più significativo nella storia recente del Mezzogiorno. Il Pnrr destina circa il 40% delle sue risorse al Sud. L’obiettivo del piano è colmare i divari territoriali, ormai insopportabili. Il reddito pro capite del Mezzogiorno è poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio». 

Anche qui Draghi lancia un avvertimento agli amministratori campani e napoletani: «Il Pnrr richiede a tutti noi un salto di qualità nella gestione della spesa. Il piano va completato entro il 2026. Non possiamo lasciare che questi soldi vadano perduti o sprecati, come purtroppo è accaduto in passato ad altri fondi europei». Al riguardo un altro affondo: «Il Pnrr ci impone di difendere la cultura della legalità. Napoli ha saputo rispondere alla criminalità con progetti e idee. Il Rione Sanità è il simbolo di una comunità che sa organizzarsi per togliere i ragazzi dalla strada, dare una speranza ai suoi giovani. Il Governo non intende tollerare infiltrazioni mafiose nella gestione dei soldi del Pnrr». 

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Draghi è convinto che Napoli ce la possa fare: «Sono molto felice - racconta il premier - di essere con voi, in un luogo così simbolico per la città. In questa sala magnifica è passata la storia di Napoli e di tutto il Mezzogiorno. Una storia che ha portato Napoli a essere nei secoli un punto di riferimento, non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo». E qui una serie citazioni che hanno inorgoglito molto il sindaco e non solo: «A Napoli fu istituita la prima cattedra di economia d’Europa, affidata a Antonio Genovesi. La sua tradizione intellettuale e artistica va da Benedetto Croce a Matilde Serao, da Eduardo De Filippo a Paolo Sorrentino».

Ma Draghi è uomo di numeri e di concretezza e la tradizione aiuta solo se coniugata alla cultura del fare: «Spendere bene e con onestà è un obbligo che abbiamo verso l’Europa, ma soprattutto verso i nostri cittadini». E i numeri li sciorina, sono la fotografia della “questione meridionale” secondo il premier: «Per far ripartire il processo di convergenza, fermo da quasi 50 anni, dobbiamo superare quegli ostacoli - finanziari, istituzionali, culturali - che hanno frenato Napoli e il Sud in questi decenni. Dobbiamo saper investire su chi è stato lasciato ai margini della vita economica. Mi riferisco in particolare alle donne e ai giovani. Nel 2020, il tasso di occupazione delle donne in età lavorativa era di appena 35,1% al Sud, a fronte del 62% nel Centro-Nord. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione giovanile era del 35%, al Nord del 15%». Per Draghi la sostanza è che «il Pnrr è un’opportunità storica per affrontare molti dei problemi rimasti irrisolti nel Paese. E di farlo a partire dalle richieste delle comunità, con soluzioni e proposte condivise. Con il Pnrr riduciamo la distanza tra istituzioni e cittadini. Per farlo, serve entusiasmo, ingegno, immaginazione. La stessa materia di cui è fatta Napoli». 

 

Manfredi ha ringraziato Draghi senza dimenticare i problemi della città: «La firma rappresenta un momento fondamentale per il rilancio dell’azione amministrativa e per un futuro migliore, perché l’attuale situazione è un quadro desolante a causa di una crisi strutturale». Manfredi rinnova - come il premier - l’appello alla società: «L’aiuto che ci sta dando il Governo è importante. I napoletani devono avere ancora un po’ di pazienza per vedere i risultati. Però ciascuno deve fare la sua parte. La società civile si è un po’ addormentata, il pubblico ci deve dare una mano, ma il grande lavoro lo dobbiamo fare noi». 

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