Patto per Napoli, imprenditori e manager incontrano l'assessore Baretta

Patto per Napoli, imprenditori e manager incontrano l'assessore Baretta
di Emiliano Caliendo
Martedì 26 Aprile 2022, 18:58 - Ultimo agg. 19:03
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Il workshop della Fondazione Ottimisti&Razionali dedicato al Patto per Napoli ha rappresentato la prima occasione di discussione pubblica sul futuro della città tra stakeholders privati del mondo delle grandi imprese e l’amministrazione cittadina, a seguito del salvataggio finanziario del Comune da parte del governo centrale. I diversi operatori economici presenti, riuniti in Sala della Giunta dal presidente della Fondazione Claudio Velardi (un passato da assessore a Palazzo San Giacomo ai tempi del sindaco Antonio Bassolino, oggi spin doctor di successo), hanno avuto modo di confrontarsi con l’assessore al Bilancio, con delega al patrimonio e alle aziende partecipate, Pier Paolo Baretta.

«Il Patto per Napoli – ha sottolineato l’ex sottosegretario al Mef - è il presupposto di un’operazione di rilancio della città. Il Comune da solo non è in grado di farcela perché le risorse, seppur importanti quelle arrivate dal Governo con 1,3 miliardi di euro a fondo perduto, certamente da sole non possono rilanciare la città ma servono a mettere in moto un risanamento del bilancio. Quindi, è fondamentale che il rapporto con il mondo imprenditoriale e gli operatori economici e culturali della città sia costante, quotidiano e su progetti condivisi. Siamo aperti a qualsiasi confronto».

Baretta ha poi tracciato un quadro generale delle possibilità che la città ha dinanzi nel suo complesso a seguito del Patto. «Non è un caso che il premier Mario Draghi abbia focalizzato la questione meridionale con Napoli al centro. Napoli creando per se stessa sviluppo deve prendere coscienza di esserne il motore al Sud. Il Paese ci dà un miliardo e trecento milioni. Ci chiede quindi di essere protagonisti del rilancio del Sud. Bisogna partire dal territorio metropolitano e non dai semplici confini amministrativi del Comune. Anche perché la Città Metropolitana ha risorse che il Comune non possiede». Il politico veneziano, chiamato dal sindaco Gaetano Manfredi per rimpinguare le finanze dissestate di Palazzo San Giacomo, individua poi due criticità su tutte ossia l’evasione della cosiddetta tassa sulla spazzatura (Tari) e delle multe.

«Non si tratta sempre di evasione, talvolta è elusione. Ci sono 770 milioni di Tari non riscosse, 880 di multe. È necessario un coinvolgimento dei cittadini, che prendano coscienza che solo recuperando queste risorse possiamo poi recuperare in termini di servizi, welfare e miglioramento complessivo». L’assessore ha poi spiegato che in questi giorni la Giunta e la Ragioneria del Comune stanno preparando il bilancio consuntivo ma soprattutto il bilancio preventivo, il primo dell’amministrazione targata Manfredi.

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Resta poi il nodo del turismo considerando l’incremento dei flussi in vista della stagione estiva, un tema ripreso nel corso della conferenza da Giancarlo Carriero, consigliere delegato al turismo dell’Unione Industriali napoletana: «Serve un ufficio del Comune che faccia da Destination Management Organisation (DMO), con personalità di specifica competenza, che si occupi di conoscere i dati e che li metta a disposizione degli operatori. Coordinare e cercare di influire sulle tante amministrazioni che hanno a che fare con il turismo (i trasporti, le sovrintendenze). Va organizzata una comunicazione coerente. Serve poi un Convention Bureau per turismo congressuale che è 40% del totale. Ricordo che nel 2019 Napoli nonostante il boom che ha avuto con 3,8 milioni di presenze turistiche ha fatto pochissimo rispetto a Firenze che ne ha avute 12 milioni o Barcellona con 20 milioni».

Il patron dell’Hotel Regina Isabella di Ischia ha poi aggiunto: «Il turismo si fa nelle festività. In questi giorni i mezzi di trasporto vanno incrementati e non ridotti come avviene oggi. Va, inoltre, valorizzata la Mostra d'Oltremare di cui andrebbero incrementati gli spazi congressuali».

Per Michelangelo Suigo, responsabile relazioni esterne di Inwit, «i provvedimenti di semplificazione adottati dal Parlamento vanno presi anche a livello locale su Napoli, affinché la città si trasformi in una smart city». Gianluca Ciullo, project manager di RINA, ha invece spiegato i progetti che sta portando avanti la sua società di consulenza su Napoli: «Siamo impegnati nella costruzione della nuova cittadella della Polizia di Stato tra Miano e Scampia (presso l’ex caserma Boscariello). Un intervento simbolico in un territorio complesso. La periferia rappresenta lo stimolo più importante nella progettazione. C’è poi un progetto privato con ENGIE per l'efficientamento energetico del Museo di Capodimonte e di tutto il Real Bosco. Un modello da replicare in altri musei dove si coniuga cultura ed energia». All’incontro ha presenziato anche Matteo Mammì, amministratore delegato di una delle due aziende che fornisce un servizio di noleggio monopattini città, la Helbiz. «Siamo qui da settembre 2020, e abbiamo più di 100mila napoletani che utilizzano i nostri mezzi. Abbiamo registrato 1 milione di corse. L'entusiasmo con cui i cittadini hanno abbracciato la nostra modalità di trasporto è sicuramente felice. Con oltre 900 monopattini in città, il servizio migliora sempre di più grazie al lavoro con l'amministrazione. Se si considerano i dati sul tasso di utilizzo e l’indice di vandalismo, Napoli è una delle città che si comporta meglioPer migliorare il servizio stiamo lavorando sui parcheggi virtuali e fisici».

Antonio D’Apuzzo, responsabile sviluppo di Novartis, colosso farmaceutico con un importante stabilimento produttivo a Torre Annunziata, ha spiegato che «l’azienda non punta solo alla produzione ma favorisce la crescita di diverse start-up italiane ed estere, anche in collaborazione con gli atenei, come accaduto con l’Università di Salerno». Per Alis (Associazione Logistica della Mobilità Sostenibile) il vicepresidente Marcello Di Caterina ha spiegato che bisogna proseguire nel garantire incentivi come i vecchi ecobonus (oggi marebonus) che «aiutano le aziende campane, alcune di esse leader del settore del trasporto e della logistica, pronte a contribuire allo sviluppo della città».

Tra gli interventi di manager e imprenditori, l’unico appunto sul Patto per Napoli è arrivato da Erasmo D'Angelis, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale. «Nel Patto - ha detto - manca un'attenzione sulla prevenzione dei rischi idrogeologici». D’Angelis fa però una proposta all’assessore Baretta: «Abbiamo avviato la prima piattaforma tecnologica di monitoraggio delle aree colpite dal sisma del 2016. Con aggiornamenti satellitari ogni sei ore. Napoli può essere la prima grande area metropolitana a gestire attraverso una piattaforma tecnologica la rischiosità della città». A conclusione della discussione moderata da Velardi, Simona Benedettini, Energy Analyst della Fondazione organizzatrice dell’evento, ha sottolineato il ruolo che potrebbero ricoprire le comunità energetiche rinnovabili: «L'ordinamento europeo cerca di rimuovere gli ostacoli allo sviluppo delle rinnovabili con le comunità di energia rinnovabile per permettere l'incontro tra cittadini, istituzioni e imprese. Queste esperienze oggi in Italia sono poche perché trovano ostacoli in autorizzazioni e burocrazia. Sono esperienze piccole ma importanti e ci piacerebbe che Napoli diventasse centrale per questo dibattito».

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