Patto per Napoli, Baretta: «Irpef più alta da gennaio e stretta sugli evasori della tassa di soggiorno»

L'intervista a Pier Paolo Baretta assessore al Bilancio del Comune

Pier Paolo Baretta è assessore al Bilancio del Comune
Pier Paolo Baretta è assessore al Bilancio del Comune
di Luigi Roano
Giovedì 24 Novembre 2022, 07:10 - Ultimo agg. 25 Novembre, 07:10
5 Minuti di Lettura

Pier Paolo Baretta - assessore al Bilancio del Comune - il Patto per Napoli bussa alle porte con il suo carico di cose buone - come i finanziamenti dello Stato (circa 1,2 miliardi in 20 anni) - e meno buone (ovvero l'aumento dell'Irpef per il 2023): come stanno le cose?
«Sì, l'aumento dell'Irpef ci sarà. Fa parte degli impegni presi con il Governo. Un tema che il Consiglio comunale ha già discusso e approvato. Insomma, politicamente è coperto. Si tratta dello 0,1 per cento, la stessa quota che verrà fissata per il 2024. Allo stesso tempo confermo l'esenzione per i redditi fino a 12mila euro. Sottolineo che abbiamo rispettato la promessa fatta, che nel 2022 non avremmo aumentato le tasse».

Intanto, lunedì si torna in Consiglio comunale per l'assestamento di bilancio, per quale motivo?
«Generalmente è una cosa di ordinaria amministrazione ma quest'anno per noi ha aspetti molto importanti.

Il primo è l'aumento dei costi dell'energia diventato una vera emergenza e ci auguriamo che il Governo ci venga incontro e ci dia una mano. Tutti i Comuni sono in difficoltà: energia significa fornire servizi essenziali come l'illuminazione stradale e quella delle scuole».

Di quanto è aumentata la spesa?
«L'anno scorso abbiamo pagato 41 milioni, oggi ne servono almeno 25 in più. Se consideriamo che abbiamo avuto dal Patto per Napoli 50 milioni, la metà se ne andrà per la bolletta energetica».

La Presidente Giorgia Meloni dice che per i Comuni ci sono 800 milioni.
«Si, se fosse questa la cifra per l'energia sarebbe quella giusta».

Nel Patto c'è anche il riordino delle aziende partecipate che, se non si fa, si rischia di non avere più i finanziamenti.
«L'assestamento di lunedì è importante anche per questo motivo, intendiamo entro l'anno presentare il bilancio consolidato cioè il bilancio delle partecipate. Che deve precedere il bilancio preventivo che vogliamo fare entro marzo. Non ha senso fare una manovra di previsione oltre il mese di marzo, anche in questo modo si mettono a posto i conti del Comune».

Tuttavia non ha risposto sul piano delle partecipate...
«Per le aziende del Comune, il piano è quasi pronto lo presenteremo entro l'anno nelle sedi comunali e poi lo invieremo a Roma a Palazzo Chigi al nuovo Governo».

Qual è la strategia? Rilanciare alcune aziende, fare la super Holding o cosa?
«Il riordino è importante non tanto dal punto di vista finanziario dove la situazione non è drammatica. È importante per dare migliori servizi ai napoletani, stiamo lavorando a una riorganizzazione funzionale».

Vale a dire?
«Bisogna pensare alle filiere lunghe, faccio qualche esempio. Prendiamo il settore patrimonio. Abbiamo 67mila cespiti di cui 22mila alloggi Erp che versano in condizioni gravi o di degrado. Chi si occupa di patrimonio, questo il mio pensiero, deve occuparsi solo di quello».

Sta licenziando la NapoliServizi?
«A oggi i risultati non sono buoni. I settori pulizia e patrimonio dimostrano che malgrado sia stato fatto un grande lavoro serve una razionalizzazione».

Scusi, ma il Comune ha sempre parlato di una super Holding per assolvere a questo compito, che fine ha fatto?
«In premessa dico che non ci saranno privatizzazioni e nemmeno tagli di posti di lavoro. Anzi, come per il Comune, abbiamo il problema opposto ovvero quello di fare assunzioni. Chiarito questo io per ora non penso alla forma giuridica, cioè se serve o meno un'altra società comunale, penso alla definizione delle mission».

Sul patrimonio il Comune in passato si è affidato a un gestore privato e non è finita bene...
«Noi dobbiamo pensare al futuro e non al passato e dobbiamo guardare come funziona nel resto d'Europa e del mondo. Serve maggiore efficacia ed efficienza nei servizi erogati e ci serve dal 2023».

La Napoli holding che fine farà?
«La Holding ce l'abbiamo e secondo me deve essere da supporto a quelle società come la Mostra d'Oltremare o il Caan - giusto per fare due esempi - per far compiere loro il salto di qualità. Vale a dire una struttura che le aiuti a stare meglio sul mercato. A costruire le progettualità».

Torniamo al Patto: ci sarà la tassa di imbarco? Oppure il carico di servizi per i nuovi napoletani, cioè i milioni di turisti che arrivano, graverà solo sulle spalle dei cittadini?
«Ecco, questo è un argomento importante. La buona notizia è che i passeggeri dell'aeroporto sono in continuo aumento e questo comporta un servizio molto più grande di quello che il Comune offre adesso e che va sostenuto perché c'è anche l'incremento dei costi. Un problema che dobbiamo porci così come quello dell'evasione della tassa di soggiorno. Io proporrò in tutte le sedi che sia uguale in tutte le grandi città turistiche così da non farci la concorrenza su questo fronte».

© RIPRODUZIONE RISERVATA