In attesa della stipula del Patto per Napoli tra il Comune e l'attuale Governo, Palazzo San Giacomo si porta avanti con il lavoro. Sono state infatti predisposte due strutture qualificate: una per il ripiano del disavanzo, ovvero la responsabilità del Patto; l'altra per la rilevazione dei debiti commerciali e per la gestione delle conseguenti transazioni. La giunta, su proposta del sindaco Gaetano Manfredi e dell'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta, ha approvato l'istituzione di un tavolo politico-gestionale composto da sindaco o suo delegato, assessore al Bilancio, coordinatore delle attività, ragioniere generale, responsabile area Patrimonio, responsabile area Entrate, l'avvocato generale ed esperti individuati da interlocutori esterni quali Ifel, Svimez e Anci o provenienti dal mondo accademico. Il tavolo sarà coordinato da una figura «napoletana» assicurano da piazza Municipio, che potrebbe essere esterna al palazzo in caso «di impossibilità di utilizzare risorse interne». «Si potrà ricorrere - rimarcano ancora dal Comune - ad un incarico temporaneo di collaborazione di alta qualificazione e comprovata specializzazione». Già la settimana prossima sono calendarizzati i primi incontri con i dirigenti del Mef e della Svimez per cominciare il lavoro di individuazione delle figure che dovranno poi gestire e seguire le varie fasi di attuazione del Patto per Napoli. L'accordo, che andrà sottoscritto entro il 15 febbraio, sarà verificato semestralmente (a partire dal dicembre 2022) dalla commissione per la stabilità finanziaria, insediata presso il ministero dell'Interno. La inadempienza del piano sottoscritto comporta la perdita del contributo e la segnalazione alla Corte dei Conti, che, dopo i primi due anni di verifica, potrà applicare le norme del dissesto. Comporta anche la ineleggibilità del sindaco. Per questo sarà fondamentale seguire con attenzione tutte le fasi.
C'è poi un binario che si muove parallelamente a quello del Patto per Napoli, per cui è stato previsto un altro tavolo tecnico dal Comune, relativo alla strategia di rientro del debito: ovvero mettere in piedi un piano di transazioni tombali (saldo e stralcio) nei confronti dei creditori commerciali al 31 dicembre 2021, cui riconoscere un valore tra il 40 e l'80%, in ragione della anzianità del credito.
Ieri intanto l'ex sindaco Luigi de Magistris ha raccontato di essere «ritornato al Comune per la firma congiunta sindaco uscente-sindaco entrante sulla verifica straordinaria di cassa. Abbiamo lasciato all'amministrazione subentrante circa 62 milioni di cassa libera». «I dati di cassa non c'entrano nulla con il deficit di competenza - ha sottolineato l'assessore al Bilancio -. Vuol dire che quel giorno in cassa c'erano quelle risorse, ma il giorno dopo potrebbero essere state di più o di meno, in base alle entrate o alle uscite».