Pd Campania, è subito bufera sulla mega segreteria di Annunziata

Pd Campania, è subito bufera sulla mega segreteria di Annunziata
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 25 Settembre 2019, 07:30
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Sei mesi per comporre la segreteria. Appena mezza giornata per scatenare le polemiche. Insomma il Pd si ritrova sempre al centro delle solite polemiche interne. Il caso, questa volta, è stato il sospirato varo delle segreteria che ha raggiunto il numero record di 25 elementi, 29 se si aggiungono i membri di diritto. Tra cui ben 3 vice del segretario Leo Annunziata. Per intenderci la segreteria nazionale di Zingaretti è composta di 15 membri e di vice ora ne ha appena uno.
 
All'ombra del Vesuvio però i numeri sono lievitati. Anche perché a scorrere i nomi si scopre come più che per correnti si è andati per microsquadre: tanto per intenderci ogni consigliere regionale democrat ha fatto un nome. E via di lì i vari ras sino a far lievitare il tutto. Mentre il segretario regionale di stretta fede deluchiana, preferisce non commentare e rimanda tutto alla prima riunione del 2 ottobre.

«Non condivido la struttura della segreteria, perché è figlia di una storia che è stata superata», scrive il consigliere regionale Antonio Marciano in una lettera aperta al segretario del Pd campano. E aggiunge: «Capisco il bisogno di tenere dentro tutte le nostre infinite ed ormai antistoriche articolazioni interne, ma il paradosso è che neanche numeri così assurdamente larghi per un organismo esecutivo riescono a mettere tutti d'accordo, né le minoranze congressuali e giustamente, né tanto meno l'articolatissima maggioranza che ti ha sostenuto». Poi Marciano, che per primo ha sollevato la questione e sta meditando se rimanere o no in segreteria, fa una proposta: «Se serve avere un luogo intermedio tra la direzione regionale e la segreteria lo si faccia pure. Ma poi si costruisca una segreteria fatta anche di personalità esterne». Appunti che vengono da chi, per inciso, ha sostenuto proprio Annunziata. In mezzo però c'è un ulteriore addebito che viene fatto al segretario: aver varato una segreteria che sembra non tener conto del nuovo governo con i grillini e la scissione renziana.

Critici anche gli sfidanti di Annunziata. A cominciare da Armida Flippelli, orlandiana della mozione Zingaretti, a cui è stato comunque dato l'incarico di vice segretario. «Siamo tenuti a dare prova di serietà e di responsabilità, di rigore intellettuale e di una limpida coerenza. Ma l'organismo che - dice la Filippelli rivolgendosi ad Annunziata - hai appena varato, che si annuncia persino da integrare, non corrisponde a questo obiettivo, così come non rispetta e rispecchia gli esiti congressuali che risultano completamente alterati da quanto hai proposto. Pletorico, largo fino all'eccesso, inutilmente ridondante per funzioni. Rappresenta, così, l'ennesima occasione mancata: la segreteria, invece, deve essere uno strumento agile, efficace, autorevole per affrontare le sfide che abbiamo di fronte», conclude la Filippelli prima di chiedere al segretario un ripensamento ed eventualmente un organismo intermedio tra la direzione e la segreteria stessa. Sta valutando se rimanere in segreteria il parlamentare sannita Umberto del Basso de Caro che definisce la segreteria «pletorica, nonostante il parto travagliato». «Non mi meraviglio - analizza il competitor di Annunziata - visto Annunziata paga un azionarato diffuso: l'attuale segretario nazionale da un lato, gli attuali poteri regionali dall'altro». Per questo chiede «di capire se i i temi del dibattito politico debbano trovare ospitalità nell'assemblea, nella direzione o nell'elefantiaca segreteria». Per questo. conclude del Basso de Caro «se non c'è un luogo per esprimere il punto di vista su sul nuovo governo, sulle alleanze regionali, allora non ha senso la nostra partecipazione». Si rizelano, infine, anche i consiglieri di palazzo San Giacomo Diego Venanzoni e Roberta Giova: «Napoli è scarsamente rappresentata ma quel che colpisce di più è la totale assenza di una sensibilità di area cattolica e moderata».
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