Pd Campania, stallo sul commissario: a Caserta arriva Camusso

Vertice ristretto a Roma con Schlein ma non si trova il nome per il regionale

Elly Schlein e Susanna Camusso
Elly Schlein e Susanna Camusso
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 30 Marzo 2023, 00:00 - Ultimo agg. 18:34
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Prima l’accelerazione. Poi di nuovo il tasto pausa perché non si trova il profilo adatto, serve esperienza e determinazione, di chi deve sobbarcarsi il compito arduo di guidare il Pd campano come commissario. Ma la decisione è ormai presa e entro oggi o domani ci sarà il nome. E così la federazione di Caserta, scossa dal tesseramento dopato prima del congresso, dove quasi sicuramente arriverà, sempre come commissario, Susanna Camusso, parlamentare eletta a Salerno ed ex battagliera segretaria della Cgil.

Ma rimane il nodo del partito campano, quello più spinoso, perché serve un dirigente scafato per reggere una struttura su cui aveva già messo le mani il governatore De Luca. E Elly Schlein, la nuova segretaria, proprio all’ex sindaco di Salerno, sostenitore dello sconfitto Bonaccini, ha lanciato il suo guanto di sfida: «Estirpiamo cacicchi e capibastone», disse nel suo primo discorso davanti all’assemblea.

E vuole partire proprio dalla Campania. Anzi proprio il terzo mandato di De Luca, sostenuto a gran forza da Bonaccini, fu l’unico motivo di scontro tra i due sfidanti del Nazareno in una campagna elettorale contrassegnata da un assoluto fair play. 

Due giorni fa, un minuto dopo aver deciso i nuovi capogruppo e senza attendere il varo della nuova segreteria nazionale, si passa subito al contrattacco. Direttamente la segreteria con i suoi mette sul tavolo il dossier Campania. Serve intervenire senza attendere oltre sul partito regionale dove, era già deciso, doveva sedersi Rosetta D’Amelio per un patto stretto tra il governatore De Luca e i consiglieri regionali. Poi il voto ha cambiato il corso delle cose dividendo anche il gruppo di maggioranza in Campania. Con i consiglieri regionali, tutti della mozione Bonaccini come De Luca, che hanno puntato all’elezione del segretario napoletano appena domenica scorsa, mollando così la presa sulla casella regionale, quella cara al governatore: perché è li che si ufficializza la candidatura per il suo agognato terzo mandato. Naturale, quindi, che al nuovo corso del Nazareno non si potesse digerire una storia già scritta ma che deve essere modificata dai nuovi equilibri interni del Pd. E cosi appena una settimana fa parte da Roma la richiesta di un rinvio del congresso regionale. Ma a Napoli i deluchiani in commissione non ne vogliono sapere. Tentano anzi una forzatura per andare al congresso senza gli iscritti casertani. «Quando faranno il congresso aggiungeranno i loro delegati all’assemblea regionale», chiedono i deluchiani in commissione ansiosi di andare al voto. Ma la manovra a tenaglia oltre a finire bocciata ai voti scatena le dimissioni dell’europarlamentare Franco Roberti. «Eravamo finiti in un vicolo cieco: con Roma che vuole commissariare il partito e la Campania, a maggioranza Bonaccini, che vuole andare al voto. È un’ipocrisia ma le mie dimissioni servono ad uscire da questo stallo», aveva spiegato l’ex procuratore al Mattino.  

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Ieri pomeriggio però la discussione va per le lunghe e s’incastra con il sudoku delle nomine in Vigilanza. Niente nome del commissario del Pd campano. Ne discutono la Schlein e un gruppo ristrettissimo di fedelissimi, compreso Francesco Boccia, neo capogruppo del Pd al Senato che ha guidato il partito campano sino a settembre scorso. Quasi sicuro l’arrivo della Camusso a Caserta serve fare un nuovo punto per il regionale. Con i nomi che si rincorrono. Tra gli ex ministri Provenzano e Orlando e un’altra ex sindacalista come Annamaria Furlan. Sostenitrice di Bonaccini quest’ultima: ma servirebbe a far digerire, almeno in parte, il provvedimento ai deluchiani. 

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