Pd Campania, Roberti si dimette: strappo sul congresso di Caserta

«Non si può continuare in queste condizioni. Si mettano a verbale le mie dimissioni»

Franco Roberti presidente della commissione regionale del congresso Pd
Franco Roberti presidente della commissione regionale del congresso Pd
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 22 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16:53
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Improvvise ieri sera, dopo una riunione infuocata, arrivano le dimissioni di Franco Roberti da presidente della commissione regionale del congresso Pd. Dopo uno scontro furioso sul tesseramento casertano che ha spinto l'ex procuratore nazionale ed europarlamentare, ormai esasperato, a sbattere la porta: «Mettete a verbale le mie dimissioni», l'addio di Roberti dopo due ore di discussione. E ora avanza sempre di più l'ipotesi di un commissariamento, l'ennesimo, del partito campano su cui, a dir la verità, aveva pensato il nuovo gruppo dirigente del Pd non appena insediato. E da due giorni si susseguivano voci in tal senso che parlavano di un provvedimento imminente in arrivo da Roma. Che ora diventa cosa certa.

La riunione di ieri, sulla carta, doveva essere pura formalità. All'ordine del giorno l'approvazione dell'anagrafe degli iscritti casertani del Pd per permettere lo svolgimento del congresso provinciale. Capitolo finale dopo settimane di polemiche roventi sulle iscrizioni gonfiate che non hanno permesso il voto degli iscritti di Terra di lavoro. E questo congresso, con la relativa anagrafe, sarebbe stato propedeutico anche allo svolgimento di quello regionale dove il gruppo deluchiano aveva apparecchiato, prima della vittoria inaspettata di Elly Schlein, il desco per Rosetta D'Amelio.

Ma la vittoria della deputata ha scombinato i piani messi a punto dal gruppo fedele a Stefano Bonaccini, con in testa il governatore De Luca e il gruppo dei consiglieri regionali. Tutti convinti che si dovesse andare avanti sul congresso campano garantendosi un segretario di fiducia: perché è quello che tra due anni e mezzo dovrà mettere la firma per la candidatura ufficiale di Santa Lucia. De Luca, in questo caso, che sogna il terzo mandato anche a costo di andare contro i nuovi vertici nazionali riottosi all'ipotesi.

Proprio ieri pomeriggio era arrivato un alt dal Nazareno sotto forma di una lettera garbata del nuovo tesoriere nazionale Michele Fina. Una missiva indirizzata alla commissione regionale in cui si chiedeva di non forzare i tempi e procedere ad un nuovo rinvio «in attesa di sbrigare al meglio tutte le pratiche». Ma i deluchiani hanno fretta e vogliono usare le date fissate, dopo vari rinvii, per questo fine settimana. Vogliono andare, è non è certo la prima volta, contro il Pd nazionale che chiede un rinvio. Ipotesi, quest'ultima, a cui è favorevole anche Franco Roberti.

Ma non c'è nulla da fare. Perché il suo vice in commissione, Fulvio Bonavitacola, pressa per andare avanti. Anche con un congresso regionale in cui non partecipino gli iscritti casertani. Tutto per andare a tappe forzate verso un segretario già indicato dal gruppo deluchiano. E qui gli animi si scaldano. Anche perché l'anagrafe degli iscritti casertani è tutt'altro che chiara dopo il tesseramento gonfiato e nonostante la cancellazione di quasi metà della platea.

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Nonostante tutto si va al voto, andando contro le volontà di Roberti che aveva caldeggiato il rinvio: «Non posso far finta che non esista questa raccomandazione dal nazionale», aveva anticipato poco prima. E ritorna sulle ombre di Caserta.

Poi il voto finisce 6 a 5 (con astensione di Roberti) che vorrebbe far passare proprio l'anagrafe casertana. E lì l'ex procuratore nazionale Antimafia decide di sbattere la porta. «Non si può continuare in queste condizioni. Si mettano a verbale le mie dimissioni», dice lasciando di stucco anche gli altri membri.

Ecco, quindi, un nuovo slittamento del congresso regionale. Anche se quasi sicuramente non arriverà una nuova data da Roma per andare al voto. Arriverà piuttosto un commissario per il partito regionale. 

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