Pd Campania, idea commissario donna: in pole le deputate ​Pinotti e De Micheli

Pd Campania, idea commissario donna: in pole le deputate Pinotti e De Micheli
di Valerio Esca
Domenica 5 Giugno 2022, 00:00 - Ultimo agg. 12:23
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Un commissario donna per il Pd campano. Questa l’idea che circola negli ambienti dem, mentre continuano a fioccare le dimissioni dei componenti dell’assemblea regionale. «Entro domani mattina si potrebbe arrivare sotto quota 100 componenti. In pratica l’assemblea sarà di fatto morta». A dirlo è un dirigente napoletano del Pd, che conti alla mano dà l’estrema unzione all’assemblea campana dei democrat. Il quorum per tenerla in vita è fissato a 120 componenti, la metà più uno dei 239 membri eletti. Numeri che già venerdì non c’erano più. Dopo l’addio di Umberto Del Basso de Caro, Gennaro Oliviero, altri otto tra le province di Caserta, Avellino e Benevento e diversi delegati dimissionari spinti dalle proprie componenti, si era scesi a quota 117. Tutti contrari al possibile avvicendamento tra l’ex deputato casertano Stefano Graziano e il dimissionario Leo Annunziata. La palla adesso passa al Nazareno, che dovrà decidere a chi affidare il delicato ruolo di commissario del partito. Il “Caronte” che dovrà traghettare il Pd fino alla composizione delle liste per le politiche del 2023. 


Dopo quello del deputato potentino Vito De Filippo (ex presidente della Regione Basilicata) nelle ultime ore prende quota l’ipotesi di una donna commissario: sarebbe la prima volta. Nell’urna del toto-nomi è finita la deputata ligure Roberta Pinotti, ministra della Difesa dal 22 febbraio 2014 al primo giugno 2018 nei governi Renzi e Gentiloni. Chissà se la prima donna a ricoprire questo incarico in Italia non venga scelta come prima donna commissaria del Pd. Della stessa area di De Filippo, ovvero quella legata direttamente al segretario nazionale Enrico Letta, c’è anche la deputata piacentina Paola De Micheli (ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Conte II). Nelle ultime ore è circolato anche il nome della folignate Marina Sereni, dal 16 settembre 2019 viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale nel governo Conte II prima e nel governo Draghi poi. Per la Sereni spinge molto l’area Dem (quella che fa capo al ministro della Cultura Dario Franceschini), ma appare assai difficile si possa chiudere su di lei non ricoprendo il ruolo di parlamentare. Qualcuno all’ombra del Vesuvio sperava che a prendere in mano le redini del partito fosse Francesco Boccia, ma il responsabile Autonomie territoriali e Enti Locali del Pd è fuori dai giochi: da fine marzo è commissario del Pd in Puglia.

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Bisognerà adesso capire se la nomina del commissario avverrà a stretto giro, prima delle amministrative, oppure a bocce ferme dopo il voto. Da Napoli qualcuno ha suggerito a Letta di «intervenire il prima possibile» vista «la brutta figura alla quale il partito va incontro». Graziano è stato il nome sul quale Letta si è speso molto in queste settimane e su cui c’era stata la convergenza del governatore Vincenzo De Luca. Un retroscena lo racconta un “graduato” del partito: «In molti temevano che Graziano potesse accaparrarsi un seggio sicuro per le politiche del 2023. Ma l’ex deputato è persona di Letta e la manovra di tenerlo fuori dalla segreteria regionale potrebbe non bastare». Resta invece alla finestra il gruppo guidato dai consiglieri regionali Bruna Fiola e Massimiliano Manfredi. Vicini alla De Micheli e a Letta, Fiola e Manfredi non si sono ancora pronunciati e attendono, come tutti, le scelte del segretario Letta. Mentre la tensione sale, qualcuno prova a sdrammatizzare con una provocazione: «E se alla fine il segretario optasse proprio per Graziano come commissario?».
 

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