Pd Campania, bordate a Boccia: «Regole allucinanti, così primarie flop»

Il commissario uscente del Pd campano si è scagliato contro il tesseramento dopato di Caserta

Francesco Boccia
Francesco Boccia
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 10 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 16:23
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Finalmente è partito il voto nei circoli (e andrà avanti sino a domenica) ma non si ferma lo stillicidio di veleni sul tesseramento gonfiato del Pd. Con accuse reciproche tra le mozioni. Mentre scade mercoledì 15 febbraio il termine per presentare le candidature alla carica di segretario regionale e della Federazione di Napoli anche se ufficialmente non ci sono i nomi in campo. O meglio i deluchiani hanno chiesto la prima poltrona per il salernitano Nicola Landolfi e la strada sembra quella di una candidatura univoca a cui non ne verrà contrapposta un'altra. In alto mare invece la scelta sulla casella del segretario di Napoli con il gruppo della mozione Bonaccini, in testa i consiglieri regionali, che hanno untato la carica. Nomi? Fanno sapere di averne uno ma lo terranno coperto anche se tutti gli indizi portano all'ex parlamentare Lello Topo. Resta solo da capire se il gruppo della mozione Schlein (Articolo 1 e le aree Franceschini e Orlando) metteranno un loro candidato. Anche se, tanto per cambiare, potrebbe esserci per il congresso di Napoli un ulteriore slittamento.

L'altro giorno Francesco Boccia, commissario uscente del Pd campano, prima di dire addio anche agli ultimi giorni di incarico solo per gli affari correnti, si è scagliato contro il tesseramento dopato di Caserta. In particolare, nel mirino, è finito non solo il pensiero unico del gruppo dei consiglieri regionali su Bonaccini (sostenuto da De Luca) ma anche Gennaro Oliviero per una sua regia sull'impennata di tessere in Terra di lavoro e nel suo comune.

Caso che ha spinto gli organi nazionali a tagliare 3mila tessere a Caserta, giusto la metà del totale. «L'unica cosa che mi sono potuto fare è la mia tessera, perché l'iscrizione è individuale. Del resto se ne occupano gli uffici adesioni dei vari circoli del partito», si difende il presidente del Consiglio regionale. E aggiunge: «Boccia (coordinatore nazionale della mozione Schlein, ndr)? Lì è più un tema di carattere politico che di merito senza dubbio stava facendo campagna politica, che riguarda due persone che si confrontano nel partito». Poi però lo bolla come «commissario liquidatore del Pd». 

E contro l'ex ministro si scagliano altri due consiglieri regionali. «Se qualcuno ha sbagliato è giusto che vengano accertate le responsabilità dei singoli ma la gestione del gruppo dirigente nazionale su questa vicenda totalmente fallimentare. E Boccia - sottolinea il consigliere democrat Massimiliano Manfredi - è parte di questo gruppo dirigente».

Sulla stessa linea la collega Bruna Fiola: «È sbagliata la modalità di tesseramento messa in campo dal partito nazionale, che prevede l'anonimato». Poi attacca Boccia: «Con le dichiarazioni di questi giorni si è offesa un'intera comunità che sta cercando di portare avanti e tenere alta l'asticella politica dell'unico partito di sinistra. Poi faccio notare che c'è un caso nazionale di 5.000 tessere. Posso sapere perché quelli della mozione Schlein stanno puntando i riflettori solo sulla Campania?».

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Intanto non si placano le polemiche sul tesseramento. Con i cuperliani che rimarcano le distanze: «Vogliamo - spiegano Costantino Leuci e Francesca Tessitore, componenti della Commissione provinciale - che la parte buona della comunità dei democratici sia messa nelle condizioni di esprimersi liberamente sul futuro del partito. In particolare, il partito casertano deve finalmente essere in grado di riprendere nelle proprie mani l'azione politica sui territori, sottraendosi a commissariamenti e a gestioni trasformistiche di chi pensa di esercitare la sua leadership a colpi di pacchetti di tessere». E qualcuno, come Annamaria Carloni, ex parlamentare e moglie di Antonio Bassolino (sostenitrice di Cuperlo) fa notare come il meccanismo di voto può prestarsi ad accordi sottobanco: «Sappiamo già che il 26 febbraio prossimo si è chiamati scegliere tra due candidati e i sondaggi ci dicono che la scelta sarà tra Bonaccini e Schlein. Questo meccanismo - dice - incoraggia inevitabilmente la sottoscrizione di accordi interni preventivi che rilegittimano il vecchio e a volte degenerato sistema correntizio». 

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