Il Pd chiude le porte a DeMa:
​«Non facciamo patti con lui»

Il Pd chiude le porte a DeMa: «Non facciamo patti con lui»
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 10 Giugno 2021, 09:37 - Ultimo agg. 19:27
5 Minuti di Lettura

Il Pd chiude le porte in faccia ad un accordo con de Magistris in Calabria. «Al di là dell'impossibilità politica di avere un rapporto con lui, si è rivelato un pessimo amministratore», attacca Nicola Oddati, dirigente nazionale del Pd ed ex responsabile della segreteria nazionale di Nicola Zingaretti che illustra altri piani in vista delle elezioni regionali in Calabria. Altro che patti con de Magistris che si è candidato nella regione dello Stretto.

«Rafforzeremo il dialogo con l'M5s sul modello Napoli», puntualizza sempre Oddati che però rispedisce al mittente la proposta del sindaco uscente di un patto con il Pd. Che era più o meno questo: io divento il candidato unitario di una coalizione larga dal Pd all'M5s sul modello napoletano e, in cambio, si può ritirare la discesa in campo dell'assessore Alessandra Clemnte in orsa per la poltrona a Napoli.

Proposta illustrata in un'intervista al mattino che non piace affatto ai democrat.


Oddati a che punto siamo in Calabria sulla costruzione di una candidatura frutto di una coalizione ampia?
«Il Partito democratico e la coalizione di centrosinistra hanno definito un impianto di lavoro e il perimetro delle alleanze in Calabria. A Nicola Irto è stato affidato il compito di rafforzare il dialogo con i 5 stelle e costruire una coalizione che possa competere e vincere. Il resto mi sembrano tutte chiacchiere...».


A cosa si riferisce? Alla proposta di de Magistris di essere lui il vostro candidato governatore?
«Mi pare che la proposta di De Magistris abbia tre limiti. Il primo è che è tardiva; avrebbe potuto accogliere l'appello di fare le primarie; il secondo è che è confusa. Poi terzo, cosa più importante, più che un limite mi sembra un macigno: lui pensa di partire come sempre da se stesso. La sua visione egocentrica e narcisista questa volta cozza pesantemente con la realtà dei fatti. Ora se ne è accorto pure Tansi, che facendosi da parte ha spianato la strada alla sua candidatura e che ora dice di lui peste e corna. Sono bastati due mesi per comprendere l'abbaglio che era stato preso».


Niente da fare, quindi? Anche in cambio di un ritiro di Alessandra Clemente a Napoli che comunque potrebbe cerare problemi nel bacino di voti del centrosinistra?
«Io esprimo solo la mia opinione, però ricordo che noi abbiamo proposto a de Magistris di partecipare alle primarie in Calabria e ci ha risposto di non essere del Pd e di non essere interessato. Al di là, dunque, dell'impossibilità politica di avere un rapporto con lui, il fatto è si è rivelato soprattutto un pessimo amministratore negli ultimi dieci anni. Non credo, quindi, che esistano le condizioni per fare ragionamenti di questo tipo e non sarebbe nemmeno un buon servizio alla Calabria e ai calabresi affidarsi all'oramai quasi ex sindaco di Napoli».


Eppure de Magistris cita il modello Emilia Romagna delle ultime elezioni regionali. Lo fa a sproposito?
«Questo dimostra pure superficialità o disinformazione: in Emilia Romagna i simboli di partito c'erano eccome. Il Pd prese il 35 per cento. E poi c'era la qualità della candidatura di Stefano Bonaccini, di cui, a differenza sua, tutti riconoscevano la capacità e i risultati amministrativi».


Converrà però che occorre costruire un'alleanza larga: la Calabria è una regione dove tradizionalmente il voto si orienta sul centrodestra.
«In Calabria bisogna, è vero, voltare pagine. E aprire una stagione nuova, fatta di visione, di radicamento territoriale, di concretezza e pragmatismo. Il nostro leader, Nicola Irto, è un giovane uomo di 39 anni che ha già un'esperienza amministrativa, amore per la sua terra e una chiara visione riformista. Ha dimostrato già di non essere ossessionato da se stesso e dal proprio ruolo, di essere animato dalla voglia di scrivere una storia diversa e nuova per la Calabria e i calabresi. Intorno a lui e con lui si può costruire qualcosa di importante. Sono certo che anche l'ex premier Giuseppe Conte e i 5 stelle coglieranno il valore di questa scelta».


Sinora i grillini sono stati freddi sulle alleanze con voi in Calabria. Ma alla fine il Pd non si trova in ritardo per la sua proposta politica?
«Noi due anni fa, su indicazione di Nicola Zingaretti e anche grazie al lavoro di Stefano Graziano, commissario in Calabria, abbiamo avviato un rinnovamento di cui siamo orgogliosi e che con Irto prosegue. Mi pare che il lavoro del segretario Enrico Letta e quello di Francesco Boccia prosegua nella stessa direzione. Una nuova generazione politica ora può prendere in mano il destino della propria terra.


Spetta poi alla politica nazionale disegnare questo percorso, soprattutto dedicando attenzione ai temi che sono a cuore ai calabresi: la sanità, le infrastrutture, i trasporti, il lavoro. Io penso che questo della essere il terreno di lavoro comune e di alleanza con i nuovi 5 stelle che Conte vuole costruire. Di questo bisogna parlare e di una chiara visione riformista. Gli arruffapopolo invece farebbero solo ulteriori danni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA