Pd, il ricorso di Oddati: «Potevano
votare persino i fondatori di Mdp»

Pd, il ricorso di Oddati: «Potevano votare persino i fondatori di Mdp»
Giovedì 16 Novembre 2017, 21:28
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I vizi di questo congresso sono tanti a cominciare da un paradosso: è stato detto che la platea 2016 valeva per questo voto, ma nel frattempo c'è stata una scissione nel partito. Quindi al congresso potevano votare perfino i fondatori di Mdp». Così Riccardo Marone, ex sindaco di Napoli e avvocato, spiega alcuni dei punti su cui si prepara il ricorso di Nicola Oddati contro il congresso provinciale del Pd che si è celebrato domenica scorsa e proseguirà sabato. «Presenteremo il ricorso domani - spiega all'ANSA Marone con una richiesta di sospensiva del congresso». Nel ricorso Oddati e i suoi sostenitori, gli ex Ds, illustreranno «i vizi procedurali - spiega Marone - a partire dal pronunciato della Commissione Regionale secondo cui non sono stati rispettati i termini per convocare le votazione. In più la stessa Commissione Regionale asserisce che la platea di iscritti non era regolare: quella del 2017 non è stata certificata e quella del 2016 non poteva essere usata. Non c'entra niente che sia stata certificata e abbia eletto Renzi segretario. Dopo di allora c'è stata una scissione del partito. Paradossalmente potrebbero aver votato anche i fondatori di Articolo 1 come il mio amico Massimo Paolucci».

Marone potrebbe inserire nel ricorso anche l'aspetto del congresso «a rate»: «Se non si fossero aperte le urne - spiega - sarebbe stato possibile votare. Ma le urne sono state aperte e domenica scorsa nei singoli circoli lo spoglio è stato fatto. I Verbali non sono stati aperti ma gli scrutatori e i rappresentanti di seggio conoscono i risultati nei diversi circoli. Quindi sabato come si fa a votare sapendo già il risultato del voto?». Difficilmente la decisione del giudice ordinario arriverà in tempo per fermare il voto nei 208 circoli che non avevano aperto domenica scorsa. Intanto il Pd provinciale di Napoli si sta adoperando per organizzare il voto: molti dei circoli non hanno una sede quindi il partito sta cercando i luoghi per i seggi e mandando garanti nei circoli «ribelli». Intanto i toni restano di altissima tensione tra le varie anime del partito come testimonia un botta e risposta via Facebook tra Oddati e la parlamentare Pd Teresa Armato: «C'è un deliberato della commissione di garanzia regionale - scrive Oddati a chi gli contesta il ricorso alla magistratura - che dichiara illegittimo lo svolgimento domenica scorsa delle votazioni, ignorato. L'invito del vicesegretario nazionale ignorato. Un garante agli ordini di una parte che viola sistematicamente i nostri diritti. Cosa devo fare?».

La Armato difende Losacco: «Come puoi esprimere un giudizio cosi tranciante su una persona adamantina e corretta come Alberto Losacco.
Sei annebbiato evidentemente. Torna ragionevole» e si becca la controrisposta di Oddati: «Erano gli stalinisti a definire pazzi o irragionevoli coloro che si ribellavano ai soprusi. Losacco non è stato imparziale». Accuse a cui risponde Losacco: «Oddati cambia spesso atteggiamento nei miei confronti: quando ho sottoscritto la delibera Martina e l'ho diffusa mi ha chiamato e ringraziato ora registro che ha cambiato idea, il garante inviato dal partito nazionale concorda con il Pd cosa fare».
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